Il partigiano Johnny
Il partigiano Johnny è un celebre romanzo di Beppe Fenoglio, è una testimonianza importante della lotta partigiana durante la Seconda guerra mondiale. L’autore non riuscì a pubblicarlo in vita. Esso vide luce soltanto nel 1968 grazie agli editori Einaudi, che ne curarono anche la redazione definitiva.
Approfondimento
Il partigiano Johnny: la storia del libro
La vicenda editoriale è molto complessa, tutt’oggi i filologi discutono della correttezza della pubblicazione. Esistono infatti due versioni lasciate dall’autore, entrambe lacunose: la prima non iniziava dal primo capitolo ed era ricca di parole inglesi (anglicismi), la seconda invece era un’ arricchimento della prima e sembrava un vero e proprio romanzo. In sostanza ancora si discute se l’autore scrisse il libro negli anni ’40 o negli anni ’50.
Sicuramente Il partigiano Johnny è un romanzo in parte autobiografico perché l’autore partecipò in prima persona alla resistenza come partigiano sulle Langhe e visse poi come procuratore.
Gli altri suoi due libri, I 23 giorni della città di Alba e La Malora, furono pubblicati dallo scrittore Elio Vittorini negli anni ’50 e sono uno spaccato del realismo post bellico. Entrambe le redazioni de Il partigiano Johnny raccontano la sua storia, ma a partire da date differenti. In sostanza si continua la storia di Primavera di bellezza (Garzanti, 1929).
Riassunto e trama
Il protagonista è un ragazzo che vive nella città di Alba. Viene chiamato Johnny per la sua passione per la letteratura inglese. In Primavera di bellezza Johnny muore nella guerra partigiana.
In Il partigiano Johnny, Beppe Fenoglio riprende questa storia a partire dal ritorno a casa dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943. Johnny decide di lasciare la sua città di Alba e di unirsi ad un gruppo di partigiani sulle Langhe. Qui incontra un gruppo di i comunisti, soprannominati La stella rossa, e anche se non ne approva le idee, decide di lottare con loro.
Il gruppo commette un errore: fanno prigioniero un ufficiale tedesco, scatenando subito le ire dei nazisti. La maggior parte di loro viene massacrata ma Johnny riesce a salvarsi e nella primavera del ’44 si unisce ad un gruppo di partigiani badogliani, meno estremisti. Insieme tentano di prendere la città di Alba ma gli alleati sono ancora lontani e il colpo non riesce.
Johnny ora è costretto a passare l’inverno da solo in pericolo perché in città è attiva una spia. La sua tenacia lo porta a scoprire chi è stato a far uccidere tanti partigiani: un conciatore di pellame.
Finale e commento all’opera
Il finale è differente nelle due versioni. In una Johnny trova la morte in un conflitto a fuoco con i fascisti. Nell’altra invece chiacchiera con l’amico partigiano Pierre sulla missione contro i fascisti che andava fatta a tutti i costi.
Un romanzo impegnativo, che appartiene al filone del neorealismo postbellico. Racconta infatti delle difficile guerra di resistenza, una prova terribile e assurda che gli uomini devono affrontare per affermare in prima persona la propria identità. Termina con una visione negativa dell’esistenza.
Importante anche la trasposizione cinematografica di Guido Chiesa (2000, con Stefano Dionisi e Fabrizio Gifuni), che non termina con la morte del protagonista e si rifà alla prima stesura.