Un tram che si chiama Desiderio

Il 3 dicembre del 1947 debutta sui palcoscenici di Broadway la commedia “Un tram che si chiama desiderio” scritta da Tennessee Williams. Il drammaturgo ha tratto ispirazione dalle tristi vicende personali che hanno coinvolto la sorella Rose.

La regia teatrale è di Elia Kazan e il ruolo del protagonista maschile, Stanley Kowalsky, è affidato a Marlon Brando che ne vestirà i panni anche nella fortunata versione cinematografica del 1951.

Un tram che si chiama Desiderio, locandina del film
Un tram che si chiama Desiderio, locandina del film

Trama dell’opera

Le vicende sono ambientate nell’atmosfera affascinante e ammaliatrice di New Orleans, e ruotano intorno a un nucleo familiare costituito da due donne, Blanche e Stella, e da un uomo, il rude operaio polacco Stanley. Le due non solo sono sorelle, ma si ritrovano anche accomunate da uno stesso infelice destino: Blanche ha perso il suo lavoro di insegnante ed è stata costretta ad abbandonare la vita agiata a cui era abituata, Stella vive un difficile rapporto con il marito, reso più complicato dalla differenza di estrazione sociale esistente tra i due. Blanche piomba nella casa della sorella senza rendersi neanche conto del percorso a ritroso che ha compiuto.

E’ partita, infatti, dalla tenuta di famiglia “Belle Reve” nel Mississipi, vestita e ingioiellata come se dovesse recarsi a un party, ha preso il tram chiamato Desiderio ed è arrivata a Elysian Field, dove la coppia vive in due  squallide stanze.

Sin dalla sua prima apparizione, la donna mostra segni evidenti di squilibrio. Affiora quasi subito la sua dipendenza dall’alcol e una confusione tale da impedirle di spiegare con esattezza come sia riuscita a dissipare tutto il patrimonio familiare. La sua presenza altera gli equilibri della coppia che vede Stanley dominare la povera Stella con la sua esuberanza virile e il suo maschilismo esasperato.

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Nonostante il cambiamento di vita, Blanche continua a curare maniacalmente il suo aspetto, e intreccia una relazione con un ingenuo amico di Stanley, Mitch. Sembra quasi che per un attimo la storia possa prendere una piega positiva, favorita anche dalla maternità di Stella, ma il passato della donna torna a rovinare tutto. E’ Stanley a scavare nella vita della cognata e a riferire i torbidi dettagli al suo amico.

Blanche è costretta così a confessare che, dopo il suicidio del marito Allan scopertosi omosessuale, ha cercato protezione e contatto umano passando dal letto di numerosi estranei, e intrecciando una relazione persino con un suo studente diciassettenne; relazione che ha provocato il suo licenziamento dalla scuola. Mitch non riesce a comprendere la sofferenza di Blanche e a perdonarle gli errori passati, anzi la rifiuta categoricamente definendola troppo sporca per vivere sotto lo stesso tetto con la madre.

Per poter superare il dolore dell’ennesimo abbandono, Blanche, ormai delirante, immagina di ricevere un telegramma da un milionario texano che la invita per una favolosa crociera nei Caraibi, ma la sua illusione viene spezzata da Stnaley che le butta addosso la verità e le impone l’ultima delle umiliazioni: lo stupro. Distrutta nel corpo e nella mente, Blanche viene ricoverata in un manicomio.

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Rina Zamarra

Rina Zamarra dopo la laurea in letterature straniere moderne alla Sapienza di Roma, si specializza in narratologia e realizza sussidi ipermediali e-learning per la divulgazione e la conoscenza del teatro musicale in collaborazione con l'Istituto MetaCultura di Roma e la Fondazione Teatro la Fenice di Venezia. Nell'ambito di questa collaborazione si occupa di opere come: "Il Barbiere di Siviglia" e "La Cenerentola" di Gioachino Rossini, "Cavalleria Rusticana" di Pietro Mascagni, "Rigoletto" di Giuseppe Verdi, "Madama Butterfly" e "Manon Lescaut" di Giacomo Puccini, "Il mondo della Luna" e "La Cecchina" di Carlo Goldoni, "Il piccolo spazzacamino" di Benjamin Britten, "I due timidi" di Nino Rota, la letteratura di viaggio e le esperienze di viaggiatori letterari e cinematografici come Jules Verne, Steven Spielberg e Georges Méliès. Lavora come web writer e copywriter e gestisce un blog di viaggi: www.metaviaggi.altervista.org

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