Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino (quadro di Leonardo)

Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino” è un’opera realizzata da Leonardo da Vinci nel secondo periodo milanese che si aggira tra il 1506 ed il 1513 e conservata oggi nel Museo del Louvre di Parigi. Si tratta di un dipinto a olio su tavola delle dimensioni di 168 x 130 cm. L’opera rappresenta la massima espressione dell’arte di Leonardo e di tutta la pittura del Rinascimento.

Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino (Leonardo da Vinci, 1508 circa)
Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino (Leonardo da Vinci, 1508 circa)

Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino: il quadro

Nel dipinto ammiriamo tre figure: la Vergine, Sant’Anna e il Bambino, che formano una struttura a forma di piramide. L’opera rappresenta le tre generazioni della famiglia di Cristo: Sant’Anna, sua figlia Maria e Gesù Bambino. Al centro del dipinto, ammiriamo Sant’Anna che sulle sue ginocchia tiene la Vergine, quasi fondendosi l’un l’altra, vestita con un abito rosa con le maniche di un tessuto grigio-trasparente e con ampio mantello blu.

Il dettaglio dei visi di Sant'Anna e di sua figlia Maria presenti nel celebre quadro di Leonardo
Sant’Anna e Maria: dettaglio dei volti

La Vergine Maria tenta di afferrare il bambino che in quel momento era intento a giocare con un agnello, simbolo della futura Passione. Maria tenta di trattenere il bambino affinché non si compia l’ineluttabile destino, ma Sant’Anna la rassicura lanciando uno sguardo benevolo e sorridente sia a Maria che a Gesù, con un’espressione tipica della pittura matura dello stesso Leonardo.

Gesù bambino con l'agnellino (un dettaglio del quadro)
Gesù bambino con l’agnellino: dettaglio

Il ruolo di Sant’Anna è quello di simboleggiare la Chiesa che, ostacolando l’azione di materna apprensione di Maria, ribadisce la necessità del sacrificio volontario di Gesù. Lo sfondo è caratterizzato da montagne, da ghiacciai e vallate poco visibili a causa della nebbiolina. Sul lato destro del dipinto, intravediamo un albero molto scuro situato su un pendio di una collina; in primo piano invece il suolo roccioso sfocia in un dirupo.

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La luce è soffusa e le tonalità di colore sono sapientemente sfumate, con effetti atmosferici che legano le figure in primo piano con l’ampio paesaggio dall’orizzonte altissimo sullo sfondo. In questo modo, Leonardo amplifica la plasticità del gruppo centrale, sapientemente composto con gesti e sguardi che si sviluppano anche in profondità.

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Stefano Moraschini

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