Storia di Topolino – Mickey Mouse

Mickey Mouse, vero nome di Topolino, nasce nel 1928 da un’idea di Walt Elias Disney (Chicago, 5 dicembre 1901 – Burbank, 15 dicembre 1966), animatore, fumettista, imprenditore e cineasta. Walt Disney stava cercando di farsi strada nel mondo della produzione cinematografica, e si narra che, nel 1928, durante un viaggio di ritorno da New York, deluso per aver perduto in un solo colpo i diritti del personaggio di successo da lui creato, “Oswald the Lucky Rabbit” (Oswald il coniglio fortunato) – e insieme ad esso tutto lo staff del suo studio di Hollywood –  cominciò a pensare ad un nuovo cartone animato che avesse le fattezze di un topolino, proprio come quelli che scorazzavano sulla scrivania del suo studio.

Topolino a Disneyland
Topolino a Disneyland
Walt Disney
Walt Disney

Pensò di chiamarlo Mortimer, ma la moglie di Disney, Lillian, lo consigliò di cambiarlo con un nome meno minaccioso, tipo Mickey Mouse. Fu così che Walt si decise e si mise all’opera, aiutato dall’amico e collaboratore fidato, Ub Iwerks (24 marzo 1901 – 7 luglio 1971), insieme a pochissimi altri.

Lavorarono in segreto al progetto, giorno e notte, finché il 15 maggio 1928, in una proiezione privata, debuttò per la prima volta nel film “Plane Crazy” (- L’aereo pazzo – nel quale compare anche la fidanzata Minnie) il personaggio di Topolino: un topo antropomorfo, con grandi orecchie tonde, una lunga coda, dei calzoncini corti con i bottoni.

Nonostante una discreta accoglienza, nessuno volle distribuire il film del nuovo personaggio. All’epoca era di moda il gatto Felix, un gatto nero e intraprendente, perfetto contraltare del nuovo Topolino.

Senza farsi abbattere, Walt Disney continuò a lavorare e produsse un secondo film, “Gallopin’ Gaucho” (- Il gaucho galoppante – in riferimento al film “The Gaucho”, che Douglas Fairbanks aveva girato nel 1927), in cui Topolino, ancora insieme a Minnie, ha le scarpe ai piedi e un nemico grande e grosso, che però non riesce a sconfiggerlo: il gatto Gambadilegno.

Titoli di testa originali di “Steamboat Willie”

Intanto nel cinema era arrivato il sonoro a soppiantare il muto, e nascevano i primi cosiddetti “talkies”.

Disney non si diede per vinto e lavorò per produrre un altro film con Topolino protagonista, aiutato sempre da Ub Iwerks: “Steamboat Willie” (- Willie del battello a vapore -). Questo cartoon nacque come parodia di una comica di Buster Keaton (Piqua, 4 ottobre 1895 – Los Angeles, 1º febbraio 1966), dal titolo “Steamboat Bill Jr.”, che era uscito nelle sale il 12 maggio del 1928.

Il cartoon fu prodotto con il sonoro sincronizzato, il primo nella storia del cinema. Ma, nonostante questo, non si trovava ancora un distributore. Disney alla fine accettò l’offerta del titolare di una sala di Broadway: il 18 novembre 1928 il film venne proiettato al Colony Theater di New York, insieme al cortometraggio “Gang War”. E quel giorno arrivò il successo ed il consenso unanime di pubblico e critica.

Disney aggiunse il sonoro anche ai due precedenti cortometraggi muti. Era lui stesso a dare la voce al suo personaggio.

Il 1929 fu l’anno in cui esplose il fenomeno negli Stati Uniti. Topolino consolidò il suo successo film dopo film, evolvendosi nell’aspetto (vennero aggiunti i guanti bianchi e le forme si arrotondarono), così come nel carattere: da personaggio di provincia ad ometto intraprendente.

Dopo 15 cortometraggi Topolino era pronto per passare al fumetto. La Kyng Feature Syndacate contattò Walt Disney per le “daily strips”, le strisce quotidiane a fumetti. La prima apparizione risale al 13 gennaio 1930. Le prime erano avventure scanzonate, come quelle proposte nei film. Disney scriveva le storie, Iwerks le disegnava e Win Smith dosava le chine.

LEGGI ANCHE  “Raya e l’ultimo Drago”, il film di Disney che parla di un “flagello mondiale”: è la pandemia?

Ad un certo punto, Iwerks passò alla concorrenza, Disney era troppo impegnato con i film per occuparsi anche del fumetto, e Smith da solo non riusciva a gestire tutto il lavoro. Così nel maggio 1930 arrivò nella squadra Floyd Gottfredson (Kaysville, 5 maggio 1905 – 22 luglio 1986). Questi ambiva a lavorare nei film, ma Disney lo convinse, assicurandogli che i fumetti sarebbero stati solo un compito temporaneo.

Il 5 maggio 1930 esce “Topolino e la valle della morte”, la storia completa iniziata da Disney e portata a termine da Gottfredson, in cui compaiono anche i nuovi personaggi di Orazio e Clarabella. Lentamente Gottfredson fece maturare il personaggio di Topolino, che da monello di provincia diventò un vero investigatore di città. Così, mentre i cartoon erano incentrati esclusivamente sulla commedia, il fumetto aggiungeva anche l’avventura. E se in seguito Topolino era diventato più simile allo stile di Sherlock Holmes, ai nostri giorni il personaggio ha ritrovato il carisma del topo avventuroso, secondo l’impronta di Gottfredson.

In Italia il fumetto di Topolino fa la sua prima comparsa il 30 marzo 1930,  sul numero 13 del settimanale torinese “Illustrazione del popolo”, in cui fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks dal titolo “Le avventure di Topolino nella giungla”. Nel 1932 esce il primo libro illustrato italiano “Sua Altezza Reale il Principe Codarello”.

Il 31 dicembre 1932 esce il primo numero di “Topolino” nel formato di giornale per Nerbini Editore. Sulla scia de “Il Corriere dei Piccoli”, anche “Topolino” aveva cadenza settimanale, e all’inizio c’era un storia con la didascalia in rima scritta da Giove Toppi, il primo autore Disney in Italia. Venivano inoltre pubblicate le strisce di Floyd Gottfredson con delle didascalie in rima, scritte dal direttore del giornale, Paolo Lorenzini (nipote di Carlo Collodi). In questa occasione venne anche assegnato il nome definitivo all’amico strampalato di Topolino: Pippo.

Per problemi burocratici, Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti dell’originale americano e, dopo alterne vicende, l’11 agosto 1935 uscì il numero 137 del giornale di “Topolino” con il nuovo editore, Mondadori.

Durante le guerre mondiali fu più volte sospesa la pubblicazione, per motivi di censura. Alla fine degli anni Quaranta i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate con solo due tavole ad episodio entrarono in crisi. Mondadori però non voleva rinunciare al giornale di “Topolino”, perché insieme ad esso avrebbe perso anche i fruttuosi diritti delle pubblicazioni da libreria. Così fu presa la drastica decisione di cambiare formato e periodicità.

La copertina del libretto numero 1 del 1949

Nel 1949 nacque “Topolino”, il periodico in formato di libretto, dapprima con uscite mensili, poi quindicinali, fino alle settimanali. Il libretto ha ospitato ed ospita le storie più famose, da quelle di Carl Barks (il creatore della città dei paperi, Paperopoli, e di Paperon de’ Paperoni), a Floyd Gottfredson, a Romano Scarpa, a Giovan Battista Carpi, e molti altri ancora.

A Topolino e al suo creatore sono stati assegnati innumerevoli premi e riconoscimenti. A lui e al suo mondo sono dedicati libri, linee di abbigliamento, giochi, videogame, gadget, serie, film e cartoni, oltre ai parchi divertimento più celebri: Disneyland.

Ci siamo impegnati per scrivere questo articolo. Speriamo ti sia piaciuto. Se ti è stato utile, lascia un messaggio in fondo.

Avatar photo

Laura Bondi

Scrittrice (Autrice del BestSeller 2012 di Amazon "Il Diario di una Cameriera", "Il posto segreto del cuore", "Cofanetto Rosa" ed il nuovo "Incubo a Dubai"), Blogger, Insegnante, Traduttrice, Laura Bondi per Biografieonline intervista personaggi famosi o emergenti e scrive contenuti di carattere culturale.

Speriamo questo articolo ti sia servito. Noi ci siamo impegnati. Lascia un commento, per favore:

Figlia di un disegnatore e caposervizio storico delle testate disneyane , prima per Mondadori e poi per Disney Italia, conosco bene il ” dietro le quinte” del come nascano, si disegnino e si impaginino prima di dare alle stampe, i mitici personaggi creati dal leggendario Walt Disney.
La cosa, che ho sempre trovato più interessante, è proprio vedere dal vivo come si creino i disegni. Ai tempi per fare una tavola, cioè una pagina di Topolino a mano, senza computer, ci voleva una giornata di lavoro: per il disegno a matita e il ripasso a china con un pennello molto sottile.
Vi assicuro che il risultato era un vero e proprio piccolo miracolo artistico !!