San Girolamo penitente, quadro di Antonello da Messina
Nel dipinto San Girolamo penitente possiamo ammirare sulla destra il santo, senza l’abito talare, spoglio di qualsiasi simbolo e ornamento. Colui che è stato il traduttore della Bibbia, uomo coltissimo e dalle profonde letture è in ginocchio, penitente. San Girolamo contempla un crocefisso appeso ad un albero posto di fronte a lui. Il dipinto è stato realizzato da Antonello da Messina fra il 1465 e il 1468. Attualmente è esposto alla Pinacoteca Civica di Reggio Calabria.
Non c’è un centro prospettico ma solo lo spazio che induce ad osservare i due protagonisti: il Santo e il simbolo del Cristo morto, rappresentato dal crocefisso appeso all’albero.
Il cardinale è in ginocchio con accanto il leone: l’animale è quello della leggenda che lo vede protagonista e in cui si narra che il santo accolse un leone ferito in convento senza alcun timore di essere sbranato; l’animale gli rimase fedele per tutta la vita.
I libri, invece, che lo hanno accompagnato per tutta la sua carriera di studioso sono chiusi ed appoggiati ad una roccia. L’abito talare è a terra.
Tutt’intorno vediamo una bellissima natura morta; le rocce lasciano scorgere un sentiero che porta ad una valle.
Approfondimento
San Girolamo penitente: lo stile di Antonello da Messina
Lo stile di Antonello da Messina è quello fiammingo: vi è una cura incredibile dei particolari. Basta osservare le pieghe dell’abito porpora e del tessuto bianco rivoltato sui fianchi.
Inoltre l’artista dimostra una notevole padronanza degli spazi e della luce, che non è abbagliante, ma passa dalle rocce agli anfratti permettendo una visione continua del dipinto.
Nell’opera San Girolamo penitente, Antonello da Messina domina lo spazio e la prospettiva e senza alcuna esitazione. Accompagna la visione dello spettatore dal Santo al crocefisso e poi tutt’intorno, nel contesto bucolico in cui si svolge l’ascesi di San Girolamo.
L’ispirazione del dipinto e la vita di San Girolamo
Il dipinto è oggi compromesso in molte sue parti, tuttavia, se lo si osserva con attenzione, in uno stato di contemplazione prolungato, si nota come la sua funzione sia quella di ispirare compassione per la prostrazione di San Girolamo. E’ proprio Girolamo, rappresentato in un’età avanzata, che cerca attraverso la preghiera di raggiungere uno stato di contemplazione ascetica.
L’opera racchiude in un certo modo la vita del Santo sintetizzandone la carriera: essa è simboleggiata dall’abito talare rosso, il prestigio come studioso – simboleggiato dai libri, il suo coraggio e la sua autorità, simboleggiata dal leone. Sul finire della sua vita, ebbe il desiderio di lasciare tutto per cercare il rapporto diretto e solitario con il Cristo.