Ritratto d’uomo,1475: commento e analisi dell’opera di Antonello da Messina
L’opera qui analizzata, Ritratto d’uomo, è uno dei ritratti più suggestivi del maestro siciliano Antonello da Messina. Scopriamone i motivi.
Approfondimento
Ritratto d’uomo: il volto
Il volto da qualsiasi punto di vista lo si osservi sembra guardarci con ironia e distacco. Vi è una sorta di atteggiamento pensoso che non ci permette di comprendere quale sarà il suo gesto successivo. Sembra, quindi, che il soggetto sia sospeso in un atteggiamento senza tempo e senza un tempo, un ritmo, da eseguire in un momento successivo.
Come anche in altri dipinti, ad esempio L’Annunciata, anche in questo ritratto veniamo sospesi in un attimo indefinito che però ci mostra molti aspetti della personalità del soggetto.
Chi è l’uomo del quadro
Non sappiamo chi sia l’uomo ritratto da Antonello. Ci sono molte ipotesi; alcune più suggestive farebbero credere che si tratti di Michele Vianello, un ricco mercante d’arte veneziano che Antonello da Messina avrebbe conosciuto durante il suo soggiorno a Venezia. Ma non ci sono prove concrete che ci permettano di definire l’identità di un personaggio che ha una carica espressiva così stupefacente.
I dettagli
Osservando il dipinto vediamo un volto maturo che emerge da uno sfondo nero la cui profondità è accentuata dalla falda del cappello, che ricade sulla spalla. Con un magnifico chiaroscuro il maestro siciliano delinea meravigliosamente:
- gli zigomi dell’uomo;
- le fossette;
- le rughe intorno agli occhi;
- le pieghe del collo.
Anche il naso, con la sua rotondità, diventa un punto di riferimento del volto dell’uomo.
I dettagli del viso diventano poi infinitesimali se osserviamo la capacità dell’artista di dipingere ogni singolo pelo delle sopracciglia. Oppure se guardiamo come le pieghe del collo sembrino così vere da farci temere che l’uomo, mentre lo osserviamo, esca dal dipinto e venga a parlarci con quell’aria ironica e scanzonata che lo contraddistingue.
Altri dettagli fioriscono mentre osserviamo la fisionomia del soggetto. Come, ad esempio, le labbra che insieme agli occhi ci fanno pensare alla volubilità del carattere de protagonista e sembra che da un momento all’altro possano schiudersi per parlarci e dunque per suscitare in noi una reazione.
Tutti i ritratti di Antonello da Messina hanno questa caratteristica e tuttavia questo ritratto d’uomo, realizzato intorno al 1475 sembra essere ancora più vivo degli altri. Ci sono dipinti che possiamo osservare per ore e di cui scopriamo dettagli che prima non avevamo visto: d’altra parte l’Arte può avere molte definizioni e una di queste è la ricerca dell’immortalità da parte dell’artista che lascia nel quadro segni e simboli da cercare con attenzione.
In questo dipinto straordinario la ricerca è ancora più spostata avanti nel tempo perché man mano che si osserva il dipinto, anche da angolature differenti, si continua a vedere un cambiamento, impercettibile nello sguardo e nell’atteggiamento del soggetto.
Dati sul quadro
- Tecnica: Tempera e olio su tavola
- Dimensioni: 31×25,2 cm
- Ubicazione: Roma, Galleria Borghese