La fortuna dei gesti quotidiani: intervista a Alessandro Borghese

Alessandro Vincenzo Borghese. Nato a San Francisco, negli States, figlio dell’attrice Barbara Bouchet, indimenticata diva degli anni ’70, e dell’imprenditore Luigi Borghese.

Alessandro Borghese
Alessandro Borghese

Dopo una gavetta lunga e importante per la sua professione, che l’ha portato in giro per i continenti, a bordo di navi da crociera e nelle cucine di tutto il mondo, Alessandro Borghese è diventato un cuoco affermato, autore di libri di cucina, ma soprattutto un volto noto del piccolo schermo, conduttore di diverse trasmissioni di carattere culinario, molto seguite in Italia. Dal 2004 infatti, lavora stabilmente in televisione, avendo cominciato sulla neonata piattaforma digitale di Sky, dove debutta in “Cortesie per gli ospiti”, un reality show in onda sul canale Real Time nel quale, in una veste sempre nuova, cerca di testare l’abilità dei concorrenti al momento di accogliere gli ospiti nelle loro case.

L’anno dopo, conduce “L’Ost”, sempre su Real Time e nel 2006 è protagonista di  “Cuoco gentiluomo”. Su La7 invece, sbarca nel 2007, con “Chef per un giorno”, per poi ritornare su Real Time con “Fuori menù” e, a distanza di qualche anno, fare ancora marcia indietro, per condurre sempre sulla rete di Telecom il format “Cuochi e Fiamme”, molto amato dal pubblico. È inoltre autore del successo editoriale “L’abito non fa il cuoco. La cucina italiana di uno chef gentiluomo”, edito nel 2009 dalla casa editrice Rizzoli.

Alessandro Borghese
Alessandro Borghese, sul set di “Ale contro tutti”

Nel 2012, condurrà il nuovo programma  “Ale contro tutti“, in onda su Sky Uno. Alessandro Borghese ci ha parlato nel corso di un’interessante intervista di quest’ultima avventura oltre che dei suoi segreti di chef e di showman culinario-televisivo.

Stando alle tue interviste, ti sei innamorato dei fornelli giovanissimo, quand’eri ancora uno studente. Com’è successo e, se possibile, “a causa” di quale piatto? Insomma, l’ispirazione, da dove è arrivata?

La passione per la cucina mi accompagna sin da quand’ero piccolo, e si sviluppa con me ogni giorno. Alla domanda su cosa avrei voluto fare da grande, ai tempi della scuola, ho sempre risposto: il cuoco.  Dopo il diploma all’International School di Roma mi sono imbarcato sulle navi da crociera e per i successivi tre anni ho lavorato tra fornelli e piatti da lavare. Navigare per il Mondo da un emisfero all’altro dona estro e ispirazione. Una volta sulla terra ferma, sono iniziati i miei corsi e le mie esperienze nelle cucine Europee, Americane e Italiane.

Cucinare è il mio modo di comunicare, il mio strumento di creatività, è tutto il mio essere ricco di spontaneità, il mescolare sapori incredibili con odori semplici ma a volte sorprendenti.  La cucina è una stanza straordinaria, perfetta per creare, un paradiso dove dare libero sfogo alla passione, al talento, alla fantasia, allo studio. Ho seguito la mia passione, è faccio il lavoro che amo, cucinare è un atto d’amore, un gesto quotidiano per molti e per me è un grande vantaggio poter fare il lavoro che ho fortemente desiderato già da ragazzo.

Figlio di una grande attrice e di un imprenditore importante. Ciononostante, decidi di fare la tua gavetta, sulle navi e alle dipendenze di cuochi più esperti. Come mai questa scelta? E che ricordi custodisci di quel periodo?

In televisione sono capitato per caso e dal 2004 ci lavoro quotidianamente. Grazie alla mia famiglia, ho avuto la fortuna di vivere il mondo del piccolo schermo, in maniera sicuramente più easy e senza ansie. Fin da piccolo ho visto, durante i pranzi e le cene, molti attori famosi e grandi registri; a casa Borghese/Bouchet, era la normalità.

Roma, Londra, Parigi, San Francisco: hai maturato un’esperienza internazionale importante. Sempre dal punto di vista culinario, quale la tua città/cucina preferita? O, quanto meno, quella da cui hai appreso di più?

L’arte del cibo è un’avventura della mente. Ogni luogo, ogni cucina in cui ho lavorato, regala oggi quel ricordo, quella passione e soprattutto quella esperienza importante. Nel mio libro “L’abito non fa il cuoco” (Rizzoli) ho riportato una frase di Picasso: “per mio tormento e forse per mia gioia, io dispongo le cose secondo le mie passioni …”. Ogni esperienza nelle cucine di queste città, mi ha portato ad essere lo chef che sono adesso.

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Viaggiare è stato fondamentale per la mia crescita umana e professionale, la mente si allarga e aiuta la creatività. Nel mio lavoro, è necessario conoscere gli ingredienti per un buon piatto, distinguerne i sapori e a volte trasformarli con brio. Ci sono ricette che hanno una storia, un segreto, una tradizione, e a seconda del Paese in cui vengono cucinate, possono cambiare e modificare il sapore e l’aspetto, pur mantenendo lo stesso nome. Un piatto può essere rivisitato senza perdere la sua tradizione, la cucina è fantasia, ma ci vuole sempre tecnica e studio per creare una personale variante.

Con la mia società di catering “Il Lusso della Semplicità”, ho organizzato il banqueting per un matrimonio che mescolasse le tradizioni differenti degli sposi e dei loro invitati. Lei di Pechino e lui romano di Roma. La mia rivisitazione dei ravioli cotti al vapore e non, famosi per il Dim Sum cinese, è stata molto apprezzata, dagli sposi e dai loro ospiti: ho riempito i fagottini con crema di pecorino, puntarelle e acciughe; a un classico pomodoro, mozzarella e basilico.

Arriva poi la notorietà con la tv, da “Cortesie” a “Cuoco gentiluomo”, passando per il tuo primo libro “L’abito non fa il cuoco”  e fino ad arrivare a trasmissioni molto amate dal pubblico, come “Cuochi e fiamme” e, l’ultima, partita su Sky Uno, “Ale contro tutti”. Ti aspettavi questo tipo di carriera, di “cuoco-celebrità” per così dire? E come la vivi?

Pura fortuna! A volte il destino ci cambia i giorni senza chiedere il permesso. Nel 2004, mi sono trovato di fronte una scelta, da un lato un canale televisivo stava cercando un cuoco cui affidare un programma, dall’altro mi era stato chiesto di partire per la Cina e gestire un noto ristorante. Ho seguito il talento e oggi sono anche autore dei miei programmi di cucina.

Alessandro Borghese
Alessandro Borghese

Cucinare è un gesto quotidiano per tutti, per me è una grande fortuna fare quello che amo, svegliarmi la mattina e potermi dedicare alla mia passione. Anche attraverso i miei programmi televisivi.

Devo ringraziare tutte le persone che mi sostengono e con cui ho un rapporto diretto anche sul web! Oggi abbiamo la fortuna di avere alla mano, il più moderno mezzo di comunicazione della nostra epoca.

A me piace essere connesso con il mondo, mi piace ispirare, insegnare e intrattenere attraverso il mio sito www.alessandroborghese.com, collegato direttamente con i miei social network.

Perché questo nome, “Ale contro tutti”? Quale sarà la novità di questa nuova trasmissione?

Ale Contro Tutti è una vera e propria sfida in onda su Sky Uno, dal lunedì al venerdì alle 19.40. Un cooking show dove mi metto in gioco: da un lato famiglie, nonni, coppie e amici con il loro piatto forte, dall’altro c’è la mia variante rivisitata. A decretare il vincitore c’è una giuria di tre, scelti tra gli abbonati Sky che assaggia i piatti senza conoscere l’autore.

Nel programma coinvolgo anche tutti i miei amici dei miei social network dando suggerimenti e lanciando domande per vincere una cena preparata da me. Il tutto a suon di buona musica! Sulla fanpage di Sky Uno, il pubblico potrà tentare di indovinare la scelta musicale e conquistare punti per scalare la classifica di Ale contro Tutti.

Infine, il frigo può essere anche vuoto, solo una cosa non deve mai mancare per Alessandro Borghese, quale … ?

Bollicine per un bicchiere con mia moglie e del parmigiano di cui mia figlia è golosa.

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Seguo Alessandro Borghese in tutte le trasmissioni di cucina, molto fantasia nelle sue ricette, i passaggi piú difficili,spiegati da lui sono di una semplicità unica.