Martin Parr, una mostra dolce e crudele a Milano
Martin Parr è uno dei più grandi fotografi contemporanei. Potremmo definire il suo lavoro lo sguardo di un antropologo che osserva la società mentre cambia. Ma non è solo un antropologo che documenta è anche un filosofo che pone dei dubbi sul nostro modo di vivere, sul nostro desiderio di omologarci, sulle nostre contraddizioni e sulla inesorabile ricerca del brutto. Le foto di Martin Parr sono una sintesi crudele e ironica degli ultimi cinquant’anni di evoluzione sociale.
Approfondimento
La mostra a Milano, fino al 30 giugno 2024
Al Mudec di Milano si può assistere ad una mostra sorprendente per colori, immagini, idee, intelligenza, ironia e crudeltà. La mostra si chiama “Martin Parr, short & sweet” ed è realizzata in collaborazione con Magnum Photos.
Si potrà visitare fino al 30 giugno 2024.
La comunicazione visiva di Martin Parr
Martin Parr è un fotografo e documentarista fra i più celebri e celebrati. Le sue immagini sono ironiche, crudeli, tenere, spietate, divertenti e soprattutto il suo lavoro si può definire antropologico, perché attraverso una serie di periodi presentati in mostra che iniziano negli anni ’70 e terminano agli inizi del duemila.
La mostra si apre con la serie “The non-conformists”, una serie di fotografie in bianco e nero che un giovane Parr scatta nello Yorkshire documentando le vite di operai, agricoltori, guardiacaccia e un’associazione di mariti “presi per il naso”.
Molto interessante è il primo progetto a colori di Parr: “The last resort” in cui il fotografo ritrae dal 1982 al 1985 le vacanze di famiglie a basso reddito in un sobborgo balneare di Liverpool. L’impatto è scioccante, perché Parr mette a nudo le contraddizioni di una società consumistica fintamente approdata ad una condizione migliore. E tuttavia le immagini mostrano un contesto sociale che non ha nulla a che vedere con le vacanze ma assomiglia ad una zona industriale in decadenza, dove le persone cercano di realizzare una parvenza di vacanza.
Un altro capitolo della mostra si intitola “Common sense” ed è un pannello formato da 200 foto in A3, una sorta di collage del cattivo gusto, del consumismo, del kitsch e della deriva immaginifica. Anche il turismo di massa viene preso di mira dall’obiettivo di questo strano antropologo che riesce con la luce e la prospettiva a mostrarci aspetti aberranti del vivere comune.
C’è una delicatezza nel suo modo di vedere la realtà, nel cercare di comunicare le impressioni che ricava viaggiando o unendo i fili comune dell’evoluzione sociale della sua Inghilterra.
In un’intervista in cui spiega il suo lavoro e che è proiettata durante la mostra Parr spiega il suo lavoro, le sue passioni, i suoi interessi. Ma la verità è che il suo lavoro non può essere spiegato al di là di questa straordinaria funzione documentaristica in cui ogni scatto diventa un pezzo di noi.
Il catalogo della mostra
Il catalogo della mostra “Martin Parr. Short & Sweet”, edito da 24 ORE Cultura, è disponibile presso il bookshop della mostra, nelle librerie e online.