S’i’ fosse foco, poesia di Cecco Angiolieri

S’i’ fosse foco è uno dei sonetti più famosi dell’autore Cecco Angiolieri (Siena, 1260-1313) ed ha contribuito alla nascita della sua fama di poeta maledetto, specialmente in età romantica. In esso l’autore proclama, prima con toni distruttivi poi con quelli più reali, tutti i suoi desideri, coinvolgendo tutti gli elementi naturali.

Cecco Angiolieri
Cecco Angiolieri fu contemporaneo di Dante Alighieri

La lirica S’i’ fosse foco è certamente insolita per il periodo. Tuttavia è una delle più importanti e famose del genere comico-realistico. Appartiene all’ultima parte del canzoniere di Cecco Angiolieri. Essa è considerata una delle prove più importanti del genere.

Cecco Angiolieri e lo Stilnovismo

Angiolieri era infatti un contemporaneo di Dante, ma che viaggiava su uno stile di poetica totalmente opposto. Insieme ad altri poeti comico realistici, come Rustico Filippi, egli rovesciò tutti i canoni dello Stilnovismo, scegliendo una poesia popolare, comica, dissacratoria. Mentre la donna stilnovista era una donna angelo, quella di Cecco Angiolieri si chiamava Becchina ed era una donna pienamente sensuale.

Anche la vita dell’Angiolieri rispecchiava a pieno la sua poesia. Egli fu un uomo fuori dal comune, sempre impegnato a giocare, bere e sperperare i soldi di famiglia. Un vero e proprio poeta maledetto ante litteram.

La lirica in esame è un sonetto, composto quindi da due quartine e due terzine con schema

ABBA- ABBA- CDC- DCD

Essa può essere considerata un’invettiva che l’autore rivolse ai suoi avari genitori, che non volevano più concedergli denaro per i suoi vizi.

S’i’ fosse foco

S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo;

s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti cristïani embrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.

S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi’ madre,

S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.

Parafrasi

Se io fossi fuoco, brucerei tutto il mondo
se io fossi vento, lo sconquasserei con le tempeste,
se io fossi acqua, lo sommergerei per annegarlo,
se io fossi Dio, lo scaglierei nell’abisso;

Se io fossi papa, sarei felice perché
metterei nei guai tutti i cristiani;
se io fossi imperatore, lo saprei fare molto bene:
taglierei la testa a tutti.

Se io fossi la morte, andrei da mio padre;
se fossi la vita non starei con lui:
mi comporterei ugualmente con mia madre,

Se io fossi Cecco, come sono e sono stato,
mi prenderei le donne giovani e graziose;
le vecchie e brutte le lascerei agli altri.

Commento e breve analisi

La lirica è un rovesciamento ironico del plazer provenzale. Nella versione classica questo è un elenco di cose piacevoli. Qui invece l’autore lo trasforma in un proclamo di odio universale.

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Nella prima quartina l’autore immagina di immedesimarsi negli elementi naturali e in Dio stesso, quindi in tutto il creato e nel creatore.
Nella seconda quartina, Cecco Angiolieri diventa papa e imperatore: le due personalità più importanti del tempo. Immagina di compiere soltanto atti brutali verso le persone.
Nella prima terzina, sceglie i principi fondamentali della vita e della morte, augurando un infausto destino ai suoi genitori.
Nell’ultima terzina si esprime in tutta la sua vera essenza. Dimostra qui un grande egocentrismo. Sono espressi il suo amore per le donne e i suoi desideri in tutto il loro realismo.

Cecco Angiolieri, S'i' fosse foco
Cecco Angiolieri

Lo stile

Dal punto di vista stilistico, la poesia sembrerebbe apparentemente un semplice sfogo, ma in realtà racchiude un grande lavoro e soprattutto una grande conoscenza delle tecniche retoriche. Ogni verso è ben calcolato ed equilibrato nella struttura: il ritmo diventa incalzante perché ogni verso coincide con una frase indipendente (questo cambia solo nell’ultima terzina).

Sicuramente il ritmo stesso può definirsi crescente grazie ai continui paragoni realizzati attraverso la ripetizione (anafora) del costrutto “S’i’ fosse” sin dalla prima terzina. Nell’ultima terzina, il costrutto diventa “sono e fui“, per far tornare il lettore alla realtà.

S’i’ fosse foco di Cecco Angiolieri, è un sonetto certamente fuori dal comune. Esso conduce i lettori in un universo ironico, reale e soprattutto comico, che certamente all’epoca si distinse dall’opera stilnovista. Angiolieri rappresenta quindi il primo grande esponente dei poeti comici-realistici: è uno dei primi autori piuttosto discussi per lo stile di vita, ma che certamente seppe trarsi fuori dal coro per esprimere a pieno la sua audace personalità.

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Anna D'Agostino

Anna D'Agostino, napoletana di nascita portodanzese d'adozione, laureata in Filologia Moderna e appassionata di scrittura. Ha collaborato con varie testate come giornalista pubblicista, attualmente insegna Lettere in una scuola secondaria di primo grado.

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