Violinista alla finestra (opera di Henri Matisse): analisi del quadro
Il “Violinista alla finestra” è una delle rare opere di Henri Matisse in cui compare una figura maschile. L’uomo senza volto viene rappresentato di spalle, mentre suona il violino davanti alla finestra di una casa, a Nizza. Quando dipinge il quadro, nella primavera del 1918, Matisse ha quarantanove anni.
Approfondimento
Violinista alla finestra: analisi del dipinto
La struttura dell’opera è classica. La figura è posta davanti alla finestra chiusa, che permette di vedere una nuvola cinerea che incombe sul mare. Mentre il cielo non è azzurro ma color mattone, proprio come il pavimento, facendo della finestra un quadro nel quadro.
Matisse mette in relazione l’interno e l’esterno, quindi il soggetto e il mondo. L’uomo guarda fuori dalla finestra dando le spalle all’osservatore. Con la testa – un ovale bianco simile a quello di un manichino – guarda verso l’esterno dove la parete di vetro lo separa dal mondo.
Chi è il violinista?
Sul vero personaggio del quadro sono state fatte delle ipotesi per stabilire chi sia il violinista. Potrebbe trattarsi del figlio di Matisse, l’adolescente Pierre già rappresentato nel ritratto “Lezione di piano” (un olio su tela di centimetri 245,1 x 212,7, conservato presso il MoMa, a New York), che il pittore francese aveva costretto a studiare violino.
Proprio a Pasqua, nel 1918, Pierre andò dal padre a Nizza. Esiste un disegno realizzato da Henri Matisse dove ritrae il figlio mentre si esercita con il violino. In esso utilizza quasi lo stesso punto di vista dell’opera qui in esame. Tuttavia, anche Matisse suonava bene il violino, esercitandosi con diligenza. Potrebbe quindi trattarsi di un autoritratto.
Il quadro è stato acquistato dal Museo d’Arte Moderna di Parigi nel 1975.
Matisse e il Cubismo
È durante la Prima guerra mondiale che il lavoro dell’artista si trasforma in modo radicale. Le opere di questo periodo, infatti, testimoniano un’influenza cubista. Si vedono forme geometriche evidenziate dall’uso di colori scuri, in cui dominano il verde, il grigio e il nero. È il periodo in cui Matisse studia le opere dei cubisti e si esercita, facendo de L’esprit de géometrie il suo punto di riferimento.
Anche la figura del violinista, in questo caso, è caratterizzata da forme geometriche contornate di nero. Le gambe a rettangolo, il trapezio della sommità, la circonferenza irregolare della testa. I colori utilizzati sono sobri e contenuti. La ringhiera della finestra è composta da rigide asticelle bianche. Scompaiono qui gli arabeschi dei balconi che erano tanto cari al pittore francese, presenti ancora in alcune opere come la “Lezione di piano”, dipinto realizzato nel suo studio di Issy-Les-Moulineaux, dove l’artista si trasferisce nel 1915, dopo il tentativo di arruolarsi durante la guerra.
Il dipinto “Violinista alla finestra” è incentrato da una grande luminosità, che viene evidenziata dalla presenza dei neri che danno un’inquadratura come se fossero le quinte di un teatro. Per Matisse valgono le indicazioni di Paul Gauguin che sosteneva il “magico accordo” dei colori e la semplificazione attraverso la sintesi delle impressioni.
L’artista francese ha scritto pochissimo, le sue idee sull’arte le ritroviamo attraverso interviste e conversazioni. Il motivo? Quello principale è che vi è il convincimento dell’artista che non esiste nulla da spiegare né da descrivere. Secondo Matisse,
E poi:
Chiunque si dedichi alla pittura dovrebbe iniziare tagliandosi la lingua.