Corpo Forestale dello Stato, storia e curiosità
La compagine del Corpo forestale dello Stato nasce il 15 ottobre 1822 e, possiamo dirlo, muore alla fine dell’anno 2016. Per due secoli ha prestato servizio in termini di tutela e difesa del patrimonio forestale dello Stato italiano con una storia molto travagliata fatta di definizioni continue. Fino alla soppressione, con le funzioni e il personale redistribuiti fra gli altri corpi.
Approfondimento
Corpo Forestale dello Stato: le origini nell’800
Per ricostruire la storia del Corpo Forestale dobbiamo andare indietro nell’Ottocento ai tempi del re Carlo Felice di Savoia. A questo regnante, infatti, è attribuito il prodromo del corpo con le regie patenti da cui il 15 ottobre 1822 crea l’Amministrazione forestale per la custodia e la tutela dei boschi nel Regno di Sardegna.
A distanza di 11 anni, Re Carlo Alberto di Savoia torna a occuparsi di gestione del territorio e riorganizza anche il corpo. Suddivide i Regi Stati di terra ferma in 21 circondari, separati, a loro volta, in distretti e mandamenti.
Ogni circondario ha il suo ispettore, ogni distretto un capo guardia. La guardia, nello specifico, si occupa di vigilare sui boschi, garantirne la conservazione e migliorare, in generale, il patrimonio forestale.
La costituzione del Regno d’Italia segna un cambiamento in tutto il Paese e anche per la storia dei forestali. Nel 1877, infatti, il Regio decreto numero 4239 si staglia come prima legge per il comparto, ponendo l’attenzione sull’importanza della conservazione del territorio e la difesa di questo dal fenomeno del dissesto idrogeologico.
Il primo 900: i forestali in guerra
La Legge Luzzatti del 2 giugno 1910 istituisce il “Corpo reale delle foreste”, all’interno del Ministero dell’agricoltura e fa salire il numero del personale fino a 3.500 unità nel 1915.
Durante il primo conflitto mondiale i forestali confluiscono nel Regio Esercito combattendo su tutti i fronti, perdendo circa 70 unità sul campo in totale. Provvedono in maniera pressoché esclusiva all’approvvigionamento del legname per le forze combattenti, e del carbone per usi bellici e civili.
Con la fine della guerra, come prevedibile, le forze sono tutte impegnate nel risanamento e nella ricostituzione dei boschi danneggiati.
Il corpo reale delle foreste durante il Fascismo e nel Secondo dopoguerra
Nel 1926 Mussolini sopprime il Corpo reale delle foreste e costituisce la Milizia nazionale forestale, dipendente dalla Milizia Volontaria per Sicurezza Nazionale (MVSN). Durante il ventennio fascista, le aumentate unità del corpo si occupano di manutenere e salvaguardare il territorio in fatto di boschi, selvicoltura, caccia e assetto idrogeologico.
Nel 1944, nella Repubblica Sociale Italiana, viene costituita la Guardia nazionale repubblicana della montagna e delle foreste. Il decreto legislativo 804 del 1948 legittima la denominazione attuale della compagine in Corpo forestale di Stato, definendolo composto da personale tecnico con funzioni di polizia.
Le leggi sul tema e i cambiamenti dagli anni Ottanta del ‘900
Nel 1981, con la legge 121, il Corpo forestale di Stato entra effettivamente nelle cinque forze di Polizia di Stato:
- Polizia di Stato
- Carabinieri
- Guardia di Finanza
- Polizia penitenziaria
- Corpo Forestale
Nel 1995 è nelle tre forze di Polizia ad ordinamento civile (insieme a Polizia di Stato e penitenziaria).
Nel 2004 un nuova più dettagliata definizione sancisce che il Corpo forestale di Stato è:
forza di polizia dello Stato ad ordinamento civile, specializzata nella difesa del patrimonio agro-forestale italiano e nella tutela dell’ambiente, del paesaggio e dell’ecosistema.
Anni 2000: nuove leggi, nuove trasformazioni del Corpo forestale
Il disegno di Legge Madia, nel 2015, dispone l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato in un’altra forza di Polizia, rimandando agli appositi decreti delegati per definire riordino delle funzioni sui temi da sempre legati al corpo.
L’anno successivo un decreto legislativo attuativo determina che il Corpo si riorganizzi come “Comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare” all’interno dell’Arma dei Carabinieri, determinando come si definisce in seguito il passaggio delle unità da polizia civile a militare. Nei Vigili del Fuoco confluiscono gli agenti specializzati nell’antincendio.
Ultimo atto: la riorganizzazione col decreto legislativo 177 del 2016
Una volta pubblicato in Gazzetta ufficiale, trascorsi 60 giorni, il personale e alcuni interi reparti vengono via via trasferiti.
In particolare partendo dalle competenze espresse nel servizio le singole unità trovano diversa collocazione:
- i forestali impegnati in organizzazione formativa, sport, giudiziaria nelle Procure della Repubblica confluiscono nell’Arma dei Carabinieri;
- quelli operativi nell’ambito di Servizio di Soccorso alpino forestale, squadre nautiche e marittime nella Guardia di Finanza;
- gli addetti a Centri operativi antincendio boschivo, Nuclei operativi speciali e protezione civile si uniscono ai Vigili del Fuoco;
- chi competente in materia di ordine pubblico e Direzione investigativa antimafia va alla Polizia di Stato;
- le unità, infine, certificate Cites per il Commercio internazionale fauna e flora nell’ambito del servizio doganale vengono destinata al Ministero delle politiche agricole.
Tale distribuzione in termine di numeri ha visto, sempre nel 2016, del totale di 7.781 forestali l’assorbimento di: 7.177 nei Carabinieri, 390 nei Vigili del Fuoco, 126 nella Polizia di Stato, 41 nella Guardia di Finanza.
Curiosità: il patrono del Corpo Forestale è San Giovanni Gualberto, fondatore della Congregazione vallombrosana. Fu dichiarato patrono del Corpo forestale italiano nel 1951 da papa Pio XII, che lo dichiarò patrono anche dei forestali del Brasile nel 1957.
La fine del Corpo Forestale
Il 17 ottobre 2016, con una cerimonia, è stata ritirata la bandiera del Corpo Forestale, facendone un cimelio nel Museo storico della scuola forestale e decretando la fine di una storia tutta italiana durata ben due secoli.