Breve storia del Tour de France
Il Tour de France è una delle competizioni ciclistiche più importanti d’Europa, ma è molto famosa anche nel Mondo. La storia di questa gara inizia il secolo scorso, il giorno 1 luglio 1903, vicino a Parigi a Mongeron.
Il primo percorso è organizzato su sei tappe, per 2.428 chilometri attraverso le città più importanti del Paese: Lione, Marsiglia, Tolosa, Bordeaux, Nantes e Parigi.
Oggi non è più questo l’itinerario: la competizione è molto più lunga perché sfiora i 4.000 chilometri, ma l’entusiasmo e il calore con cui i francesi accolgono il Tour non è mai cambiato.
Vince la prima edizione lo spazzacamino valdostano Maurice Garin di Arvier. E da allora questa competizione è nel cuore non solo del popolo di Francia, ma anche di tutti gli amanti dello sport. La storia del Tour, chiamato anche Grande Boucle (grande boccolo), per l’originale forma a ricciolo, inizia alla fine dell’Ottocento e affonda le sue radici in uno scandalo politico enorme: il famoso Affaire Dreyfus, durante cui l’ufficiale Alfred Dreyfus viene accusato ingiustamente di aver venduto alla rivale Germania alcuni segreti militari. Come può quest’avvenimento toccare il Giro, una semplice competizione sportiva?
Numerose persone – in questo periodo storico – decidono di scendere in piazza, per di fendere la loro tesi (colpevolista o innocentista che sia). Tra i manifestanti, c’è anche il Marchese Albert de Dion, proprietario dell’omonima casa automobilistica, sfavorevole all’ufficiale Dreyfus e sponsor di un importante giornale sportivo Le Vélo (la sua caratteristica principale è la carta verde). Questa testata e il suo editore, però, commettono un grave errore: dare voce a opinioni differenti a quella di de Dion e considerare innocente Dreyfus. Per questo motivo l’imprenditore, con l’aiuto di altri nomi importanti come Edouard Michelin (fratello di André) e il finanziare Henri Desgrange, nel 1900, fondano un nuovo giornale L’Auto-Vélo, su carta gialla, proprio per differenziarsi da Le Vèlo. Non vogliono finanziare una stampa, secondo loro, poco rappresentativa.
Questo quotidiano inizialmente non ha un gran successo. Si sa che un prodotto editoriale prima di affermarsi richiede anni e soprattutto la fidelizzazione del suo lettore. Per risollevare le sorti della testata, decidono di organizzare una gara di ciclismo lunghissima, la più lunga della storia di Francia. Inizialmente Desgrange, nonostante la sua passione per la bicicletta, non è convinto che la cosa possa riuscire, ma si trova in una situazione davvero problematica.
Il giornale è costretto a cambiare nome, diventando solo L’Auto e questo evento può mettere ancora più a repentaglio le vendite. Per questo motivo il 19 gennaio 1903, L’Auto annuncia il primo Tour De France, realizzato su un’idea di Georges Lefèvre, redattore per il ciclismo. Il primo premio è di 12 mila franchi, mentre il premio per ogni tappa è di 3 mila. Cifre importanti che fanno gola agli sportivi e danno grande richiamo al Giro che raccoglie ben 78 iscrizioni, tra professionisti e amatori. La corsa è da subito un enorme successo e L’Auto ne beneficia in vendite, tanto da portare nel giro di pochi anni a far crescere in modo esponenziale la tiratura e a costringere Le Vélo al fallimento.
Oggi l’organizzazione è gestita dalla Société du Tour de France, una società riconducibile al gruppo L’Équipe. Il Grande Boucle non attraversa solo un secolo, ma anche periodi storici molto duri per la Francia e per l’Europa intera. Durante la Seconda Guerra Mondiale, a causa dell’occupazione tedesca del Paese, per esempio, viene interrotto per questioni territoriali. Purtroppo nel 1944 L’Auto chiude i battenti e il Governo sequestra tutti i possedimenti del giornale, incluso il Tour. Il motivo? Secondo i francesi, ha l’abitudine di pubblicare articoli troppo vicino ai tedeschi.
Jacques Goddet, che negli ultimi anni si è occupato del Tour personalmente, apre un nuovo quotidiano sportivo il famoso L’Équipe (ecco che si può iniziare a capire da dove nasce la gestione di oggi). Purtroppo però l’organizzazione del Giro è molto ambita, perché sinonimo di fama ma anche di grande ritorno economico, e per questo motivo viene istituito una sorta di bando: i due rivali principali, L’Équipe e Le Parisien Libéré contro Sports e Miroir Sprint, devono organizzare due competizioni ciclistiche: alla migliore verrà data in gestione la Grande Boucle. Neanche a dirlo, grazie alla grande esperienza di Jacques Goddet, L’Équipe si aggiudica l’onore nel 1947.
Il Giro nasce come gara maschile e resta tale per circa 80 anni, poi nel 1984 viene aperto anche alle donne e prende ufficialmente il via il Giro di Francia femminile ovvero la Grande Boucle Féminine Internationale, caratterizzata dall’avere tappe un po’ più brevi.
Nel 2013, in occasione del 100° anniversario del Tour de France, Google dedica un logo animato a questa importante gara ciclistica.
Tra gli italiani che hanno indossato la Maglia Gialla e salito il gradino più alto del podio alla fine del Tour de France, ci sono Gino Bartali, Fausto Coppi, Felice Gimondi e in anni più recenti Marco Pantani (1998) e Vincenzo Nibali (2014).