Il sonno della ragione genera mostri, opera di Goya
Il sonno della ragione genera mostri fa parte della collezione composta da ottanta incisioni ad acquaforte intitolata I capricci, una metafora realizzata da Francisco Goya dove l’artista invita gli uomini a non perdere il controllo dell’intelletto. Tra queste incisioni c’è il disegno prodotto dall’artista spagnolo nel 1797, di dimensioni 21,6×16,2, custodito presso la Biblioteca Nacional de Espana, a Madrid.
Approfondimento
Il sonno della ragione genera mostri: descrizione dell’opera
L’opera in esame è il foglio 43 della serie pubblicata nel 1799. Questo lavoro rappresenta una delle opere più famose. Nel disegno al centro si vede un uomo che sta dormendo con la testa poggiata tra le braccia appoggiato su un mobile. Su questo mobile è stata fatta un’incisione e riportata la scritta: Il sonno della ragione genera mostri. Da qui il titolo dell’opera.
Alle spalle dell’uomo che dorme, sono disegnati gufi, pipistrelli, gatti e altri animali privi di dettagli che si intravedono. Sono tutti animali notturni.
Interpretazioni
Esistono tre manoscritti che hanno dato vita all’interpretazione di questa incisione. Si tratterebbe dell’autore stesso, Goya, che sta dormendo. La folla di animali alle sue spalle rappresenterebbe il frutto della sua immaginazione. In sintesi, dormendo, viene meno la ragione e si dà vita alla creazione di mostri.
Stando a questi tre documenti, alla base della creazione esiste la fantasia che, se lavora senza la ragione, crea e dà vita ad elementi irreali. Quest’opera nasconde una questione filosofica molto più complessa. L’autore invita alla riflessione sul male che investe la società dei suoi tempi. La ragione rappresenta la vera essenza dell’uomo, che lo distingue dagli altri esseri viventi. Senza il controllo dell’intelletto, il mondo verrebbe sopraffatto da impulsi violenti e indomabili.
Altre opere della serie
Tra le opere delle 80 tavole si ricorda anche “I disastri della guerra”, dove l’artista spagnolo ha rappresentato la dura e triste realtà della guerra d’indipendenza di Spagna con molta intensità. Una testimonianza dei disastri provocati dalla guerra lasciati a testimonianza grazie alla sua arte. Questa raccolta di incisioni è rimasta inedita sino al 1863 quando, per la prima volta, dopo vent’anni dalla morte dell’autore, è stata pubblicata.
È stata realizzata da Goya infatti tra il 1810 e il 1812, i cosiddetti anni della fame. Un’opera con cui il pittore spagnolo esprime e mette in evidenza il fallimento delle idee. Opere che l’artista dipinge dal vivo proprio nel corso della rivolta del popolo spagnolo contro l’occupazione di Napoleone. Rappresenta il sentire, mette in luce il suo stato d’animo, descrivendo – al contempo – i tempi che sta vivendo. Un’arte, una poesia d’immagini, dove l’artista si interroga e libera lo spirito con senso critico analizzando la realtà che lo circonda. Va oltre l’apparenza, resta autentico e originale.
Con la sua arte, Francisco Goya riesce a conquistare tutti: i nobili gli commissionano i ritratti, che costituiscono per l’artista fonte di guadagno. La sua arte non è circoscritta all’età illuminista, bensì anticipa i tempi, aprendosi verso il Romanticismo e il realismo.