Oliver Twist: riassunto, commento e analisi del romanzo di Dickens

Oliver Twist: la sciagurata storia dell’orfanello di Charles Dickens

Oliver Twist” è il secondo romanzo dello scrittore britannico Charles Dickens ed è uscito in puntate mensili, dal 1837 al 1839, sulla rivista “Bentley’s Miscellany”. L’opera, che è stata ripresa al cinema e al teatro, è un affresco dell’ipocrisia dell’epoca vittoriana (dagli anni trenta dell’800 all’inizio del 900). E, in questo senso, conduce al lettore la denuncia dei grandi disagi sociali di quel tempo: povertà, sfruttamento del lavoro minorile e criminalità urbana.

Oliver Twist, riassunto del romanzo con analisi e commento
Oliver Twist, riassunto del romanzo con analisi e commento

Riassunto e trama

L’inizio del viaggio: la nascita, la morte della madre, l’orfanotrofio e l’ospizio

Oliver Twist nasce nell’Inghilterra del 1830, da una madre giovane che perde la vita a seguito del parto, in una “workhouse” ovvero un ospizio per poveri. Il bambino viene subito derubato dei pochi beni della madre per mano della levatrice Sally e battezzato dal fanatico messo parrocchiale signor Bumble con il nome, appunto, di Oliver Twist.

Fino all’età di nove anni resta in orfanotrofio per poi ritornare all’ospizio. Qui soffre coi suoi compagni di sventura di fame e stenti.

Un giorno la sorte vuole che tocchi a lui l’ingrato compito di affrontare Bumble per ottenere una porzione di zuppa in più dopo 3 mesi di digiuno. Questa sfrontatezza gli costa l’isolamento e la punizione di essere lasciato in adozione a chiunque volesse prenderselo.

Per questo, schivato il pericolo di divenire apprendista spazzacamino (mestiere con un altissimo tasso di incidenti mortali), viene affidato al signor Sowerberry, becchino. Non sarà la soluzione della triste vita di Oliver: la signora Sowerberry lo maltratta; l’apprendista becchino, Noah Claypole, pure. Così, stanco delle continue percosse e dei costanti insulti Oliver scappa alla volta di Londra.

Oliver Twist a Londra

Oliver giunge finalmente a Londra, dopo un viaggio a piedi. Qui conosce Jack Dawkins ovvero “il furbacchione” che di “lavoro” fa il borseggiatore per conto di Fagin. Questi è un inquietante e anziano ebreo, sfruttatore di una banda di bambini senza tetto e senza famiglia in cerca di un espediente per sopravvivere.

Oliver, ignaro dell’obiettivo della spedizione, esce con la gang che sta ordendo uno scippo, questa volta ai danni del signor Brownlow.

Quando il colpo è compiuto i ragazzini scappano ma Oliver, privo d’esperienza e incredulo per quanto appena accaduto, resta indietro e si aggiudica una accusa di furto. Alla fine il signor Brownlow comprende l’ingenuità di Oliver, ritira l’accusa e lo prende con sé.

Sotto l’ala del (sospettoso) signor Brownlow

Oliver si sposta in casa del signor Brownlow, ma la serenità è destinata a durar poco. Un giorno, mentre è impegnato in una commissione per conto del suo affidatario, viene rapido da Bill Sikes e da Nancy, prostituta per necessità, soci di Fagin.

Brownlow, non vedendolo tornare, inizia a sospettare dell’onestà di Oliver e ancor più quando, pubblicato un annuncio per ritrovarlo, si presenta nella sua casa il signor Bumble che non perde tempo a descrivere il piccolo Twist come un delinquente esperto.

Il destino non è favorevole alla costruzione di una reputazione candida perché Oliver viene costretto a prender parte ad una nuova rapina che non solo fallisce, ma lo lascia a terra per un colpo d’arma da fuoco.

A curarlo sono la signora Maylie e la nipote, anch’essa orfana, Rose, padrone della casa oggetto del furto. Oliver Twist, a termine di questa vicenda, viene accolto in casa delle due donne.

Torna l’ombra di Fagin

Nuovamente il malaffare interferisce con la ritrovata serenità. Un losco individuo chiamato Monks vuole riportare Oliver nella banda con la complicità di Fagin. Quando Nancy ascolta questo progetto, mossa a compassione per il bambino sventurato, corre a raccontare tutto a Rose Maylie. Rosa avverte il signor Brownlow, il dottor Losberne e Harry, il figlio della signora Mayle da sempre innamorato di lei che lo rifiuta perché imbarazzata dalla sua condizione di orfana. Intanto, il signor Bumble sposa la signora Corney, direttrice dell’ospizio. A questa Sally, in punto di morte, confessa di aver rubato il medaglione e l’anello che la madre aveva lasciato ad Oliver prima di morire.
Quando Fagin viene a conoscenze della soffiata ordita da Nancy la fa uccidere da Sikes. Questo sarà, per fortuna, l’ultimo atto della banda a cui, infatti, segue l’arresto di Fagin, la morte di Sikes e la cattura di Monks.

La rivelazione di Monks, del padre naturale e di Rose Maylie

Quando il destino della banda di Fagin è ormai segnato, Monks rivela la sua vera identità: è Edward Leeford, figlio di Edwin, padre anche di Oliver Twist. Edwin, infatti, insoddisfatto del suo matrimonio si era intrattenuto in una relazione clandestina con Agnes Fleming da cui era nato il piccolo.

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Ad un passo dalla morte, Edwin aveva nominato Oliver suo unico erede a patto che non si fosse dato al crimine. In quel caso tutto sarebbe andato da Edward. Questi e la madre, allora, dalla morte di Edwin, avevano fatto di tutto per rintracciare Oliver e fare in modo che non potesse incassare l’eredità.

Non riuscendo, intanto, avevano scatenato la loro malvagità su quello che rimaneva della famiglia di Agnes. In particolare, sulla sorella di lei che si rivela essere Rose Maylie. Rose, insomma, è la vera zia di Oliver.

Oliver Twiste: il finale

Il prospetto che viene fuori da queste rivelazioni rende Oliver unico ereditario della fortuna di Edwin Leeford. Ma, su suggerimento di Brownlow, Oliver cede una parte al fratellastro per dar lui la possibilità di cambiar vita, cosa che non accadrà.

Edward “Monks” Leeford emigra in America, sperpera tutto, viene arrestato per debito e muore in prigione a causa di un attacco di epilessia. Anche Fagin muore per impiccagione a seguito del processo.

I ragazzi della gang, ad eccezione di Jack Dawkins, tornano coraggiosamente ad una vita onesta.

Oliver, infine, viene adottato dal signor Bronwlow; torna a vivere con lui e Rose che sposa finalmente Harry. I Bumble cadono in disgrazia per le conseguenze della connivenza con Monks e gli altri: muoiono in povertà nell’ospizio.

Commento a analisi

Charles Dickens con questo romanzo critica il sistema dell’educazione dei bambini più poveri negli orfanotrofi, dove i fanciulli sono costretti a svolgere dure mansioni senza compensi.

L’opera è la prima chiara denuncia di Dickens del sistema educativo dell’era vittoriana, nonché il manifesto della reale condizione dei ceti meno abbienti nelle grandi città, di cui Londra è grande esempio.

Tra i vari edifici pubblici di una certa città che per molte ragioni evito di nominare e a cui non voglio dare alcun nome fittizio, ve n’è uno comune da tempo a molte città grandi e piccole, voglio dire l’ospizio di mendicità. E in questo ospizio nacque, un giorno che non merita specificare perché non ha alcuna importanza per il lettore, almeno per ora, l’esemplare umano il cui nome appare in testa a questo capitolo.

INCIPIT del romanzo Oliver Twist

La “ribellione” di Oliver all’inizio della storia – nella sequenza della minestra richiesta per due volte – riflette la rottura da parte di Dickens contro i canoni dell’educazione.

La denuncia contro la dilagante povertà delle città si sposta poi nel contesto della banda di Fagin; qui i più poveri – a cui non è stata concessa l’educazione – sono costretti a sopravvivere come possono.

Nelle opere successive Dickens denuncia una dinamica relativa alle ricche famiglie inglesi: queste offrivano la loro beneficenza ai poveri soltanto per guadagnare ammirazione nella società. In Oliver Twist accade però che il ragazzo protagonista instaura subito un rapporto di affetto ancestrale con Brownlow, suo protettore.

Il personaggio di Oliver Twist

Il protagonista incarna i valori di un nuovo eroe per Dickens: è un reietto della società che riesce a trovare il suo futuro grazie ai propri espedienti e all’aiuto delle persone di buon cuore.

Questa tematica che possiamo definire del nuovo gentleman inglese sarà presente in altri romanzi dell’autore, specialmente in David Copperfield.

La crescita e lo sviluppo di Oliver Twist

La vicenda di Oliver si dipana ed evolve in un percorso che è una parabola di purificazione. Ciò è ben evidenziato nel titolo originale dell’opera: Oliver Twist; or, the Parish Boy’s Progress. (in italiani: lo sviluppo dell’orfano).

Questo sviluppo usato da Dickens è stato considerato “conservatore e vittoriano”, perché fortemente intriso dei tipici valori cristiani del protestantesimo; ma anche della parabola della conversione e del ritrovo del protagonista, il quale all’inizio è disperso nella strada del male e del peccato.

La visione dickensiana dei personaggi è fortemente dicotomica: vi sono il gruppo dei Buoni e quello dei Cattivi. Ogni personaggio è fortemente carico di connotati positivi oppure negativi, a partire dal nome.

I Buoni sono dipinti con le migliori qualità e bellezze fisiche; dei cattivi sono raccontati i peggiori vizi e le più aberranti connotazioni fisiche.

Il testo di Dickens è ricco di metafore, spesso religiose, nonché di passaggi dal patetico al gioioso, dal triste al melanconico. L’autore non offre un andamento lineare. E’ sempre ricco di particolari. Infine è molto presente l’ironia, specialmente contro i personaggi cattivi.

Al cinema e in tv

Il primo omonimo film sulle vicende di Oliver Twist, risale al 1909 ed è diretto da James Stuart Blackton. Seguono quelli del 1916, diretto da James Young, e del 1933 diretto da William J. Cowen.

Per la tv è stato prodotto un film nel 1997, diretto da Tony Bill e una miniserie nel 2007, diretta da Coky Giedroyc.
Il film moderno più celebre è forse quello del 2005, “Oliver Twist“, diretto da Roman Polanski.

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Maria Cristina Costanza

Maria Cristina Costanza è nata a Catania il 28 gennaio 1984. Lascia la Sicilia a 18 anni per trasferirsi a Roma, dove si laurea in Comunicazione a La Sapienza. Sin da studentessa si orienta verso il giornalismo culturale collaborando con settimanali on line, webzine e webtv, prima a Roma poi a Perugia e Orvieto, dove vive attualmente. Dal 2015 è giornalista pubblicista. Col giornalismo, coltiva la sua 'altra' passione: la danza. Forte di quasi 20 anni di studio fra Catania, Roma, Perugia e New York oggi è insegnante di danza contemporanea e classica a Orvieto.

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