Il cappello di Rembrandt (libro di Bernard Malamud)

è raro che scelga i libri per la copertina. a volte li scelgo perché ho letto delle recensioni interessanti, spesso li scelgo perché sono stati consigliati da qualcuno, qualche volta per la sinossi.
nel caso del libro di bernardmalamud il cappello di rembrandt – minimum fax, 2015 la scelta è data dalla prefazione, ché l’ha scritta giorgio fontana e credo che si sappia già, quello che dice giorgio fontana per me è solo un gradino sotto alla costituzione. a volte uno sopra. a volte stanno sullo stesso pianerottolo a fare due chiacchiere tornando dal mercato.

Il cappello di Rembrandt - Bernard Malamud - libro
Il cappello di Rembrandt, il libro di Bernard Malamud

c’è anche da dire che i racconti a volte mi piacciono più dei romanzi. solo non capisco come mai nei libri di racconti di solito l’ultimo è il più lungo e quello che mi piace meno. pazienza. comunque, bernard malamud l’avevo già provato, forse col commesso? e non l’avevo trovato cosa per me. a parte che mi stanno venendo pure dei dubbi, magari non l’ho mai letto. comunque, non ho grande conoscenza della cultura ebraica quindi trovo di solito i romanzi molto, troppo distanti da me. pure quelli di philip roth eh, per dire, che invece per alcune persone di mia grandissima fiducia è il top (v. la sciura baretti mia grande consigliatrice di libri).
certo ho amato israel singer e questo è noto, ma diciamo la corrente malamud&co. faccio fatica. allora, mi sono detta, provo comunque, i racconti in generale mi piacciono.

ho fatto bene. i racconti di malamud su di me hanno più presa dei romanzi. li ho adorati praticamente tutti, mi ha un po’ ‘noiato quello del cavallo ma perché troppo irreale.
ho letto la prefazione di fontana prima di leggere i racconti (forse per questo che si chiama PREfazione) ma forse avrei potuto farlo anche dopo. mi piacerebbe essere riuscita a trovare il fil rouge dei racconti da sola ma giorgio l’ha spoilerato all’inizio. ha fatto bene, non ci sarei mai arrivata non sono particolarmente brillante su ste cose.

il desiderio. bernard malamud racconta di persone diverse che hanno in comune il desiderio di qualcosa di impossibile. chi non ce l’ha? ma questi protagonisti lo desiderano talmente tanto che provano effettivamente a fare qualcosa. ci riescono? quasi mai. ma ci mettono tutto per.

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ho un grosso problema coi desideri, collegato a quello ancora più grosso che ho con le aspettative. in breve, cerco di non averne. per evitare delusioni ovviamente. funziona? a volte. mi blocca dal cercare di raggiungere cose impossibili? a volte. ho raggiunto traguardi che non pensavo di poter raggiungere, ma solo quando dipendeva da me e basta. e ancora me ne mancano eh. quando però – come anche in questi racconti – i desideri dipendono (anche da)gli altri, è dura. faccio fatica a fidarmi, ad affidarmi, ho sempre davanti il worst case scenario, anche quando mi vengono fatte delle promesse, cerco di non crederci, perché non si sa mai la gente mica sempre mantiene le promesse, a volte cambia idea, a volte sopraggiungono cose.

ad alcune promesse ho creduto. ci ho creduto una due cinque sette volte, anche se ogni volta mi veniva detto ah no era uno sbaglio. ci ho creduto perché ne avevo bisogno, perché volevo tantissimo i risultati che queste promesse avrebbero portato, ma no, niente. ci siamo sbagliati sai. e poi è sempre stato non dipende da te, che però mi sarei anche un po’ rotta il cazzo.
tipo fino al giovedì prima di laurearmi mi era stato promesso che il lunedì saremmo partiti per qualche giorno via. va bene, dai suoi parenti (suoi dell’ex), va bene, solo qualche giorno, ma a me andava bene. e poi invece quando ho chiesto scusa ma non dobbiamo prendere i biglietti del treno? eh ma boh bah volevo aspettare a dirtelo sai com’è totale non partiamo più. laureati e il lunedì torna pure a lavorare come prima.

ad alcune promesse continuo a credere. al fatto che a breve correrò di nuovo, per esempio. ad altre so che non posso credere. ogni notte costruisco il mio castello di sabbia e lo faccio per benino eh, con le finestrelle e la torre e il ponte levatoio poi ci metto pure il drago e la principessa rinchiusa, i mattoncini, i covoni di paglia nella corte. poi ogni mattina realizzo, prendo il bulldozer della razionalità e spiano tutto. via promesse via sogni via desideri. allora forse anche io come il protagonista del primo racconto di malamud, forse anche io la farei fare una corona. che poi lo so già, mica funziona.

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Arlec

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