Le opere di Gabriele D’Annunzio

In questo articolo troverete un breve riassunto delle opere di Opere di Gabriele D’Annunzio che comprendono raccolte poetiche, racconti e romanzi. Tra le raccolte poetiche abbiamo “Primo vere” del 1879. È la prima raccolta poetica di D’Annunzio, scritta a 16 anni. Risente fondamentalmente dell’influenza di Carducci. “Canto novo” (1882) in questa opera, come dice il titolo, D’Annunzio tenta uno stile nuovo che si riallaccia alle ricercatezze espressive del decadentismo, diffuse dalla rivista “La cronaca bizantina”.

Opere di Gabriele D'Annunzio
Gabriele D’Annunzio

Intermezzo di rime” del 1884, arricchito di nuove poesie fino al 1938. raccoglie numerosi sonetti e due poemetti che risentono dell’influenza dei raffinati poeti francesi del tempo, in particolare di Baudelaire. La raccolta si basa essenzialmente sulla confessione di emozioni e di sensazioni psicologiche. Isotteo (1886) raccoglie le poesie dedicate alla leggendaria figura della principessa Isotta e scritte originariamente per un volume dal titolo “Isaotta Guttadauro e altre poesie”. Sono particolarmente importanti quattro sonetti dedicati al poeta Giovanni Marrani, nei quali D’Annunzio esprime ciò che intende per poesia: una sottilissima ricerca di sensazioni che espressa nei versi diventa l’azione più nobile di tutta la vita.

Tra le opere di Gabriele D’Annunzio, “La Chimera” (1886) raccoglie le poesie scritte per il volume “Isaotta Guttadauro e altre poesie” e non comprese nell’Isotteo. Importante è la poesia “Al poeta Andrea Sperelli”, dedicata cioè al protagonista del romanzo “Il piacere” nel quale il D’Annunzio raffigura se stesso.

Elegie romane” (1892): il titolo è lo stesso di una raccolta di poesie che Goethe dedicò a Roma. L’opera comprende 25 elegie nelle quali si disegna la storia di un amore infelice, secondo un filo narrativo ambientato a Roma. “Poema paradisiaco” (1893, arricchito di nuove poesie fino al 1938) raccoglie una serie di poesie che, al di fuori di ogni struttura narrativa, esprimono le più inquiete e morbose sensazioni del poeta.

Tra le opere Gabriele D’Annunzio si distingue per un maggior vigore poetico un gruppo di poesie dedicato alla madre. “Laudi del Cielo, del Mare, della Terra e degli Eroi” diviso in quattro libri, i primi tre pubblicati nel 1903-1904, l’ultimo nel 1912. “Notturno” (1916, ampliata nel 1921) contiene le poesie create mentre D’Annunzio era costretto al buio (da qui il titolo) per una ferita di guerra all’occhio.

Gabriele D'Annunzio
Gabriele D’Annunzio

Sono sogni e fantasie che, prevalentemente, hanno per soggetto la morte. Tra i racconti e i romanzi abbiamo: Terra vergine (1882) è una raccolta di nove racconti che presentano un mondo primitivo, non ancora toccato dalla civiltà. Risente in parte del Verga.

Novelle della Pescara” è una raccolta di diciotto novelle che comprendono i racconti di un’opera precedente “San Pantaleone”. Anche queste novelle presentano un’interpretazione artificiosa di un mondo primitivo contadino. “Il piacere” (1882) è il primo dei tre romanzi che D’Annunzio definì “della rosa” (gli altri sono “L’innocente” e “Il trionfo della morte”): la rosa allude alla passione d’amore, tema comune delle tre opere. “Il piacere” descrive gli amori di Andrea Sperelli, una passione voluttuosa per Elena e un amore casto e intellettuale per Maria. Nell’aristocratico e sensibilissimo Andrea Sperelli, D’Annunzio, come detto, raffigurò se stesso.

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L’innocente” (1892) è il secondo romanzo “della rosa” ed è quello che esprime con maggior evidenza l’estetismo di D’Annunzio, cioè il suo tentativo di trasferire nella vita le esigenze di bellezza e di raffinata morbosità della sua poesia. Per non rinunciare alle soddisfazioni di una vita aristocratica, intessuta di tutte le bellezze dell’arte, e per un oscuro senso di gelosia, Tullio Hermil uccide il neonato che la moglie aveva avuto da un altro uomo.

In “Giovanni Episcopo” (1892) le vicende si riducono a una lunga confessione delle sensazioni di Giovanni Episcopo, succube della moglie e legato da esasperato affetto al figlio. Alla fine Giovanni uccide la moglie che lo aveva tradito. “Il trionfo della morte” (1894): travolto dalla passione per la bellissima Ippolita, Giorgio Aurispa cerca invano di dimenticarla, dominato dall’idea del suicidio. Alla fine, accecato anche dalla gelosia, si getta in un precipizio con la donna.

Le vergini delle rocce” (1896) : contro la meschina società del tempo, Claudio Cantelmo sogna un mondo aristocratico, dove le plebi riconoscano ai suoi discendenti il titolo di Re di Roma. Per avere un figlio destinato a tanta grandezza, Claudio cerca di sposare una delle tre figlie di un principe borbonico e le vicende si dilungano sui suoi rapporti con le tre principesse, sullo sfondo di un fantastico giardino, pieno di rocce, di ruscelli e laghi.

Il fuoco” (1900) : l’opera ha come sottotitolo “Romanzo del melograno”, per alludere, col melograno, alla forza delle passioni trionfanti, essenza del superuomo. Il romanzo è basato sull’amore di una celebre attrice, la Foscarina, per Stelio Effrena (molto più giovane di lei) che dall’amore trae ispirazione per un’arte e una vita superiori alle piccolezze degli uomini comuni.

Forse che sì, forse che no” (1910) è il romanzo più complesso di D’Annunzio. Le vicende si basano sull’amore di due sorelle, Isabella e Vana, per l’aviatore Paolo Tarsis: alla fine, Vana si uccide e Isabella impazzisce.

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Serena Marotta

Serena Marotta è nata a Palermo il 25 marzo 1976. "Ciao, Ibtisam! Il caso Ilaria Alpi" è il suo primo libro. È giornalista pubblicista, laureata in Giornalismo. Ha collaborato con il Giornale di Sicilia e con La Repubblica, ha curato vari uffici stampa, tra cui quello di una casa editrice, di due associazioni, una di salute e l'altra di musica, scrive per diversi quotidiani online ed è direttore responsabile del giornale online radiooff.org. Appassionata di canto e di fotografia, è innamorata della sua città: Palermo.

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