Elisabetta II, la regina dei record
Elisabetta II è un’icona e un’incredibile macchina da lavoro. Il suo personaggio è presente ovunque in Inghilterra sotto forma di immagini, foto e oggetti di ogni tipo; da quando la sovrana ha deciso per motivi economici di aprire al pubblico una parte dei suoi castelli la quantità di curiosi che hanno pagato il biglietto per vedere come vive un re, sono stati tantissimi. Ma soprattutto il suo lungo percorso come regina le ha permesso di essere, in questi ultimi anni, il personaggio in vita più rappresentativo del XX secolo.
Ha conosciuto 6 papi, 12 primi ministri inglesi, un numero incalcolato di ministri e capi di Stato esteri, ha superato il record del monarca più longevo sul trono di Inghilterra (la regina Vittoria, che diede il nome a un’epoca) e sicuramente fra i più longevi del mondo; ha commesso pochi errori, il più madornale dei quali è stato quello di non aver interpretato per tempo il sentimento di cordoglio del popolo britannico per la morte di Diana Spencer.
In questo momento, mentre scrivo, non ha nessuna intenzione di abdicare in favore del figlio Carlo che alla bella età di 67 anni deve ancora iniziare a lavorare come re. Eppure malgrado gli scandali che la sua famiglia le ha procurato e l’inevitabile caduta del prestigio della monarchia nell’arco degli ultimi 50 anni, Elisabetta II è ancora molto amata e rispettata dal popolo britannico e da molte persone che non vivono in Inghilterra ma ammirano la sua dignità e il suo senso del dovere.
Giovanissima, Elisabetta è diventata regina, dopo che il padre, Giorgio VI, è morto forse per le troppe responsabilità che ne hanno minato la già fragile salute. Giorgio VI infatti sostituì il fratello maggiore Edoardo VIII, il quale abdicò perché innamorato della signora Wallis Simpson, già divorziata. L’abdicazione del fratello e la inevitabile accettazione del trono mentre l’Europa stava per entrare in guerra lo costrinsero ad assumere pesanti responsabilità (parte della sua storia è narrata nel film “Il Discorso del Re“).
Elisabetta, l’ultima regina: il libro
La figlia primogenita arrivò sul trono nel 1953, a soli 27 anni. La sua vita è raccontata bene da Vittorio Sabadin che nel saggio Elisabetta II, pubblicato da Utet, analizza in modo distaccato la regina dei record.
Elisabetta ha affrontato nell’arco del suo regno migliaia di chilometri per poter essere presente in tutti i territori del Commenwealth, ha incontrato più capi di stato lei che un libro di storia, ha partecipato a quasi un evento al giorno ed è riuscita anche a rappresentare un notevole guadagno per l’Inghilterra, avendo aumentato con la sua presenza le esportazioni inglesi. Sabadin racconta la vita di Elisabetta non solo attraverso i suoi impegni ufficiali ma anche attraverso la storia della sua famiglia, che è inevitabilmente legata al suo personaggio.
Ne scaturisce un ritratto straordinario, in cui una donna con uno spiccato senso del dovere è riuscita a salvare e a preservare il senso di dignità che il suo ruolo prevede. Ma il libro è anche un interessante ripasso della storia inglese del XX secolo e un curioso vademecum sul complesso rapporto fra la sovrana, che ricopre un ruolo da capo di Stato e il governo britannico, la più antica democrazia del mondo, in cui i ruoli fra monarchia e parlamento sono ben distinti. Elisabetta ha sempre rispettato questa differenza tanto che il suo ruolo è stato soprattutto di rappresentanza più che di sostanza.
Vittorio Sabadin sottolinea questo aspetto ma precisa anche quanto questa rappresentanza con il suo prestigio abbia indirettamente influenzato la politica interna ed estera del Regno Unito. “Elisabetta. L’ultima regina” è un buon libro perché unisce la cronaca alla storia, il ritratto psicologico ad una sapiente gestione delle fonti che ci permette di scoprire inedite informazioni sulla regina più rispettata d’Europa.
Come ad esempio il racconto sulle sue vacanze a bordo del Britannia, yacht reale oramai in disarmo che l’ha accompagnata per quasi 50 anni, oppure il rapporto fra lei e il Duca di Edimburgo, Filippo, più importante di quello che si pensi, anche se lui come principe consorte si è definito un’ameba. Ma più importante ancora: il libro racconta bene la difficoltà per una donna che è stata abituata a svolgere sempre il suo dovere, ad accettare i cambiamenti radicali che la monarchia ha dovuto subire sia nel rapporto con la politica e lo Stato sia nei rapporti con i cittadini.
Elisabetta, quando deciderà di abdicare, lascerà, però, una famiglia reale più forte, un’istituzione più amata di quando è salita al trono e una Gran Bretagna che giocherà un ruolo sempre più forte in Europa.
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