Massimo Fini e il giornalismo fatto a pezzi (recensione del libro)
È indubbiamente interessante leggere gli articoli di Massimo Fini, raccolti in questo ampio volume edito da Marsilio (Giornalismo fatto in pezzi di Massimo Fini, pp. 832 – 2021). Oltre a ripercorrere una parte della storia d’Italia dagli anni ’70 al 2000, ci mostra come fare un giornalismo sia di intrattenimento che di inchiesta.
Fini ci mostra inoltre come attirare il lettore in un vortice di informazioni che comportano sempre il dubbio, la domanda, il pensiero obliquo verso la ricerca di una verità difficile e complessa. E lo fa senza perdere mai il punto di vista del suo interlocutore e dei lettori.
Le inchieste e le interviste
Le sue sono inchieste difficili, divertenti, drammatiche, coinvolgenti ma non mirano mai a colpire la persona oggetto dell’inchiesta o dell’intervista.
C’è sempre da parte di Massimo Fini un atteggiamento distaccato e competente; esso non farebbe mai immaginare un giornalismo diverso, se non avessimo sperimentato la macchina del fango che negli ultimi anni ha macchiato moltissime indagini giornalistiche.
Fini, quindi, è un giornalista di altri tempi?
Forse, ma è attualissimo il suo libro “Il giornalismo fatto in pezzi” anche se raccoglie articoli scritti molti anni fa. In parte perché la società non è cambiata molto, e molte analisi, come quelle sulla politica e il costume, riportano ad un pensiero vicinissimo a noi. In altra parte perché lo sguardo del giornalista è attento ai cambiamenti ma ha anche una visione generale più ampia e quindi analizza valori e modelli che sono rimasti uguali.
Come ad esempio la corruzione, i problemi delle grandi città, il sesso degli adolescenti, la ricerca di un nuovo progetto politico, tutte cose che si ripetono e che ritornano con nuove interpretazioni.
Il libro è scritto con una prosa elegante e ricca di sfaccettature. E quando, infatti, leggiamo le interviste a persone che non ci sono più, come quella a Pier Paolo Pasolini, ritroviamo tutta l’abilità del giornalista scrittore nel raccontare ciò che il suo intervistato non dice.
Il giornalismo fatto in pezzi
E’ un libro corposo, pieno di informazioni, scritto benissimo.
Ha l’ardire elegante di raccontare un periodo storico che possa appassionare anche i lettori, sempre più assenti, del 2021.
Se questo fosse lo scopo, il libro sicuramente lo ha raggiunto, portando una visione ricca di riflessione sul nostro passato ancora presente.