Terra arata (o Campo arato), quadro famoso di Joan Miró

Il Surrealismo, termine che significa “superamento del realismo”, è un movimento d’avanguardia che prende le mosse in Francia nel periodo delle due guerre. Joan Miró aderisce al surrealismo in modo del tutto personale. Il quadro che analizziamo qui si intitola “Terra arata” (o Il campo arato, in inglese: The Tilled Field).

Terra Arata Campo arato - Joan Miró
Terra Arata (o Campo arato – The Tilled Field) – Celebre quadro di Joan Miró

Realizzato nel 1924, è un olio su tela; misura 66×92,7 centimetri ed è custodito presso il Guggenheim Museum di New York. E’ un’opera piena di forme e segni, di esseri fantastici. E’ questo l’intento che Miró si prefigge: trasformare la realtà in un mondo di sogno.

Terra Arata: analisi del quadro

Nell’opera “Terra Arata” Miró sul piano dipinto, posto sul lato destro, raffigura la sagoma del bovino e di ominidi, che sono tratti da figure rupestri. Questi elementi potrebbero riportare alla mente ricordi di pittura fiamminga con parti di animali.

Altri personaggi ancora, ritratti dall’artista in questa tela, ricordano invece le espressioni artistiche dei bambini o di primitivi.

Nel dipinto alcune forme sono molto semplificate: è il caso, per esempio, dell’essere al centro, in basso, con la bocca spalancata di profilo e l’occhio frontale, con una testa a forma di triangolo appuntita.

Terra Arata Tilled Field Joan Miro dettaglio detail
Terra Arata (Tilled Field): dettaglio

Le figure di sinistra sono poco identificabili: sembrano raffigurare pali e tralicci o segnali stradali.

Poi, come avviene nella realtà, c’è la linea orizzontale che presuppone la creazione di un piano naturale su cui poggiano questi esseri fantastici. Sul lato sinistro, in basso, un tracciato ondulante ricorda l’aratura di un campo.

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L’abitazione fantastica nasce al centro dell’opera dell’artista. A sinistra della tela, nel cielo, si può osservare un sole tondo, un volo di uccellini e ancora – spostandosi verso il centro – una nuvola.

A destra domina invece un grande albero che è rappresentato con la chioma sostituita da artigli neri e con un occhio posto al centro. Davanti, in basso, ci sono una serie di animali sul suolo.

Miró e la sua ispirazione

Joan Miró per la sua arte attinge dalla quotidianità della terra catalana: dal rumore dei cavalli in campagna alle ruote di legno dei carri che cigolano lungo il tragitto. E ancora: il suono dei passi, i grilli, sono tutte fonti di ispirazione del pittore surrealista.

I colori usati da Miró

Questo quadro mostra tinte molto calde. Il cielo è dipinto con un giallo oro intenso. Mentre gli alberi e la terra sono ocra e marroni, che tendono all’arancio. Il cavallo, in centro, e le altre forme di animali sono dipinte usando il bianco.

Lo spettacolo del cielo mi sconvolge. Mi sconvolge vedere, in un cielo immenso, la falce della luna o il sole. Nei miei quadri, del resto, vi sono minuscole forme in grandi spazi vuoti.”

Nei dipinti dell’artista di Barcellona c’è sempre traccia della realtà, anche se tende a trasformarsi in una pittura astratta dalle forme fantastiche che si mescolano tra loro. Da qui si notano sulle tele una mano, la luna, il sole, un occhio. Oltre a “Terra Arata” abbiamo analizzato anche un altro quadro di Miró sul tema rurale: La Fattoria.

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Serena Marotta

Serena Marotta è nata a Palermo il 25 marzo 1976. "Ciao, Ibtisam! Il caso Ilaria Alpi" è il suo primo libro. È giornalista pubblicista, laureata in Giornalismo. Ha collaborato con il Giornale di Sicilia e con La Repubblica, ha curato vari uffici stampa, tra cui quello di una casa editrice, di due associazioni, una di salute e l'altra di musica, scrive per diversi quotidiani online ed è direttore responsabile del giornale online radiooff.org. Appassionata di canto e di fotografia, è innamorata della sua città: Palermo.

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