Improvvisazione 19 (Suono azzurro) – opera di Kandinsky
“Improvvisazione 19”, opera di Vasilij Kandinsky conosciuta anche con il nome “Suono azzurro” proprio per la presenza di questo colore nel dipinto, è stata realizzata dall’artista nel 1911, usando la tecnica del pennello asciutto, custodita a Monaco presso la Städtische Galerie. Si tratta di un olio su tela, di centimetri 120 x 141,5. Fa parte di una di quelle opere che Kandinsky raggruppò in “Improvvisazione”: suddivise infatti le opere realizzate a partire dal 1909 in Impressioni, Improvvisazioni e Composizioni.
Improvvisazione 19: analisi del quadro
Kandinsky sottolinea ancora una volta le affinità tra musica e pittura, conferendo alle sue realizzazioni l’uso di questi termini, che derivano appunto dal gergo musicale. A questo proposito, è famosa la metafora del pianoforte:
Attingeva dalla musica il maestro proprio quando cercava l’astrazione. In “Improvvisazione 19“, come nell’Impressione III realizzata nello stesso anno, domina un unico colore: l’azzurro che viene applicato con il pennello asciutto. Così l’artista esprime il suo concetto:
Un concetto di necessità interiore, che ritroviamo nelle sue opere. È proprio nel 1911 che viene pubblicato il suo volume dal titolo “Lo spirituale dell’arte”, un’opera scritta tra il 1909 e il 1910, con la quale cerca di rifondare la pittura, annunciando la nascita di una nuova epoca. Scrive l’artista:
Si tratta di un testo complesso, dove il filo conduttore è l’interiorità, un tema caro all’artista, che attribuisce all’opera d’arte il compito di penetrare nella profondità dell’io.
Il dipinto deve aprirsi all’interiorità, deve essere in sintonia con l’universo. Nel suo volume, l’artista dedica diverse pagine al colore, che rappresenta qualcosa che risplende dall’interno, rappresenta qualcosa da percepire con la mente. A tal proposito, scrive: