Corea del Sud e Corea del Nord: la storia delle Coree
Perché esistono oggi due Coree? Tutto ha avuto inizio nel 1950, con un conflitto durato tre anni e che portò al punto di partenza. La Corea del Nord e la Corea del Sud dopo decenni di stato di guerra, hanno riaperto il dialogo nel 2018. Ma prima di arrivare ad oggi, per capire i motivi della divisione bisogna tornare indietro sino al 1945.
Approfondimento
La nascita della Corea del Sud e della Corea del Nord
La Seconda guerra mondiale era appena finita e il Giappone, che a partire dal 1910 aveva annesso la Corea, era uscito sconfitto dal conflitto mondiale. Allora la Corea fu divisa in due aree di occupazione, una russa e l’altra americana, proprio all’altezza del 38° parallelo. Venne alzato di fatto un muro simbolico.
A quel punto, una commissione bilaterale avrebbe dovuto dare vita ad un governo provvisorio per riunificare la penisola. Tuttavia questo governo non si fece mai.
Da qui le elezioni si tennero solo nella Corea del Sud con la supervisione dell’ONU. Così il 12 dicembre 1948, nel Sud, fu eletto presidente della Repubblica di Corea, Syngman Rhee.
Mentre al Nord, in contemporanea, nacque la Repubblica Democratica Popolare di Corea, retta da un governo comunista presieduto da Kim Il-sung.
Ne scaturirono tre anni di guerra. Entrambi i regimi volevano promuovere la riunificazione, ma si arrivò ad un conflitto tra il Nord, appoggiato da russi e cinesi, e il Sud, difeso da americani sotto la supervisione dell’Onu.
L’inizio del conflitto: 25 giugno 1950
Il 25 giugno del 1950 cinque divisioni dell’esercito del Nord, rifornito e organizzato dalla Russia, passarono la frontiera. L’esercito sud-coreano era però mal addestrato e poco equipaggiato: da qui la sconfitta. La capitale Seoul venne occupata dai nord-coreani.
Su mandato dell’Onu, allora, gli americani, che videro in questa mossa di forza la volontà sovietica di espandersi in tutto il Sudest asiatico, sbarcarono a luglio sulla penisola con i primi contingenti della forza multinazionale. Essa era formata in gran parte da americani, che erano guidati dal generale Douglas MacArthur.
Fu un’operazione che era stata approvata nel corso del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite durante l’assenza del rappresentante sovietico. Questi infatti aveva abbandonato la seduta per protesta contro l’assegnazione del seggio permanente cinese nel Consiglio, al governo di Taiwan, invece che alla Repubblica popolare di Mao Zedong.
Lo sbarco dell’esercito guidato dagli americani a Incheon
A settembre dello stesso anno (1950), l’esercito guidato dagli statunitensi si diresse a nord, sbarcando a Incheon, proprio dietro le linee nord-coreane. Bastò poco tempo alle truppe occidentali per respingere gli invasori, risalendo, tagliandogli i rifornimenti, verso il confine.
MacArthur, arrivato lì, decise di espandersi nella conquista dello Stato del Nord, superando di fatto il 38° parallelo. A novembre le truppe si erano spinte sino a pochi chilometri dal confine con la Cina.
Così anche il governo di Mao intervenne nel conflitto. Oltre 100 mila uomini furono inviati in Corea. Con l’appoggio di quest’ultimo, il Nord oltrepassò nuovamente la frontiera con il Sud.
L’intervento del presidente americano Harry Truman
Il presidente americano Harry Truman decise di discostarsi dalle scelte del generale MacArthur, il quale aveva più volte minacciato il ricorso all’arma atomica e decise di sostituire il militare. Da qui fu sostituito nell’aprile del 1951 con il comandante Matthew Ridgway. Truman aprì le trattative con la Corea del Nord: la guerra costò 3 milioni di morti, tra militari e civili.
I colloqui di pace
Il 10 luglio iniziarono i colloqui di pace. Si arrivò, due anni dopo, il 27 luglio 1953, allo stesso punto di partenza, cioè si stabilì la divisione con il confine sul 38° parallelo, terminando di fatto senza né vincitori né vinti.