Banksy, la biografia
Banksy è uno dei più famosi street-artist del mondo. Egli è nato come writer ma poi ha adottato la tecnica degli stencil per le sue opere, comparse sui muri di molte grandi città del mondo. Banksy è stato in grado di far avvicinare il grande pubblico al mondo dell’arte contemporanea grazie all’immediatezza del messaggio presente nelle sue opere.
Si nasconde da sempre un alone di mistero intorno alla figura di questo artista. Banksy è in realtà uno pseudonimo e la sua vera identità non è mai stata rivelata.
Approfondimento
Robin Gunningham
Tempo fa la Queen Mary University di Londra diffuse la notizia che il vero nome di Banksy fosse Robin Gunningham. Il nome venne rivelato dopo una serie di ricerche basate essenzialmente su informazioni provenienti da internet. La BBC, però, affermò che gli avvocati dell’artista contestarono duramente questa notizia. Pertanto l’identità rimane tutt’oggi avvolta dal mistero.
Il profilo biografico di Banksy
Certamente Banksy è nato negli anni ’70 del secolo scorso, probabilmente nel 1974, a Bristol. Appartiene ad una famiglia piccolo-borghese o della classe operaia. Ha vissuto la sua adolescenza in un quartiere non degradato ma al limite della periferia.
Secondo alcuni studi pubblicati sul Mail on Sunday nel 2008, Banksy ha frequentato fino all’adolescenza una scuola privata e non si è mai iscritto all’Accademia delle Belle Arti. Ha iniziato a dipingere a Barton Hill, un centro giovanile che si trovava nella periferia di Bristol e dove si riunivano i writers, avvicinandosi così al mondo della street art.
Da Bristol a Londra
Bristol divenne quindi la tela sulla quale l’artista fece apparire i primi lavori, prima di trasferirsi a Londra intorno al 2000. La città natale è stata quindi fondamentale per la sua formazione iniziale. Si firmava a quei tempi con pseudonimi diversi, come Tes e Kato, e lavorava con delle crew (gruppi di writers).
Col passare del tempo egli capì che non era quella la sua strada: decise quindi di continuare la sua carriera artistica da solo e di dedicarsi pienamente agli stencil. Fu, ed è ancora, aspramente criticato dai writers con l’accusa di essere diventato troppo commerciale. Tuttavia Banksy cercò sempre un dialogo con il mondo dei writers. Nel 1998, infatti,organizzò a Bristol un grande raduno di writers, chiamato Wall on Fire, insieme con Inkie, altro artista molto famoso nel campo.
Gli anni 2000
Dagli anni 2000 la carriera di Banksy è stata tutta in ascesa. Nel 2003 ha collaborato con i Blur, famoso gruppo musicale inglese, disegnando la copertina dell’album Think Tank.
Nel 2005 è andato in Cisgiordania per dipingere alcuni murales sulla barriera fatta costruire da Israele per separare i due territori.
Nel 2006 ha pubblicato un cd parodia dell’album dell’ereditiera Paris Hilton, intitolato Paris, nel quale, oltre alle canzoni modificate, compaiono anche delle immagini modificate della Hilton.
Nel 2008 ha organizzato il Cans Festival, dedicato proprio alla stencil art, in un tunnel abbandonato di Londra, cercando di ironizzare, proprio a partire dal titolo, sul Festival di Cannes. L’evento riscosse molto successo di pubblico e critica e vi parteciparono moltissimi artisti provenienti da tutto il mondo. Tra questi ci furono anche alcuni italiani (Sten Lex, Lucamaleonte).
Il documentario
Banksy ha prodotto anche un documentario, Exit through the Gift Shop, nel 2010 che racconta in parte la sua vita. Egli compare sempre con il volto oscurato e la voce contraffatta mentre racconta la storia di Thierry Guetta, un francese che si trasforma in street artist con nome di Mr. Brainwash.
In concomitanza con l’uscita del documentario in America, egli iniziò a tappezzare le principali città americane con le sue opere. Tale gesto lo rese celebre anche tra le star americane.
Dismaland
Tra le ultime trovate dell’artista bisogna certamente ricordare l’apertura di un parco divertimenti, Dismaland. Creato nei pressi di Londra nell’estate del 2015, è stato però chiuso nel settembre dello stesso anno.
La forza di Banksy nell’organizzare eventi e nuove trovate è sicuramente quella di lavorare in team. La sua squadra infatti è molto efficiente, oltre che molto attenta alla protezione del suo anonimato.
In Italia
Anche in Italia sono presenti opere di Banksy. A Napoli è ancora visibile la Madonna con la pistola presso Piazza dei Girolamini, nel centro storico.
Nella primavera del 2016 è stata organizzata dalla fondazione Terzo Pilastro, una mostra dedicata all’artista a Palazzo Cipolla a Roma. Il titolo della mostra è Guerra, Capitalismo e Libertà, e ha riscosso un grande successo di pubblico.
Forse, anzi sicuramente, l’anonimato dell’artista Banksy ha contribuito alla creazione del mito legato alla sua immagine. Ha contribuito inoltre a rendere eccezionali le sue opere. Queste trattano di tematiche impegnative ma lo fanno attraverso immagini concrete e immediatamente comprensibili.