La Fattoria, quadro famoso di Joan Miró: storia e descrizione
Gli animali, gli attrezzi da lavoro, le piante… sono tutti elementi di realismo dettagliato. Accompagnato dalla tendenza a semplificare, questi dettagli in forme geometriche si ritrovano nel dipinto La Fattoria realizzato da Joan Miró, custodito negli Stati Uniti alla National Gallery of Art di Washington D.C. Ma prima di essere donato al museo questo celebre quadro era di proprietà dello scrittore e giornalista Ernest Hemingway. Opera lasciata poi in eredità dallo scrittore alla sua quarta moglie Mary Welsh Hemingway, e in seguito donata negli anni Ottanta al museo di Washington D.C.
Storia del quadro
Il dipinto La Fattoria di Miró, è ispirato dal legame dell’artista alla sua terra: la Catalogna. Qui ogni estate si recava nella fattoria della sua famiglia nel villaggio di Montroig. Da questo luogo, nel 1921, arrivò la decisione di farne un dipinto, una delle opere chiave della carriera dell’artista spagnolo.
Fu proprio l’anno 1920 quando Miró si trasferì da Barcellona a Parigi, con lo scopo di partecipare all’avanguardia artistica che stava prendendo posto nella capitale francese. L’avanguardia cubista che si stava diffondendo in quegli anni e che rappresentava una vera rivoluzione dell’arte. Si trattava di un modo molto diverso di rappresentare la realtà.
La Fattoria di Miró: descrizione dell’opera
Ogni elemento del quadro è separato, descritto in modo attento e preciso. Tutto è su uno spazio, definito da un piano terra inclinato verso l’alto. Anche le forme sono inclinate nello stesso modo e sono rappresentate in maniera parallela all’immagine. Si può definire uno stile quasi naïf che ricorda lo stile e il modo in cui disegnano i bambini. È però verso la metà degli anni Venti che Mirò decise di abbandonare questo stile per affermarne uno surrealista più astratto. Ciò non toglie che gli elementi della fattoria vennero rappresentati nelle sue opere successive.
La svolta artistica si ebbe con opere che univano la pittura alla scultura, creando una sorta di collage tridimensionale, come trattato in un precedente articolo dal titolo “Miró e il surrealismo”. L’artista si lasciò ispirare dalla natura e dalla musica e si dedicò non solo alla pittura ma anche alla poesia in stile surrealista. Tanto che nelle sue opere apparirono anche le parole.
Ma torniamo alla descrizione del quadro La Fattoria. Sulla tela è rappresentato il cielo come una tavola blu. Non ci sono nuvole, né altre perturbazioni atmosferiche. La luce è evidenziata dalla luna. C’è una contadina di spalle intenta a lavorare in un lavatoio. Poi, la pecora posta sul podio assume sembianze monumentali.
Vi è anche un albero che salta fuori da un vaso conico rovesciato al centro di un cerchio dipinto di nero. C’è inoltre la rappresentazione metafisica del terreno, con disegni geometrici. Il dipinto, con i suoi colori molto intensi e l’affollarsi degli oggetti rappresentati che attingono dalla vita dei campi, trasmette l’incanto della fiaba. Contemporaneamente dona allo spettatore felicità espressiva e serenità. E’ una rappresentazione dettata dal ricordo più che una riproduzione della fattoria colta dal vero. Questo famoso quadro di Joan Miró è un’opera capace di incantare gli adulti e anche i bambini.