Campo di grano con volo di corvi, opera testamento di Van Gogh
Uno dei dipinti più energici del pittore olandese Vincent van Gogh è, senza dubbio alcuno, Campo di grano con volo di corvi. È un dipinto a olio su tela delle dimensioni di 50,5 cm x 103 cm, che venne realizzato nel luglio del 1890 ed é conservato al Van Gogh Museum di Amsterdam.
L’opera è stata realizzata poco tempo prima del suicidio del pittore olandese. È giudicata dai critici di quel periodo e dai successivi, una sorta di suo testamento spirituale.
Approfondimento
Analisi e storia del quadro
Nella tela Campo di grano con volo di corvi emerge lo stato d’animo tormentato e angosciato dell’artista. I toni sono cupi, a partire dal cielo che passa dalle tonalità rassicuranti del blu a quelle più decise e scure del blu scuro e del nero.
Creando un’atmosfera che risulta tutt’altro che confortante, fino ad arrivare ad ammirare il funereo volteggiare dello stormo di corvi neri. La tela risulta quindi essere una testimonianza evidente di uno straziante grido di dolore. Le pennellate sono rabbiose e perfino scomposte.
L’artista non intravede nessun futuro per la sua esistenza, anche se la sua anima continua ad ardere di un fuoco divoratore. Van Gogh mette in luce chiaramente il suo stato d’animo e la sua dimensione di sofferenza sulla realtà circostante.
Campo di grano con volo di corvi: il quadro
Una tempesta quasi perfetta sta per colpire un campo di grano attraversato da tre sentieri. Sullo sfondo si intravede uno stormo di corvi neri che si levano in cielo in un basso volo disordinato.
Il campo di grano è devastato dalla forza del vento con intense frustate di colore giallo, mentre il cielo, inizialmente limpido e di colore blu, diventa presto offuscato dall’intenso colore nero delle nubi che si avvicinano sempre più ostili e minacciose. La luminosità del dipinto viene meno grazie all’oscurità del colore nero che, inevitabilmente, prende il sopravvento.
I corvi sono simbolo di brutti presentimenti e oscuri presagi se viene adottata l’interpretazione che considera che i corvi sono in volo verso di sé; al contrario se viene presa in considerazione l’interpretazione per la quale i corvi si stanno allontanando, si percepisce un singolare senso di sollievo.
Tre sentieri e una strada senza uscita
Nel dipinto si possono notare tre sentieri:
- il primo nell’angolo in basso a sinistra,
- il secondo al centro;
- il terzo nell’angolo in basso a destra.
Il viottolo al centro invece consiste in una strada senza via d’uscita, percorsa da una persona, probabilmente lo stesso artista, che non ha una meta ben precisa e non sa dove andare e nemmeno cosa cercare.
Proprio per questo motivo la strada senza uscita simboleggia, senza dubbio, la forte angoscia esistenziale che attanaglia il pittore.
Van Gogh assiste impotente all’evento che si sta verificando sotto i suoi stessi occhi.
Paragonato ad un uccellino in gabbia, descrive in una lettera rivolta a suo fratello Theo nel 1880:
a guardare fuori il cielo turgido, carico di tempesta, e sente in sé la rivolta contro la propria fatalità.
L’ultima opera di Van Gogh?
“Campo di grano con volo di corvi” fu realizzato da Vincent Van Gogh nel luglio del 1890, due settimane prima di suicidarsi.
Per questo motivo e per l’atmosfera cupa che rappresenta, il dipinto viene considerato l’ultima opera di Van Gogh.
In realtà non è mai stato stabilito con certezza che sia stato l’ultimo dipinto di Van Gogh. Né tanto meno che rappresenti una sorta di saluto alla vita da parte del pittore.
Sappiamo, invece, che venne realizzato fra l’8 e il 9 luglio, dopo che aveva visitato a Parigi il fratello Theo, il quale stava attraversando un momento difficile.
Non sappiamo altro.
Ovviamente, le scarse informazioni hanno alimentato diverse congetture. E’ indubbio, però, che il dipinto sprigioni un’energia che schianta.
Il colore
Il colore travolge la vista e il campo di grano sembra che si animi come fosse un mare in tempesta. Il centro del dipinto è l’apice di questo terremoto di colore, dove l’angoscia e la rabbia sconvolgono tutta l’immagine.
Uno stormo di corvi vola basso sul campo. Come vuole l’interpretazione più comune dei dipinti di Van Gogh, la presenza dei corvi e l’assenza di fiori e di uomini, simboli di speranza, determina un senso di soffocamento e di inquietudine.
Non c’è, quindi, più speranza e non c’è più nemmeno quella passione per la vita che aveva portato Van Gogh a superare il confine, il limite per poi precipitarlo nella pazzia.
E infatti, tutto sembra precipitare. La percezione è quella di un crollo immediato del cielo e di un’esplosione del terreno. Le pennellate spesse e agitate, che si intersecano fra loro, fanno intuire uno sfogo e un desiderio che tutto esploda.
La prospettiva
Anche la prospettiva, che si ingrandisce sempre più, sembra porre in movimento il dipinto. Si ha la sensazione che debba esplodere da un momento all’altro. La sua pittura ha raggiunto un nuovo livello interpretativo. E’ pura azione sulla tela.
Commento
Van Gogh cerca con sempre maggiore forza e intensità di interpretare la realtà.
Non solo le sue sensazioni trovano vita attraverso il colore. Vi è anche la ricerca disperata di racchiudere in un’opera la realtà stessa come appare al di là di ciò che vediamo. Per questo motivo, la sua pittura influenzerà gli espressionisti e il movimento fauve.
Per me, non è un testamento ma solo la dimostrazione del livello altissimo al quale il pittore era arrivato. La consapevolezza di ciò che vede e di ciò che è non ha uguali. Per questo motivo, molti dei suoi dipinti non smettono di ossessionare.