Ecce homo e San Girolamo penitente, di Antonello da Messina: analisi dell’opera

Questa tavoletta di dimensioni contenute, 19.5 x 14.3 cm, aveva lo scopo di indurre meditazione e preghiera nel fedele che l’ammirava e ne constatava le implicazioni religiose delle immagini. Il titolo è “Ecce homo e San Girolamo penitente”. E’ stata realizzata da Antonello da Messina fra il 1463 e il 1465. L’opera fa parte di una collezione privata newyorkese.

Tavoletta di Antonello da Messina: Ecce homo (fronte) e San Girolamo penitente (retro) - Analisi dell'opera
Ecce homo (fronte) e San Girolamo penitente (retro), sono le due immagini che compongono la tavoletta di Antonello da Messina

Un’opera votiva

Meraviglioso esemplare di opera votiva, la tavoletta aveva lo scopo di stimolare la preghiera, di contemplare la sofferenza di Cristo e di ammirare la dedizione del Santo.

Fronte e retro

Sulla parte frontale (recto) della tavoletta appare il Cristo dolente mentre si sporge da un parapetto. Dietro di lui il buio, espediente necessario per permettere allo spettatore di concentrarsi unicamente sul personaggio ritratto.

Ecce homo (recto), opera di Antonello da Messina
Ecce homo, il volto sofferente di Gesù Cristo. Nella parte bassa la scritta I.N.R.I. (Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum «Gesù Nazareno Re dei Giudei»)

Cristo è mostrato nel suo dolore fisico, contorto dalla sofferenza per le ferite inflitte, umiliato perché deve apparire di fronte alla folla, trascinato sul luogo dove appare forse con la corda che gli vediamo al collo.

San Girolamo penitente (verso), opera di Antonello da Messina
San Girolamo penitente (verso)

Sull’altro lato, il retro (verso), appare la figura di San Girolamo penitente. In un altro dipinto con lo stesso titolo, sempre opera di Antonello dello stesso periodo, il santo appare in ginocchio di fronte ad un crocefisso.

San Girolamo penitente, Antonello da Messina, quadro picture
L’altro dipinto dal titolo San Girolamo penitente (1460-1465)

Nella pittura oggetto di questo articolo, il Santo è sempre inginocchiato ma rivolto verso il cielo. Girolamo si trova in un luogo solitario, circondato solo dalla natura e dalle rocce.

La sua missione è l’ascesi, la preghiera solitaria. San Girolamo ha abbandonato l’abito talare e ha deciso di passare gli ultimi anni della sua vita solo, nella meditazione sul mistero di Cristo.

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Ecce homo e San Girolamo penitente: le emozioni

Entrambe le immagini sono profondamente commoventi. La prima serve per meditare sulla sofferenza senza speranza del Cristo, che certo poi risorgerà, ma in quel momento è nel pieno del suo dolore e del suo sacrificio; nella seconda invece c’è la tensione del santo verso la perfezione della preghiera e della sua ricerca del dialogo con Dio.

La tavoletta Ecce homo e San Girolamo penitente serviva a questo scopo: ad indurre la meditazione e la preghiera nel fedele, che poteva portarla con sé o tenerla in un luogo dove raccogliersi, in silenzio, nella meditazione.

I dettagli

I dettagli del volto del Cristo richiamano l’arte fiamminga innalzata dal talento di Antonello da Messina.

Anche il contesto in cui San Girolamo prega è ricco di dettagli perfetti: la genealogia delle rocce, l’armonia della natura morta, il sentiero che si apre verso un panorama ampio, ricordano la ricchezza dei dettagli di pittori nordici tanto amati da Antonello: prima della sua partenza per Venezia li studiò con intensa ammirazione.

Eppure i cambiamenti che il maestro di Messina porta in quest’opera sono decisivi per trasformare l’arte del ritratto e concentrare l’attenzione dello spettatore sulla narrativa delle immagini.

Ecce homo e San Girolamo penitente: analisi dell’opera e commento video

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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