Ritratto del dottor Paul Gachet (1890), di Vincent van Gogh
Il Ritratto del dottor Paul Gachet è un quadro realizzato in due versioni nel 1890 da Van Gogh. Nel 1890, anno della sua morte, Vincent van Gogh è in cura dal medico Paul Gachet. Il dottore è un uomo eclettico che si occupa di medicina di base e psichiatria, ma studia anche l’omeopatia. Paul Gachet conosce e frequenta diversi artisti, fra cui Manet e Renoir e conosce bene il mondo dell’arte. Vincent si rivolge a Gachet dopo un periodo nell’ ospedale psichiatrico di Saint-Rémy-de-Provence. A consigliarlo è il fratello Theo van Gogh, che già conosceva il medico. Fra i due nasce un’amicizia e Vincent decide di dipingere un ritratto di Paul Gachet.
Van Gogh muta in parte alcuni canoni che aveva utilizzato precedentemente nei suoi ritratti. Vincent è colpito dalla personalità eclettica e dall’interesse che il medico Paul Gachet mostra fin da subito per la sua arte.
Chi è Paul Gachet
Gachet era uno psichiatra molto apprezzato e si impegnò fin da subito per aiutare Van Gogh ad uscire da quella disperazione che lo avrebbe inesorabilmente portato alla morte. Il dialogo fra lui e il medico si protrasse per diverse settimane. Solo alla fine Vincent van Gogh decise di ritrarlo.
Ritratto del dottor Paul Gachet: commento e analisi del quadro
Il dipinto mostra un Gachet malinconico e triste. E forse l’espressione sconsolata riflette l’impossibilità per il medico di aiutare l’artista, il quale continua ad essere vittima delle proprie angosce. L’unico segno di speranza è il fiore che il medico tiene accanto a sé, appoggiato su una pila di libri.
I colori sono tetri e il blu dello sfondo accentua ancora di più lo sguardo malinconico del medico. Il rosso e il verde della tovaglia ferma questa sconfinata malinconia, contrapponendosi come unico colore appena vivace. Forse, insieme a Volo di corvi su campo di grano, il Ritratto di Paul Gachet anticipa il crollo emotivo che in luglio dello stesso anni colpirà Vincent van Gogh.
Il dipinto piacque molto a Gachet, tanto che chiese al pittore di concedergli una copia. La differenza fra il primo dipinto e il secondo sta nel colore dello sfondo. Nel secondo vi è un blu più accentuato che nel primo dipinto non era presente. Si nota anche la mancanza dei libri e del bicchiere. Essi vennero tolti per accentuare la presenza della pianta di digitale (digitalis purpurea – fiore che dà il titolo a una poesia di Pascoli), simbolo di speranza.
Anche la tovaglia ha un colore più omogeneo, il rosso, che tende a contrastare ancora di più la cupezza dei colori più scuri.