Tanto gentile e tanto onesta pare: parafrasi e significato
Il sonetto intitolato Tanto gentile e tanto onesta pare è uno dei più famosi di Dante Alighieri ed è anche il manifesto del Dolce stil novo, movimento poetico di cui il Sommo Poeta è stato uno dei massimi esponenti. Esso è tratto dalla Vita Nova, un’opera mista di prosa e poesia dedicata al suo amore per Beatrice. in questa poesia elogia la sua donna per due qualità fondamentali:
- la gentilezza, o nobiltà d’animo;
- l’onestà, intesa come dignità.
Approfondimento
Contesto
La Vita Nova racconta tutta la storia dell’amore di Dante per Beatrice ed è stata scritta tra il 1292 e il 1294. È formata da prosa e poesia (prosimetro), 31 liriche in totale tra sonetti, ballate e canzoni.
L’autore narra di incontrare per la prima volta Beatrice a nove anni, poi nuovamente a diciotto.
Ad un certo punto la morte della donna – avvenuta prematuramente quando ella aveva solo 24 anni – fa cambiare completamente al poeta la prospettiva di questo amore.
L’opera, infatti, si può suddividere in tre fasi:
- una prima fase in cui Beatrice gli concede il saluto;
- la seconda fase sull’amore fine a sé stesso;
- la terza, in cui Beatrice muore: il rapporto si sposta così sull’animo dell’amata, diventando un amore spirituale.
Testo completo della poesia “Tanto gentile e tanto onesta pare”
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ’ntender no la può chi no la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: sospira.
Spiegazione
Il sonetto in esame si trova nel capitolo XXVI della Vita Nova. Qui Beatrice viene rappresentata come una donna angelo. E’ la rappresentazione di una donna che irradia luce; la sua è una bellezza sovrumana, capace di fare innamorare il poeta al primo sguardo.
Secondo il Dolce Stil Novo, infatti, la donna non è una figura umana, ma angelica. Diventa un modello di perfezione morale, che riesce a condurre l’uomo fino a Dio.
Questo sonetto è un elogio a Beatrice e al suo saluto, che assume una funzione salvifica, cioè in grado di donare grazia agli uomini.
Ella non viene percepita in alcun modo da un punto di vista fisico: non c’è una sua descrizione fisica; appare come fosse una figura angelica.
Tanto gentile e tanto onesta pare, parafrasi
Tanto nobile e tanto degna appare
la mia donna quando saluta gli altri,
che ogni lingua diventa muta per l’emozione,
e gli occhi non osano guardarla.
Ella cammina, sentendosi lodare,
vestita di bontà e di umiltà;
e sembra che sia una creatura venuta
dal cielo sulla terra per mostrare un miracolo di Dio.
Appare così bella a chi la guarda,
che infonde attraverso gli occhi una dolcezza al cuore,
che non può capirla chi non la prova.
E sembra che le sue labbra emanino
uno spirito dolce pieno d’amore
che invita l’anima a sospirare.
Analisi
Il sonetto ha le seguenti caratteristiche:
- formato da 14 versi;
- i versi sono divisi in 2 quartine e 2 terzine;
- ogni quartina e terzina è formata da endecasillabi;
- lo schema metrico è:
- ABBA
- ABBA
- CDE
- EDC
Lo stile è dolce e chiaro. E’ rappresentativo dell’aspetto di Beatrice, donna che infonde dolcezza e desiderio di amore spirituale in chi la ammira.
Importante è il significato dei due aggettivi del primo verso:
- gentile, che qui rappresenta la nobiltà d’animo e di sentimenti;
- onesta, che indica la dignità e il decoro della donna.
Nel testo della poesia sono presenti latinismi (onesta, labbia) e sicilianismi (vestuta).
È presente anche l’anafora nel primo verso “tanto…tanto”.
Tutte le parole chiave del componimento si trovano alla fine di ciascun verso per dare maggiore rilievo, fino al definitivo “sospira”.