Perché Nerone bruciò Roma?
Secondo gli storici di quel tempo, l’imperatore Nerone fu il fautore principale dell’incendio che si diffuse nei quartieri più poveri di Roma la notte del 18 luglio del 64 (evento ricordato come Grande incendio di Roma). La responsabilità fu dell’Imperatore che avrebbe ordinato ai suoi uomini di appiccare l’incendio alla città.
Secondo gli storici infatti, Nerone non considerava Roma all’altezza dei suoi canoni di bellezza e per lui era necessario intervenire drasticamente, effettuando un notevole cambiamento urbanistico, spazzando via tutto il vecchio. Secondo Svetonio, Nerone era considerato un odiato despota ed esteta, amante del bello e nella sua opera “De Vita Caesarum”, lo accusa direttamente di aver provocato tale disastro.
Altre fonti storiche, invece, raccontano di un Nerone che avrebbe voluto far scoppiare l’incendio solo per lasciare un vivido ed indelebile ricordo della sua persona nella storia dell’umanità e per trarne semplicemente ispirazione per un suo epico canto. Ma Tacito smentisce tali fonti citando che nel periodo in cui scoppiò l’incendio, l’imperatore non si trovava a Roma e quando seppe dell’accaduto si premurò di rientrarvi per organizzare la ricostruzione urbanistica della città, ingaggiando immediatamente tecnici ed architetti.
Tacito da nel complesso un giudizio positivo su Nerone che a suo dire, anche se mediamente, si preoccupò della città, anche se il suo pensiero primario fu quello di costruire la Domus Area, ossia la nuova residenza dell’Imperatore. In un secondo momento, elogia il processo di riedificazione pianificato da Nerone in modo da evitare che si verificasse nuovamente una catastrofe.
I più arditi storici come il tedesco Gerhard Baudy, sostengono invece che l’incendio fu appiccato dai cristiani per far avverare una loro profezia apocalittica sulla distruzione di Roma. Ma in realtà, gli scritti lasciati da Tacito smontano tale ipotesi, dicendo che Nerone fece ricadere su di loro la colpa, proprio perché gli attribuivano la responsabilità dell’incendio.
Comunque siano andati i fatti, il dubbio sull’imperatore è arrivato fino ai giorni nostri, ma secondo la maggioranza degli studiosi moderni l’incendio non fu colpa né di Nerone né fu tantomeno doloso. Si trattò solo di uno spiacevole incidente causale dato che Roma, soprattutto in estate, era sovente soggetta a frequenti roghi.