Ritratto Trivulzio (o Ritratto d’uomo), opera di Antonello da Messina
Approfondimento
Descrizione, analisi e commento all’opera di Antonello da Messina intitolata “Ritratto Trivulzio”, conosciuta anche come “Ritratto d’uomo”
Si tratta di un dipinto realizzato nell’anno 1476. Ritratto Trivulzio è un capolavoro della ritrattistica e uno dei quadri più potenti di Antonello da Messina. Non sfugge la forza espressiva e la sintesi straordinaria che l’artista crea fra i dettagli di una ritrattistica minuziosa e una profonda indagine introspettiva del personaggio.
Antonello da Messina anche in questo dipinto, come in quello nel precedentemente analizzato (Ritratto d’ignoto marinaio), mostra la sua abilità nel superare la ritrattistica convenzionale per mostrare in tutta la sua forza e complessità il ventaglio di sfumature psicologiche del personaggio.
Storia e curiosità sul quadro
L’opera faceva parte inizialmente dell’eredità Rinuccini, famiglia aristocratica fiorentina, passata nelle collezioni Trivulzio assieme ad altri grandi capolavori. Nel 1935 l’intero patrimonio Trivulzio fu oggetto di una delle più importanti transazioni commerciali di opere d’arte mai effettuate in Italia. Tale operazione vide contrapposti i comuni di Torino e Milano: dovette intervenire il governo Mussolini per decidere la diatriba.
La collezione Trivulzio venne destinata a Milano, che ripartì gli oggetti tra varie collezioni civiche. Torino ricevette poche opere a titolo di compensazione, tra cui questo ritratto di Antonello da Messina che analizziamo nel presente articolo.
Chi è l’uomo ritratto?
Il soggetto ritratto è forse un uomo importante: non si conosce la sua identità. Alcuni hanno ipotizzato appartenesse alla corte di Ludovico Sforza, ma il breve periodo che Antonello passò a Milano non coinciderebbe con la datazione del dipinto.
Che il soggetto sia un uomo importante, lo si deduce dalla qualità dei suoi abiti che Antonello dipinge con cura: la stoffa gonfia dell’abito solcato da righe verticali, la camicia bianca che spunta oltre il colletto dell’abito e la falda del copricapo che ricade dalla testa sulla spalla. Quest’ultima, proiettando l’ombra sulla spalla, permette all’artista di realizzare il senso di profondità.
Grande cura dei dettagli
La cura dei dettagli in Ritratto Trivulzio prosegue nella descrizione del viso. Le rughe delle guance, la fossetta sul mento, le pieghe intorno agli occhi, le ciglia brizzolate sono rappresentate con una ricchezza di dettagli e una precisione incredibili.
Alcuni hanno addirittura parlato di plasticità del volto e di un ritratto che sembra più una scultura che un dipinto.
Le sopracciglia del Ritratto d’uomo sono soprattutto un elemento non idealizzato: vale a dire che l’artista di proposito le riporta scompigliate, brizzolate, scomposte. Ciò ad indicare il suo desiderio di portare alla luce una rappresentazione vera e non verosimile.
Tutta questa straordinaria maestria nell’indagare il particolare non potrebbe ottenere l’effetto che il dipinto promana, se non avesse la forza caratteriale che Antonello imprime al dipinto. Il soggetto, il ritratto d’uomo, ci osserva dall’alto in basso. E’ altezzoso, autorevole e pieno di sé.
Il suo sguardo ci scruta con un misto di ironia e distacco. Tutte queste riflessioni e impressioni lo rendono ancora più vero e forte. Il soggetto infatti pare quasi uscire dal dipinto e prendere una vita propria. La sua dinamicità si accompagna ai cambiamenti che si possono osservare nell’istante in cui ci sembra che prenda vita.