La battaglia di Dresda
La battaglia di Dresda fu uno degli scontri che Napoleone affrontò contro la sesta coalizione, composta dagli eserciti di Prussia, Russia e Austria, la cui forza militare era nettamente superiore a quella dell’esercito francese: 320.000 alleati contro 160.000 francesi.
Le forze alleate erano divise così: l’esercito del Nord era comandato dal ex maresciallo di Napoleone che si ribellò al suo sovrano e divenne re di Svezia, Re Bernadotte, il quale fece entrare la Svezia nell’alleanza; l’esercito della Slesia, comandato dal generale Blucher e l’esercito di Boemia, comandato dal maresciallo Schwarzenberg. Napoleone aveva progettato, quindi, tre offensive diverse: al Nord il maresciallo Davout avrebbe marciato su Berlino, al Centro il maresciallo Ney si sarebbe scontrato con il generale Blucher, mentre lo stesso Napoleone avrebbe comandato il suo esercito contro Schwarzenberg.
Questa scelta strategica metteva la guerra soprattutto nelle mani dei marescialli che godevano di una certa autonomia ma non erano mai stati troppo liberi di muoversi senza costanti ordini diretti da Napoleone. L’imperatore, infatti, controllava i movimenti delle sue truppe con ordini secchi e mirati che lasciavano un 20% di autonomia e creatività ai suoi marescialli, i quali intuivano quasi sempre quali erano le decisioni che Napoleone si aspettava da loro. Tuttavia, la mancanza del sovrano o la sua impossibilità di prendere decisioni dirette, come accadde in Spagna, spesso portava ad errori tattici e a distrazioni fatali per il suo esercito.
La battaglia di Dresda che si svolse in due giorni, fra il 26 e il 27 agosto 1813, dimostrò proprio questo. Napoleone sconfisse l’esercito di Schwarzenberg costringendolo a ripiegare ma non poté inseguirlo a causa di un malore; fu quindi il maresciallo Vandamme a spingersi all’inseguimento, ma rimase circondato dai nemici e perse la battaglia di Klum. Il maresciallo Macdonald fu sconfitto sul Katzbach, il maresciallo Oudinot fu sconfitto a sud di Berlino e il maresciallo Ney a Dennewitz.
I fatti
Il 16 agosto 1813 Napoleone ordinò al maresciallo Saint-Cyr di tenere Dresda fortificandola e preparandola come base di successivi movimenti delle sue truppe. Tuttavia mentre era in movimento contro le armate della sesta coalizione che il maresciallo Schwartzenberg, capo militare dell’alleanza, stava sconfiggendo a Dresda Saint-Cyr.
Il 26 agosto si precipitò sulla città con l’intento di isolare una parte dell’esercito alleato che contava un numero molto superiore di uomini. La manovra gli riuscì isolando l’ala sinistra che fu falciata dalla cavalleria di Murat. Schwarzenberg decise di ripiegare e fece arretrare tutto l’esercito.
Il 27 agosto Murat annientava completamento il corpo d’armata di Klenau catturandone cinque battaglioni e due divisioni di fanteria. Napoleone avrebbe voluto inseguire il nemico ma le forti piogge, che per giorni avevano sferzato il suo esercito, lo indussero a fermarsi. Inoltre un forte attacco di gastrite gli impedì di controllare e coordinare il movimento dei sui marescialli. Fu una vittoria importante quella di Dresda che però non incise in modo particolare nell’economia della guerra. Comunque l’alleanza perse 38.000 uomini e 40 cannoni mentre i francesi persero 10.000 uomini.