Grande città: analisi dell’opera di Otto Dix
Approfondimento
Nuova Oggettività
Grande città è uno dei capolavori di Otto Dix ed è una delle massime espressioni della corrente artistica chiamata “Nuova Oggettività”, che raggruppava diversi artisti tedeschi del periodo post Prima Guerra Mondiale, fra questi anche Otto Dix che si identificava nella tendenza “veristica” opposta a quella “classicista”, entrambe convergenti nella Nuova Oggettività.
Il quadro rappresenta il contrasto fra benessere e povertà nel contesto della società moderna, che si apprestava a costruire nuovi stereotipi di miseria e di lusso.
I pannelli
I due pannelli laterali rappresentano due aspetti diversi della vita notturna che si sviluppa nelle città, in cui il ceto borghese costruisce la propria posizione sociale e che viene raccontata nel pannello centrale. A sinistra un uomo mutilato, a causa della sua partecipazione alla guerra, osserva una prostituta che si guadagna da vivere battendo i vicoli malfamati. Si crea fra loro un legame che esprime, con intensa forza visiva, due aspetti della miseria e del degrado.
Nel pannello di destra invece compare il popolo della notte che esiste grazie al mondo che si sveglia e vive durante le ore notturne. Sono personaggi improbabili, bizzarri e stravaganti. Al centro alcuni rappresentanti della società borghese ballano il charleston davanti ad una band di jazzisti. Il locale è elegante e opulento.
Il contrasto
Il contrasto più evidente è il divertimento sfrenato di fronte alla miseria creata dalla guerra e alle contraddizioni della società moderna a cui non erano, come non siamo nemmeno oggi con le dovute differenze, preparati ad affrontare. Si tratta quindi di un trittico che non ha alcuna matrice religiosa ma solamente sociale. Sicuramente l’utilizzo, di tre pannelli che narrano vicende diverse ma unite fra loro, rende la scena visivamente ancora più intensa. Grande città fu dipinto fra il 1927 e il 1928 e attualmente è esposto al Staatsgalerie di Stoccarda.