Ragazzo morso da un ramarro (Caravaggio)
Ragazzo morso da un ramarro è uno degli esempi più importanti del contributo fondamentale di Michelangelo Merisi da Caravaggio all’evoluzione dell’uso della luce nella storia dell’arte. La luce racconta il dramma del momento e cioè la consapevolezza del dolore causato dal morso del ramarro.
Approfondimento
Analisi del quadro Ragazzo morso da un ramarro
Il ragazzo viene illuminato da una fonte di luce che proviene da sinistra. Gli illumina il volto e prosegue, raccontando ciò che sta avvenendo, sulla spalla nuda del ragazzino per poi accompagnare il gesto del braccio, illuminando in un modo incredibile, la sua camicia e poi finendo sul chiaroscuro della mano.
Impressionante la luce che stilla dall’ampolla e che appare un esempio perfetto di pittura dal vero. La luce poi tocca alcuni punti della natura morta. Questo dipinto, come Davide con la testa di Golia, rappresenta la rottura geniale di Caravaggio fra la luce prima della sua pittura e il modo in cui verrà utilizzata in seguito.
Prima di Caravaggio, la luce si espandeva nel dipinto, con lui, invece, ha un’origine fisica che viene utilizzata per narrare ciò che avviene davanti a chi osserva il dipinto.
Due versioni
Ragazzo morso da ramarro venne realizzato in due versioni diverse. La prima fu realizzata fra il 1595 e il 1596 ed è conservata a Firenze. La seconda, invece, fu dipinta fra il 1595 e il 1600 e attualmente si trova alla National Gallery di Londra.
Sono diverse le teorie che raccontano dove vennero realizzate le due opere. Gli aspetti fondamentali, però, sono due: la luce, come abbiamo detto, che rende questo capolavoro una sorta di linea del tempo fra come la luce veniva considerata e come verrà, invece, utilizzata in seguito. Mentre il secondo aspetto riguarda l’ispirazione del soggetto.
Il ragazzo di vita effeminato, che rappresenta Caravaggio può essere uno dei ragazzini che il pittore frequentava in quegli anni, oppure può essere uno degli attori che si esibivano presso la casa del cardinale Francesco Maria del Monte, il quale amava gli spettacoli teatrali con ragazzini effeminati che si esibivano nel salotto del suo palazzo.
La scelta di Caravaggio di rappresentare il dolore provocato da un morso di un ramarro che si esprime nel volto del ragazzo è la conseguenza degli studi che il pittore aveva affrontato sull’opera di Leonardo da Vinci.