Sabrina Ferilli e il non-monologo a Sanremo: elogio alla leggerezza d’animo
Tra le conduttrici che si sono avvicendate sul palco dell’Ariston per affiancare Amadeus, Sabrina Ferilli si è distinta per la sua spontaneità. Il suo “non monologo” ha colpito il pubblico in sala e i telespettatori a casa: l’attrice romana ha parlato di quello che avrebbe voluto dire e non dire, della responsabilità che il palco dell’Ariston comporta per coloro che vi salgono. Poi, ha concluso con un riferimento letterario, citando il grande Italo Calvino.
“Sono stati due anni molto duri e molti temi sono stati già toccati. Mi sono chiesta, cosa potrei dire? Potevo parlare di famiglie e donne che faticano per mandarle avanti, ma i figli non li ho, sono un’attrice avviata, ho un marito benestante, non ero nella condizione di parlare. Potevo parlare di uomini che decidono per le donne, che occupano tutti i livelli di gerarchia lavorativa, i piani più alti del potere, ma ci ho rinunciato. Parlare di bellezza, quella più profonda, quella delle imperfezioni fisiche, ma io sono quattro giorni che mangio radici per entrare in questo vestito, quindi non sarei stata credibile.
Parlare di amori che riguardano tutti o di quelli particolari, delle dipendenze amorose, però ho pensato che avevamo Amadeus che sui social c’ha er profilo de coppia con Giovanna (Civitillo, ndr) e Morandi che senza sua moglie Anna non riesce a fare niente, se non sono dipendenze queste? Meglio di no”.
Sabrina ha parlato con spontaneità, il suo discorso “di pancia” lo ha fatto stando seduta a terra, sulle scale.
“Parlare di femminismo, di body positivity, della schwa, di inclusione, però io penso che per parlare di questi argomenti bisogna che lo faccia chi si sporca le mani veramente, chi li studia, li conosce. Di tuttologi ne è pieno il web e io non sono una di loro. In definitiva, ho pensato: ma perché la presenza mia deve essere per forza legata a un problema? Io sto qua per il mio lavoro, per la tenacia che ho avuto per prendermi quello che volevo. Sono qui per la mia storia, questo conta. Ho scelto questa strada della leggerezza perché, come dice Calvino, prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.
Forse questo discorso, a differenza degli altri creati “ad hoc” per stupire, resterà impresso più a lungo nella storia di questa 72esima edizione di Sanremo ormai conclusa.