Paola Perego, confessione shock
Ho sofferto di panico per anni, più volte volevo farla finita
Fa sempre un certo effetto ascoltare le confessioni intime di un personaggio famoso. Nella puntata di Rai2 Belve, andata in onda lo scorso 2 luglio, la conduttrice Paola Perego ha rivelato alcuni episodi molto intimi della sua vita privata, intervistata da Francesca Fagnani.
“Mi chiamavano algida perché prendevo i farmaci per gli attacchi di panico. Ho sofferto di panico per 30 anni, dai 16 anni. La volta più brutta è quando ho sbattuto un braccio contro un muro per romperlo e sentire un dolore diverso. Non ne potevo più di sentire questa ansia, questa voglia di morire. Volevo un dolore fisico che fosse riconosciuto dai medici, che all’epoca non capivano gli attacchi di panico e mi dicevano che non avevo niente. In onda non mi è mai capitato perché andavo sempre piena di farmaci e seguita da un medico. Un sacco di volte ho pensato che sarebbe stato meglio morire. Ma avevo anche paura della morte. Oggi non ho più attacchi, ne sono uscita totalmente”, ha detto.
La popolare conduttrice ha anche parlato della fine del suo matrimonio con il giocatore Andrea Carnevale.
“Il divorzio è stata una grandissima sconfitta. Credevo al matrimonio per tutta la vita. Me ne ha fatte di corna“.
La Perego restò da sola con due bambini ancora piccoli, e quello fu senz’altro uno dei periodi più difficili della sua vita. “Ero sola, con un bambino che non dormiva né di giorno né di notte. È stata durissima. L’assenza di sonno ti fa fare pensieri brutti. Non lo prendevo in braccio per non avere la tentazione di buttarmi con lui dalla finestra”, ha rivelato.
Poi, nel 2011, dopo 10 anni di fidanzamento, è arrivato il matrimonio con Lucio Presta, manager dello spettacolo. “Questo matrimonio mi ha svantaggiato perché mio marito che è una persona moralmente onesta, se deve proporre una persona per un programma non proporrà mai me. Per la paura che pensino che mi proponga perché sono sua moglie. Rispetto a tutti quelli che lui assiste io sono sicuramente svantaggiata. Sono anche avvantaggiata perché ho il numero uno a casa cui posso chiedere sempre consigli, anche a mezzanotte. Al contrario dicono che sono raccomandata, e non è vero che è inevitabile che lo dicano. All’inizio ci soffrivo tanto, perché l’ho conosciuto quando io già lavoravo in televisione e lui non era ancora il Lucio Presta di oggi.
Poi ho pensato che questo mi offende, perché in realtà non sono capace di farmi raccomandare e così mi danno della stupida. Da quest’anno gli ho chiesto se mi può raccomandare! In passato è successo che gli chiedessero di fare delle cose, lui dicesse no e improvvisamente saltava il mio programma. Va bene, ci sta, ma la cosa che mi offende è che pensano che io non me ne accorga. Lui mi difende su Twitter: non so se è un bene o un male ma mi piace tanto!”
Un altro momento “no” per la conduttrice è arrivato quando le hanno chiuso il programma “Parliamone sabato” perché accusata di sessismo.
“Sono finita sulle prime pagine e al tg per una cosa che non mi sembrava così grave. Dalla Rai ci hanno detto che volevano far saltare una persona in quel momento e la cosa migliore era far saltare il programma. Non posso dire di chi parlo perché potrei essere querelata”, ha confessato Paola Perego senza mezzi termini.