Michele Placido: “Mi sento il Clint Eastwood italiano”
L’attore e regista italiano Michele Placido è nel pieno della sua carriera: non intende fermarsi, anzi. Come ha rivelato di recente in un’intervista “D’altronde Verdi ha scritto le sue più belle arie a 70 anni. Eastwood a 80 firma capolavori. Ecco, mi sento un po’ il Clint Eastwood italiano: non vedo ancora il traguardo dove fermarmi”.
Come è successo ad altri grandi nomi dell’arte e del cinema, anche Placido, nonostante l’età anagrafica, è ancora desideroso di sperimentare e provare nuove strade inedite nel suo lavoro. “Con l’esperienza viene voglia di rinnovare il linguaggio, sperimentare nuove tecnologie. Mi è capitato ora con il mio nuovo film su Caravaggio”, ha detto.
Con orgoglio ha anche annunciato che: “Michelangelo Merisi con lo sguardo di Riccardo Scamarcio sarà a Cannes o a Venezia. I coproduttori francesi lo vorrebbero da loro. Io terrei anche a Venezia, perché è un festival importante, in cui una storia italiana come quella di Caravaggio figurerebbe benissimo”.
Michele Placido, che ha all’attivo più di 50 anni sul set di cinema e sul palcoscenico, figura tra gli autori del docufilm collettivo sulla pandemia intitolato “Europe C-19”.
In una recente intervista, il regista originario di Ascoli Satriano (Fg), ha ripercorso gli esordi della sua brillante carriera teatrale, cinematografica e televisiva.
Tra i documentari più apprezzati realizzati come regista ci sono “Rosarno Blues” e “Pummarò”. Ha esordito dietro la macchina da presa con “Un viaggio chiamato amore”, la storia che racconta l’amore tra il poeta Dino Campana e e la scrittrice Sibilla Aleramo. “In Italia, eccetto che per un paio di registi come Paolo Sorrentino o Nanni Moretti, non ci sono abbastanza soldi per il cinema. L’ombra di Caravaggio è un film da 12 milioni di euro. Anche questo racconta una mia certa ambizione arrivata con l’età”, ha dichiarato Placido.