Le Folies Bergère

Il 1° maggio del 1869 le Folies Bergère aprì a Parigi. Le Folies Bergère è uno dei più famosi locali di intrattenimento della capitale francese, ed è tutt’oggi funzionante: si trova in Rue Richer 32, IX arrondissement. All’epoca era la music hall più importante di Parigi, punto di riferimento per gli artisti nel corso della Belle Epoque. Oggi è aperta al pubblico e ospita spettacoli di ballerini e artisti oltre che un ristorante, conservando tutta la magia che si respirava tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento nel corso del suo periodo d’oro.

Folies Bergere - ingresso - entrance
L’ingresso odierno de Les Folies Bergère, come recita lo slogan: “la più celebre music-hall del mondo” 

L’inaugurazione ufficiale avvenne il 2 maggio 1869 e il nome originale era Folies Trévise, come quello della strada adiacente all’edificio. Fu costruito su un grande magazzino che venne demolito per far spazio al nuovo edificio progettato dall’architetto Plumeret.

Il teatro probabilmente nacque grazie all’interessamento dell’attrice francese Madame Cornelie, socia della Comedie Francaise, teatro di Stato francese che disponeva di una compagnia di attori fissa. Ella riuscì, grazie alle intime conoscenze con i vertici della municipalità francese, ad evitare le restrizioni che affliggevano i nuovi teatri, aiutando finalmente il varietà a prendere il largo nella Parigi del tempo. La situazione dei teatri infatti era molto dura: bisognava sottostare a norme e regole che venivano redatte dalla municipalità parigina e pertanto era complicato aprire un nuovo teatro.

La Comedie Francaise dominava le scene ed era impegnativo proporre qualcosa di diverso, di più leggero e frizzante senza incorrere a sanzioni e chiusure. Le Folies Bergère nacque proprio come teatro di varietà che si ispirava ai cafè – chantant, letteralmente caffè – concerto, ovvero locali molto diffusi nella Parigi di fine Ottocento inizio Novecento che offrivano rappresentazioni teatrali nel corso delle quali si poteva anche mangiare o bere qualcosa al bar.

Nacquero nel XVIII secolo ma conobbero un periodo buio nel corso della Rivoluzione Francese e dell’Impero napoleonico: molti di essi infatti vennero chiusi perché ritrovo abituale dell’alta borghesia e di qualche esponente meno conservatore dell’aristocrazia. La riscoperta di questi luoghi di intrattenimento avvenne proprio alla fine dell’Ottocento quando si instaurò un regime più democratico che concedeva maggiori libertà: conobbero così un immediato successo anche all’estero: basti pensare al famoso varietà italiano che si diffuse in particolare a Napoli.

Il cafè- chantant o concert era composto da una sala concerto e da una sala da thé, gli spettatori potevano infatti pagare la consumazione e ascoltare un brano di opera lirica, canzoni o canzonette e brevi recitazioni drammatiche.

Nonostante non venisse praticato il ballo, questo tipo di locali veniva guardato con molti pregiudizi dai fautori delle grandi opere liriche, mentre gli attori rivendicavano l’importanza e l’artisticità di questi luoghi. In seguito all’abolizione dei privilegi dei teatri, i cafè chantant si diffusero molto velocemente in tutta la Francia e divennero il luogo simbolo del divertimento alto borghese.

Loïe Fuller a Les Folies Bergère
Loïe Fuller a Les Folies Bergère: un manifesto dell’epoca

Qui si riunivano artisti, intellettuali e aristocratici che amavano il teatro e la musica. Molte attrici acquisirono fama nazionale e divennero conosciutissime, tra queste ricordiamo Thereza e Susanne Lagier. Nel 1896 però iniziò la diffusione del cinema e i cafè chantant vennero rapidamente sostituiti, mentre riuscirono a sopravvivere solo le music-hall che si trasformarono in cinema-teatri. Le persone cercavano già un intrattenimento diverso e le modalità di spettacolo stavano cambiando. Le Folies Bergere fu uno dei pochi che resistette perché seppe adeguarsi al cambiamento, diventando teatro e ristorante.

La storia del Folies Bergère

Il 13 settembre 1872 il Folies Trévise cambiò nome adottando Bergère, in quanto una famiglia di nobili che aveva lo stesso cognome si sentiva oltraggiata ad essere accostata ad un teatro di varietà. Per questo si decise di optare per un nome sempre di una strada nei dintorni del locale ma che non avesse legami con nessuno. Cominciò così ufficialmente il periodo d’oro del locale.

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All’interno si poteva bere, fumare, mangiare grazie ad un fornito bar. Nella sala teatro si alternavano dibattiti politici, riunioni ma soprattutto balletti, operette, spettacoli di varietà, pantomime (piccole storie raccontate attraverso le tecniche di un mimo) vaudeville (commedie leggere che alternavano prosa recitata e strofe cantate su arie conosciute).

Molti furono gli artisti che si distinsero sul palco del teatro e sono tutt’oggi da ricordare. In primis Loie Fuller, ballerina e attrice teatrale statunitense. E’ considerata la pioniera della danza moderna, insieme ad Isadora Dunkan. Proponeva infatti spettacoli ricchi di suggestioni di luci e si vestiva con abiti ricoperti di veli che muoveva in modo suggestivo, raccogliendo grandi consensi di pubblico. Debuttò nel 1893 e fu attiva a Parigi fino agli anni Venti del Novecento.

I protagonisti storici

Tra gli spettacoli che riscossero maggiore successo dobbiamo ricordare il numero di illusionismo dei fratelli Isola, il canguro pugile, l’incantatrice di serpenti Nala Damajenti.

Jean Gabin
Jean-Alexis Gabin Moncorgé, in arte Jean Gabin (Parigi, 17 maggio 1904 – Neuilly-sur-Seine, 15 novembre 1976)

Nel primo Novecento lavorarono il cantante Maurice Chevalier, che debuttò nel 1909, il comico Raimu che lavorò dal 1910 al 1914, Jean Gabin, uno dei nomi più importanti della storia del cinema francese, che debuttò nel 1922 a soli 18 anni.

Charlie Chaplin
Charlie Chaplin

Tra i nomi internazionali accostabili al teatro va ricordato Charlie Chaplin, attore e regista tra i nomi più influenti del XX secolo. Egli presentò qui una delle sue prime tournee europee come attore all’inizio del Novecento.

Tra i primi clienti abituali del bar sono da annoverare i pittori impressionisti francesi, come Toulouse Lautrec, assiduo frequentatore dal 1894 al 1896, e Manet.

Il quadro di Manet

L’ambiente alla moda della Parigi borghese del tempo venne ritratto da Manet in uno dei suoi più famosi quadri il bar delle Folies Bergère. Egli scelse infatti proprio questa ambientazione per dare immagine al realismo quotidiano impressionista, ai colori suggestivi e soprattutto ai riflessi dello specchio dietro al bancone.

Manet - Bar Folies Bergere
Edouard Manet: Il bar delle Folies-Bergère (Un bar aux Folies Bergère, 1881-1882)

Il quadro rappresenta l’ambiente del bar del locale con una barista in primo piano e sullo sfondo l’ambiente affollato di persone che aspettano di essere servite o sorseggiano da bere. La ragazza in primo piano ha l’aria triste e stanca e la tipica luminosità impressionista rende ancora più particolari i colori del quadro. L’autore in realtà non dipinse il quadro in loco ma nella sua stanza, però da cliente abituale aveva ben impresso quell’ambiente avanti agli occhi.

Da questo quadro si evince proprio come doveva essere l’atmosfera di quel tempo: studenti, intellettuali, artisti e la creme della borghesia parigina che si riuniva e discuteva assistendo ad una commedia o una canzone. Così è rimasta quell’atmosfera impressa per sempre grazie alle impressioni di Manet.

Le Folies Bergère oggi

Oggi le Folies Bergère è diventato un teatro che offre musical, commedie leggere, one man show, concerti, cori gospel e lo spettacolo della famosa attrice Regine, che ogni anno organizza una serie di cabaret improntati sulla sua forte personalità.

È possibile anche cenare al punto ristoro. Chissà se l’atmosfera è rimasta la stessa della Belle Epoque. Certo gli anni saranno anche passati ma la magia in quei luoghi è sempre percepibile.

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Anna D'Agostino

Anna D'Agostino, napoletana di nascita portodanzese d'adozione, laureata in Filologia Moderna e appassionata di scrittura. Ha collaborato con varie testate come giornalista pubblicista, attualmente insegna Lettere in una scuola secondaria di primo grado.

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