La corsa all’oro del Klondike
Uno dei periodi più affascinanti della storia americana è senza dubbio la corsa all’oro – indicata anche come febbre dell’oro. Questo evento ha prodotto una quantità quasi infinita di saggi, romanzi, racconti e film; fra tutti ricordiamo i meravigliosi racconti di Jack London.
La corsa all’oro è stata inoltre uno dei perni narrativi di quel fantastico mondo narrativo che è stato e in parte è tutt’ora il genere Western. Una delle cause storiche scatenanti della corsa all’oro fu la scoperta di giacimenti nel fiume Klondike situato nel Canada nord-occidentale.
La scoperta avvenne alla fine del 1890 e si calcola che nel fiume, nel corso degli anni, i cercatori riuscirono a trovare una quantità pari a circa 400.000 kg d’oro. Questa straordinaria corsa all’oro, che già da molti anni segnava le vite di centinaia di persone, raggiunse, nel caso del Klondike, una dimensione straordinaria con migliaia di persone che accorsero, non solo dalle regioni limitrofe, ma anche dagli Stati Uniti d’America, dall’Inghilterra e dall’Australia per accaparrarsi una concessione governativa che gli permettesse di sfruttare i giacimenti.
Tutto ebbe inizio casualmente, quando due nativi e un californiano decisero di spostarsi in una zona poco frequentata dai cercatori d’oro sempre vicino al fiume ma accanto ad un fosso, il Rabbit Creek, dove il 16 agosto 1896 trovarono una pepita d’oro di discrete dimensione e che diede vita alla più grande corsa all’oro di tutti i tempi. Fu il californiano George Carmack a registrare la concessione, ma quasi certamente fu Skookum Jim Mason a fare la scoperta e ad avere l’idea di spostarsi nel fosso di Rabbit Creek; infatti oggi la maggior parte degli storici attribuiscono la scoperta a quest’ultimo e probabilmente fu a causa del forte razzismo nei confronti dei nativi che la concessione fu registrata a nome di Carmack e non del suo amico Mason.
Fra l’altro, quest’ultimo raccontò a molti cercatori che la scoperta fu sì casuale ma resa tale da un certo Henderson che aveva insultato pesantemente i due nativi amici di Carmack, così da indurre il gruppo a spostarsi in una zona meno frequentata. Le conseguenze della scoperta del fosso di Rabbit Creek generarono un movimento migratorio impressionante per l’epoca. Circa 100.000 persone arrivarono nella zona del Klondike per fare fortuna, molti non erano cercatori d’oro professionisti ma gente che si improvvisava e che spesso proveniva da mestieri poco remunerati e precari.
Si crearono diverse boom town, città nate sul nulla, che avevano più saloon che case. L’ordine era stabilito dai soldati canadesi a cavallo che non stanziavano nelle zone ma venivano chiamati quando il livello di anarchia e disordine raggiungeva una misura insopportabile. Una di questa boom town fu Dawson City, inizialmente un a piccola cittadina che divenne in poco tempo una città vera e propria con circa 30.000 persone che l’abitavano e in cui vennero costruite scuole, una chiesa, molti saloon e negozi di vario genere. Solo 40.000 persone riuscirono a cercare l’oro raggiungendo un limite massimo che iniziò a generare carestie e problemi di ogni tipo a causa dell’ampia popolazione del luogo; molti quindi dovettero tornare indietro a bocca asciutta senza aver avuto nemmeno la possibilità di cercare l’oro.