William Herschel e la scoperta di Urano
Settimo del Sistema Solare per distanza dal Sole e terzo per grandezza, il pianeta Urano ha una peculiarità che lo distingue da tutti gli altri: il suo asse di rotazione é inclinato di ben 98° rispetto al suo piano orbitale intorno al Sole, pertanto la temperatura registrata ai poli, che ricevono più luce, è superiore rispetto a quella registrata all’equatore.
Questa sua particolarità è il risultato di ripetute collisioni del pianeta con altri corpi celesti; si potrebbe immaginarlo come una trottola distesa su di un lato. La Terra, per fare un paragone, è inclinata di circa 23°. Il colore verde-blu si deve alla presenza nella sua atmosfera di metano, oltre che di idrogeno, elio, acqua ed ammoniaca.
Distante dal Sole 2.900 milioni di km e con un diametro equatoriale di 51 118 km (4 volte quello della Terra), la temperatura minima della sua atmosfera può raggiungere i -220°C. I suoi satelliti naturali scoperti sino al 2011 sono 27; possiede inoltre un sistema di 13 anelli.
Cinque dei pianeti del Sistema Solare, ovvero Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno furono scoperti già in tempi remoti: questo perchè sono ben osservabili nel cielo anche ad occhio nudo.
La scoperta degli altri pianeti, Urano, Nettuno e Plutone (nel 2006 riclassificato come pianeta nano) ha avuto inizio dopo l’introduzione del telescopio, avvenuta grazie a Galileo Galilei, che ebbe il merito del perfezionamento e del primo uso astronomico delle lenti e che il 21 agosto 1609 rivoluzionò il mondo dell’astronomia presentando al governo veneziano il suo cannocchiale.
Approfondimento
La scoperta di Urano
Urano è il primo pianeta ad essere stato scoperto attraverso un telescopio. L’astronomo e musicista britannico di origine tedesca William Herschel, mentre scrutava la volta celeste con un telescopio riflettore di sua costruzione, notò, come indicato nel suo diario, “una curiosa stella nebulosa o forse una cometa”. Era il 13 marzo 1781.
Inizialmente quindi, non identificò un pianeta, ma gli parve plausibile l’ipotesi che fosse una cometa. infatti, nelle sue osservazioni successive, rilevando il moto di questo corpo celeste, annotò: “Ho cercato la cometa o stella nebulosa e ho trovato che è una cometa, perchè ha cambiato la sua posizione”. Il 26 aprile 1781, Herschel presentò la sua scoperta nel racconto “Account of a comet” (Resoconto di una cometa) pubblicato nelle Philosophical Transactions of the Royal Society of London.
Diversi astronomi, venuti a conoscenza di questa nuova scoperta e dopo aver effettuato numerose osservazioni riguardanti l’orbita e l’assenza di una chioma o coda, finirono con il concordare che fosse un pianeta. Lo stesso Herschel, accortosi che la natura del corpo celeste scoperto differiva da una cometa in molti particolari, lo riconobbe quale “Pianeta Primario del nostro Sistema Solare”, come scritto in una lettera al presidente della Royal Society nel 1783.
Osservazioni precedenti
Prima che fosse classificato correttamente, Urano era già stato osservato precedentemente da diversi astronomi, tutti erroneamente concordi sul pensare che fosse una stella.
Le prime osservazioni risalgono al 1690 da parte dell’Astronomo Reale dell’Osservatorio di Greenwich John Flamsteed, che lo registrò come “stella 34 della costellazione del Toro“. James Bradley, anch’esso Astronomo Reale, lo osservò a partire dal 1748. L’astronomo francese Pierre Charles Le Monnier lo individuò svariate volte a partire dal 1750.
Scelta del nome
Il nome che diede Herschel al corpo celeste che identificò come cometa, era Georgium Sidus, ovvero “la stella di George”, in onore di Giorgio III del Regno Unito, re di Gran Bretagna e re d’Irlanda. Successivamente all’approvazione della sua natura di pianeta, lo ribattezzò Georgian Planet, “il pianeta Giorgiano”, nome che però venne accettato solamente all’interno del territorio della Gran Bretagna.
Le proposte per il nome da attribuirgli furono numerose: il nome stesso dello scopritore, Herschel, Astrea, Cibele, Nettuno di Giorgio III, Nettuno di Gran Bretagna, Hypercronius, Transaturnis, Minerva. Il nome approvato fu quello attuale, Urano, che rappresenta la divinità greca del cielo, proposto dall’astronomo tedesco Johann Elert Bode, editore del Berliner Astronomisches Jahrbuch.
Il periodo che impiega Urano a completare la sua orbita intorno al Sole è di 84 anni, che corrisponde anche all’età in cui morì il suo scopritore Herschel, nel 1822.