La notte del giudizio – Election year. Recensione del film
La notte del giudizio – Election year è il terzo film della saga (The Purge) che racconta un giorno di pura follia omicida. I padri fondatori di un’America più presente che futura, hanno deciso di dedicare un giorno dell’anno allo sfogo e alla purificazione. Ogni persona è autorizzata ad uccidere senza che la polizia intervenga.
Chi è assalito si può difendere con le sue armi, tutto è lecito, anche l’utilizzo delle bombe. Chi non vuole partecipare può farsi costruire la casa come una fortezza. Ma chi non ha i mezzi per farlo può solo sperare che non lo attacchino, oppure difendersi con le armi che riesce a procurarsi.
Solo una persona, la senatrice Charlie Roan (interpretata da Elizabeth Mitchell) , si oppone a questa follia. La sua battaglia, inaspettatamente, le sta portando molta attenzione da parte dei media e degli elettori. Siccome ha buone chance di vincere le prossime elezioni alla presidenza degli Stati Uniti, i padri fondatori decidono di eliminarla.
Per la notte del giudizio mandano dei killer addestrati alla guerriglia a casa della senatrice. Il loro intento è di eliminare lei e la sua scorta. Ma il capo della sua sicurezza Leo Barnes (interpretato da Frank Grillo), insieme ad altre tre persone, la difende in una lotta disperata. Teatro di battaglia sono le strade di Washington.
Approfondimento
Commento al film
La notte del giudizio – Election year è un film mai banale, malgrado la trama spinga verso una violenza gratuita. La violenza ovviamente c’è ed impernia tutto il film. Tuttavia il significato di una lotta per la sopravvivenza che mostra come il senso di colpa sia un’ipocrisia che vela gli atti criminosi, rendono il film interessante.
La notte del giudizio – Election year è un film da vedere per come è girato e per il modo in cui una bella idea funziona. Anche se al cinema ci sono molti film violenti e oramai sembra che nulla di originale possa essere più scritto.