Corpus Hypercubus (opera di Salvador Dalí)
Il pittore Salvador Dalí realizzò nel 1954 la sua opera intitolata Corpus Hypercubus. Si tratta di un dipinto a olio su tela delle misure di 58,4 centimetri x 73,7 centimetri, che tratta del tema religioso-sociale della Crocifissione. Il quadro si trova al momento presso il Metropolitan Museum of Art di New York.
Si tratta di un quadro sensazionale che mette in risalto la figura di Cristo crocifisso sulla rete di un iper cubo. La figura di Gesù Cristo, infatti, non è inchiodata alla croce ma magicamente fluttuante nell’aria. È costituita da una struttura caratterizzata da otto cubi che simulano la forma della croce. Dalì, nel suo dipinto a olio, utilizza una tecnica classica e una formula accademica, ma composta da elementi cubici. L’artista catalano predilige i temi dell’arte sacra e, contemporaneamente, si avvale della fascinazione enigmatica di strutture geometriche.
In primo piano possiamo osservare la figura della Madonna che presenta un’acconciatura moderna dei capelli (e non importa se riconosciamo o meno in lei il volto di Gala), con lussuosi mantelli dalle tinte metalliche. Sullo sfondo di un infinito pavimento a scacchiera, ci immergiamo nell’atmosfera cupa del paesaggio notturno, quasi a simboleggiare lo straordinario evento della morte di Cristo; evento che ai nostri occhi ci appare, nello stesso tempo, umano e metafisico. In basso a sinistra che guarda Gesù Crocifisso, troviamo Gala (moglie di Dalí). La scena si svolge di fronte alla baia di Port Lligat.
La Crocifissione è senza dubbio uno dei capolavori più importanti di Dalì, caratterizzata da elementi del misticismo nucleare e dal conseguente ritorno alla sua eredità cattolica. Si tratta di una crocifissione intesa e vissuta artisticamente al tempo della scienza moderna. Un particolare da non sottovalutare è la mancanza di chiodi nelle mani e nei piedi del Cristo. Questo sta ad indicare la sua perfetta e completa redenzione, mentre la croce viene intesa come il possibile riflesso di un mondo in quattro dimensioni e sottolinea la inintelligibile distanza tra il naturale e il soprannaturale.