La madre di Cecilia (Promessi Sposi): riassunto, analisi e commento
Approfondimento
Promessi Sposi: capitolo 34
L’episodio della madre di Cecilia è uno dei più commoventi dell’intero romanzo dei Promessi Sposi, di Alessandro Manzoni. Protagonista è una madre che ha appena perso sua figlia a causa dell’epidemia di peste. L’accaduto viene narrato nel capitolo 34. Renzo Tramaglino si trova a Milano, città tragicamente colpita dalla pestilenza: rimane assorto a contemplare il momento in cui una madre accompagna con molta dignità il corpo di sua figlia durante l’ultimo saluto.
Il contesto
La città di Milano, già colpita dalla carestia e dalla miseria, viene sconvolta anche dal flagello della peste: l’epidemia viene portata dall’esercito dei Lanzichenecchi che stanno attraversando il territorio lombardo. Anche Don Rodrigo si ammala e viene portato al lazzaretto (luogo in cui venivano rinchiusi i malati di peste), insieme a moltissime altre persone.
Renzo invece, ammalatosi e guarito, ritorna al proprio paese con lo scopo di conoscere il nome della famiglia che ospita Lucia a Milano.
Ottenute queste informazioni, riparte subito per la città: qui si trova difronte ad uno scenario quasi catastrofico. Milano è infatti al collasso: la gente è spaventata; ci sono uomini che sono stati incaricati dalle autorità di prelevare i cadaveri e gettarli nelle fosse comuni (i monatti) e si comportavano da padroni facendo ruberie.
Renzo si ferma commosso quando assiste alla scena della breve ma intensa cerimonia funebre della madre di Cecilia.
La madre di Cecilia: l’episodio
La madre esce di casa e si avvia verso la fila dei carri dei monatti. Ha vestito a festa la bambina, che può avere all’incirca nove anni, con un vestito bianchissimo e i capelli divisi sulla fronte.
Viene portata in braccio dalla madre come se fosse ancora viva, con la testa appoggiata sul petto e un braccio che penzola in maniera pesante, segno della mancanza di vita. Perfino il monatto che raccoglie il corpo ha un momento di esitazione: assume per un attimo un atteggiamento meno bestiale di fronte alla morte della piccola, ma soprattutto davanti al dolore pacato della madre.
Ella offre dei soldi al monatto facendosi promettere che il corpo di Cecilia non venga toccato e lo depone personalmente sul carro.
Il monatto sposta allora gli altri cadaveri in segno di rispetto difronte a questa scena.
La mamma dà un ultimo bacio in fronte alla piccola, la pone sul carro mettendole sopra un panno bianco e pronuncia le sue ultime parole:
«Addio Cecilia! Riposa in pace, sappi che stasera ti raggiungeremo anche noi».
È consapevole che morirà presto anche lei, assieme all’altra figlia.
Si rivolge poi al monatto dicendogli di passare verso sera a prendere anche il suo corpo e quello della sua altra figlia.
Analisi e commento
Manzoni, attraverso la madre di Cecilia, crea una figura esemplare, un vero simbolo della virtù cristiana, della rassegnazione.
Cerca di restituire dignità alla morte.
La donna prova un dolore pacato, profondo, che viene espresso nei gesti che compie in maniera solenne con tanta dignità: perfino il monatto, di solito attento solo al vile denaro, ne resta colpito e la rispetta.
L’addio a Cecilia rappresenta un momento familiare grazie al quale l’autore vuole dimostrare che la fede e la speranza cristiana permettono di accettare con serenità il dolore, perfino quello così profondo della morte di un figlio.
Parallelamente si vive la diversa fine di Don Rodrigo: egli teme la morte come significato di perdita delle proprie ricchezze; la madre di Cecilia ha invece fede e sa che troverà la serenità eterna.
L’episodio è ispirato a un fatto reale: esso è descritto dal cardinal Federigo Borromeo nel De pestilentia (VIII, De miserandis casibus), uno scritto sulla peste del 1630. Manzoni aggiunge due dettagli:
- il nome di Cecilia alla bambina morta;
- il particolare struggente di una seconda figlia della donna.
L’episodio è commovente e rappresenta l’unico momento lirico del capitolo XXXIV, dominato da immagini forti e descrizioni molto crude. Tra queste c’è anche l’episodio finale, del mancato linciaggio del giovane scambiato per un untore e della sua fuga rocambolesca sul carro dei monatti.
L’episodio della madre di Cecilia ha ispirato molti artisti del Novecento: tra i più celebri ricordiamo Renato Guttuso che realizzò una litografia, oppure Giorgio Scarpati che realizzò diversi quadri ispirati agli episodi salienti del romanzo storico di Alessandro Manzoni.