Studio dal ritratto di Papa Innocenzo X di Velázquez. Quadro di Francis Bacon
Lo Studio dal ritratto di Innocenzo X di Velázquez è stato dipinto nel 1953 dal pittore irlandese Francis Bacon (Dublino, 28 ottobre 1909 – Madrid, 28 aprile 1992). Si tratta di un olio su tela di 153 x118 cm, attualmente conservato presso il Des Moines Art Center di Des Moines nell’Iowa, Stati Uniti. L’autore in questo dipinto reinterpreta il ritratto di Innocenzo X realizzato da Diego Velázquez. Nel farlo utilizza immagini, idee e fonti che appartengono al mondo moderno.
Il papa siede su un trono composto da poche linee che ne definiscono la geometria essenziale, le linee sono di colore giallo oro. Alle spalle del papa viene ricostruito, abbastanza fedelmente, lo schienale del trono originale, con le guglie poste sulla sommità dei due assi portanti. Le fattezze del papa assomigliano a quelle di un pontefice moderno, probabilmente il volto che ha ispirato il ritratto potrebbe essere quello di Eugenio Pacelli.
Mentre il volto sfigurato dalla bocca aperta, ricorda nella posa di dolore, il volto ferito della vecchia bambinaia che appare nel film di Ejzenstejn, La Corazzata Potëmkin. Le pennellate verticali deformano ulteriormente il volto del papa, accentuando ancora di più la sensazione di dolore e disperazione che traspare dalla sua espressione. Si tratta di un secondo riferimento cinematografico, infatti nello studio londinese del pittore fu trovata una pagina proveniente da un libro di tecniche cinematografiche, dove c’era una foto in cui un’immagine traspariva attraverso una griglia di linee verticali.
L’impatto visivo che l’opera procura allo spettatore è notevole. Bacon, pittore della sofferenza e dell’alienazione umana, la cui visione dell’uomo è quella di una creatura senza dio, oppressa dalla paura, dalla violenza e dal dolore, raggiunge un vertice espressivo intensissimo con questo quadro che rappresenta il pontefice, non in posizione calma e saggia, come nei ritratti tradizionali, ma colto dal dolore e dalla disperazione che sembra aumentare sempre di più, in un infinito temporale. La patologica estetizzazione di questa sofferenza, lo rendono un quadro di culto per gli amanti del verticismo negativo.