Uno, nessuno e centomila: riassunto
Il romanzo di Luigi Pirandello Uno, nessuno e centomila risale al periodo in cui l’autore si occupa della narrativa umoristica (1904-1915). Fa parte di quel ciclo di romanzi che hanno fatto conoscere Pirandello a tutta l’Italia: il Fu Mattia Pascal, il saggio de L’umorismo, I vecchi e i giovani. In questo periodo l’autore sviluppa nella sua narrativa la poetica umoristica : non propone soluzioni ma offre un’immagine della vita nella sua cruda realtà.
L’aspetto fondamentale è che l’umorismo pirandelliano mostra la contrapposizione tra la forma e la vita: le persone appaiono diversamente da come sono realmente, ognuno crea una sorta di maschera di sé diventando un personaggio. L’umorismo sottolinea come gli uomini reprimono la loro vera esistenza. Uno, nessuno e centomila è infatti l’emblema della rappresentazione che gli altri hanno di noi.
Riassunto, analisi e commento
Il protagonista, Vitangelo Moscarda, scopre la sua forma originaria arrivando a riporre tutte le sue maschere. Il romanzo fu iniziato nel 1909 ma pubblicato solo nel 1925. È una narrazione retrospettiva, la storia viene quindi raccontata quando i fatti sono già accaduti.
Vitangelo comincia a ribellarsi dell’opinione che gli altri hanno di lui, che lo vedono come uno. Egli è infatti figlio di un banchiere usuraio e viene etichettato negativamente da tutti per questa ricchezza acquisita in maniera illecita. Si getta quindi a capofitto nel lavoro in banca e gestisce lui gli affari, incappando in un certo Marco di Dio che occupa abusivamente la sua casa. Il rapporto con quest’uomo simboleggia il suo rapporto con il padre, ma con una riconciliazione finale.
Egli decide di donare tutti i suoi beni in opere di carità e si innamora di un’amica della moglie. Questa lo spara alla testa mentre lui cerca di baciarla ma egli al processo la scagiona e si presenta con una tuta da malato di mente, la stessa che indossano i pazienti all’ospedale che egli ha fatto costruire per i poveri.
Il senso del libro è che Vitangelo si ribella alla maschera che ha indossato (uno), alla visione che gli altri hanno di se (centomila) per acquisire la sua forma originaria (nessuno). Egli diventa infatti nessuno, fuoriesce dalle forme che la vita gli ha imposto per acquisire la sua reale natura. Secondo la visione pirandelliana egli è quindi libero di vivere la vita allo stato puro, finalmente senza vincoli e maschere.