Conferenza di Jalta: evento storico che si svolse tra il 4 e l’11 febbraio 1945

Nel febbraio 1945 la Seconda Guerra Mondiale volgeva ormai al termine. Dopo qualche mese gli Alleati avrebbero vinto il conflitto mondiale, sconfiggendo definitivamente la Germania nazista. Al fine di prendere importanti decisioni sul futuro, per una settimana – dal 4 all’11 febbraio 1945 – i capi politici dei tre maggiori Paesi Alleati nonché dei tre Paesi più potenti del mondo (Stati Uniti, Regno Unito e Russia), si incontrarono a Jalta. La località è indicata in lingua anglosassone anche come Yalta ed è ubicata in Crimea, sul Mar Nero. Quella che storicamente è nota come la Conferenza di Jalta si tenne presso il Palazzo Livadija.

1945 - Churchill, Roosevelt e Stalin alla conferenza di Jalta
1945 – Churchill, Roosevelt e Stalin alla conferenza di Yalta

Jalta: cosa era successo prima

I tre leader presenti alla Conferenza di Jalta (Franklin Delano Roosevelt, Winston Churchill, Josif Stalin) si erano già incontrati in precedenza, durante la Conferenza di Teheran, tenutasi nel 1943. Già allora la situazione si presentava alquanto complicata, in quanto Hitler aveva tradito il patto “Molotov-Ribbentrop stipulato nel 1941 tra i Ministri degli Esteri di Germania e Russia. In esso era stata stabilita l’annessione alla Russia di Estonia, Lituania e Lettonia, la non aggressione reciproca tra i due Paesi e la divisione della Polonia.

Secondo i piani di Hitler l’operazione “Barbarossa intentata contro la Russia nel giugno del 1941 doveva svolgersi in maniera veloce e “indolore”, ma così non fu. Il 3 luglio dello stesso anno Stalin, rivolgendosi al popolo con un discorso divulgato alla radio, annunciò la sua intenzione di entrare in guerra contro la Germania, definendo i nazisti con a capo Hitler dei veri e propri “criminali”. Più tardi l’URSS valutò la necessità di allearsi con i Paesi dell’Occidente; proprio per questo si tennero tre incontri a breve distanza uno dall’altro: Teheran, Jalta e Potsdam.

Lo svolgimento della Conferenza di Jalta nel dettaglio

L’incontro era stato fissato per valutare lo scenario presente e prendere decisioni sul periodo post-bellico che sarebbe seguito di lì a poco. Gli incontri tra i leader si tennero presso il Palazzo Livadija. Qui fu anche realizzato un centro comunicazioni che smistava le notizie dell’incontro in tutto il resto del mondo. Pare che la Conferenza di Jalta si sia svolta in un clima comunque disteso; non ci furono recriminazioni tra i partecipanti, nonostante tra loro ci fossero grandi differenze sia culturali che ideologiche.

Le riunioni non si svolsero secondo un ordine del giorno prefissato: i tre partecipanti discussero della situazione in cui si trovava la Polonia, del futuro della Germania e della Jugoslavia, e di un possibile intervento della Russia in Giappone. Secondo gli studiosi che affrontarono la conferenza di Jalta dal punto di vista storiografico, anche se l’incontro era stato previsto per garantire ai Paesi un futuro di “pace e prosperità”, in realtà ognuno cercò di difendere i propri interessi. Sempre secondo gli storiografi fu Stalin ad avere la meglio rispetto agli altri due, nelle decisioni che furono prese.

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Le posizioni del tre leader

Durante le trattative Winston Churchill si mostrò accondiscendente a che l’Europa orientale fosse interamente sotto il controllo della Russia. Stalin e Roosevelt, invece, discussero a lungo circa la situazione dell’estremo Oriente, addivenendo ad alcune conclusioni. In particolare, il leader degli Stati Uniti ottenne da Stalin la promessa di entrare in guerra contro il Giappone. In cambio l’URSS acconsentì ad alcune concessioni territoriali, oltre al riconoscimento degli interessi nei porti cinesi di Dalian e Port Arthur. Altro argomento che fu approvato durante la conferenza di Jalta fu l’istituzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Oggetto di discussione fu soprattutto la modalità di voto che il Consiglio di sicurezza avrebbe dovuto adottare in futuro. In particolare Stalin aveva avanzato la possibilità di introdurre il diritto di veto. La redazione e la sottoscrizione della Carta delle Nazioni Unite vennero però rimandate ad un incontro successivo; esso si sarebbe tenuto circa due mesi dopo in America, per la precisione a San Francisco. A quell’incontro, però, non si presentò Roosevelt, che morì qualche giorno prima dell’inizio dei lavori. Il documento finale, che venne sottoscritto il 26 giugno, stabilì la struttura delle Nazioni Unite, così come risulta ancora oggi.

Cosa successe dopo la Conferenza di Jalta

Al termine della conferenza di Jalta, Roosevelt si dichiarò soddisfatto del risultato conseguito, definendolo una “grande vittoria della pace”, ma non fece in tempo a partecipare alla conferenza di Potsdam indetta successivamente, perché morì qualche giorno prima. Churchill lasciò Jalta prima degli altri leader per recarsi di persona a verificare l’esito delle elezioni nel Regno Unito, ma siccome vinsero i laburisti, a Potsdam ci andò un altro primo ministro: Clement Attlee. Ma la situazione era destinata a mutare velocemente: il 5 marzo 1946 cominciò ufficialmente la Guerra Fredda.

Considerazioni sulla Conferenza di Yalta

La conferenza di Jalta può essere valutata secondo due prospettive opposte.

  1. Secondo alcuni studiosi l’incontro tenutosi in Crimea aveva finito con il favorire l’avvento della Guerra Fredda. La causa fu l’espansione sovietica e la divisione dell’Europa in blocchi contrapposti tra loro.
  2. Secondo altri, invece, la conferenza rappresentò un’occasione di confronto su temi importanti. Ad essi seguì una fattiva collaborazione tra le potenze che erano risultate vittoriose nella Seconda Guerra Mondiale.

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Cristiana Lenoci

Cristiana Lenoci è laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La sua grande passione è la scrittura. Ha maturato una discreta esperienza sul web e collabora per diversi siti. Ha anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

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