San Gregorio Magno: opera di Antonello da Messina
Fra il 1472 e il 1473 Antonello da Messina realizza quest’opera raffigurante San Gregorio Magno. Essa si inserisce in un contesto più ampio: è solo una parte di una struttura più complessa e articolata. Di seguito andiamo ad approfondire gli aspetti storici e descrittivi. In fondo trovate anche un commento video.
Approfondimento
San Gregorio Magno, un’opera parte di un polittico
Alcuni documenti testimoniano l’incarico attribuito al pittore messinese per la realizzazione di una “magna icona”, probabilmente un polittico. Il polittico è un’opera d’arte sacra, costituita da singoli pannelli separati ma riuniti e raccolti da una cornice che ne dà una forma architettonica. I pannelli possono essere mobili o fissi.
Non sappiamo come fosse l’opera nella sua totalità, ma molto probabilmente ne facevano parte i dipinti dei tre padri della Chiesa:
- Sant’Agostino;
- San Girolamo;
- San Gregorio Magno.
Vi era probabilmente anche Sant’Ambrogio, che purtroppo non è arrivato fino a noi.
Chi fu Gregorio Magno
Gregorio Magno (indicato anche come Gregorio I) fu il 64° pontefice della chiesa cattolica e vescovo di Roma, città dove nacque nell’anno 540 circa. Fu papa dall’anno 590 fino alla sua morte, avvenuta nel 604.
Il suo papato si svolse nell’arco di 14 anni, in uno dei periodi più bui della storia italiana e del Medioevo europeo. Minuto e cagionevole di salute, di lui si ricorda l’incredibile forza morale e la incrollabile fiducia nella forza del Cristianesimo. Al suo nome è inoltre legato il genere del canto gregoriano.
Per ulteriori notizie sulla sua vita, vi invito a leggere la biografia di Gregorio Magno.
San Gregorio Magno, analisi dell’opera
Questa splendida opera di Antonello, come anche quelle che ritraggono altri santi, è conservata a Palermo, presso Palazzo Abatellis. Le tavole con la raffigurazione dei tre santi facevano parte di un’opera molto grande nella quale i santi erano posti in alto.
Possiamo infatti notare come in questa tavola San Gregorio Magno abbia uno sguardo rivolto verso il basso e sulla sua sinistra, quindi in diagonale.
Ciò significa che probabilmente era posto in alto e a sinistra, poiché da quella posizione avrebbe dovuto guardare gli spettatori dall’alto in basso.
La posizione in alto era dovuta anche all’autorevolezza e importanza data ai santi. Malgrado l’impostazione arcaica, evocata dallo sfondo in oro, il dipinto appare magnificamente innovativo per le volute della veste bianca che in basso gioca con le ombre e le luci. Ma non solo.
Altro elemento di innovazione introdotto da Antonello da Messina è la prospettiva del volto: essa è accentuata dalla tiara e dai capelli neri del santo.
Infine, vi è il dettaglio della barba appena accentuata sulle guance e che dà profondità e consistenza al volto di San Gregorio Magno.
La tecnica
La tecnica utilizzata è tempera grassa su tavola su tela. Le misure sono 46,5 x 35, 5 cm.
La realizzazione
La qualità dell’esecuzione, benché sia di altissimo livello, non è costante. Questo fa pensare al fatto che possa essere portata a termine da un’altra mano. Antonello dal 1457 aveva una bottega ben avviata e dunque è possibile che un suo allievo, oppure il figlio Jacobello, abbiano terminato il dipinto.