Ritratto di Giovanna Tornabuoni di Domenico Ghirlandaio
Il quadro che andiamo ad analizzare è il Ritratto di Giovanna Tornabuoni, realizzato nel 1489 a Firenze. E’ una tempera su tela che misura 77×49 cm. Attualmente è esposto al museo Thyssen-Bornemisza di Madrid. L’autore di questo meraviglioso ritratto è Domenico Ghirlandaio. Autore fiorentino di grande talento che iniziò la sua carriera di artista in una bottega orafa di Firenze. Vasari racconta che come orafo il Ghirlandaio era lento benché geniale, mentre come ritrattista, che si dilettava a riprendere i volti delle persone che passavano per la sua bottega, era rapidissimo e quasi perfetto.
La ragazza ritratta, Giovanna Tornabuoni, è la moglie di Lorenzo Tornabuoni, nobile e ricchissimo fiorentino. Non fu il marito a commissionare il quadro bensì il suocero. Il quadro poi dimorò nel palazzo fiorentino della coppia. Giovanna morì due anni dopo aver sposato Lorenzo a causa di una complicazione avvenuta durante il parto. Non fu facile per i critici moderni individuare il nome di Giovanna Tornabuoni, che morì giovane senza lasciare traccia della sua storia. Fu possibile associare il suo nome a quello della persona raffigurata nel quadro, grazie ad una medaglia che fu incisa da Nicolò Fiorentino e che rappresenta fedelmente il profilo della donna.
Storia e analisi dell’opera
Questo quadro rappresenta uno dei ritratti più suggestivi dell’epoca. Giovanna Tornabuoni appare in tutta la sua bellezza emanando un fascino suggestivo e misterioso. La dama è ritratta di profilo, in mano tiene un fazzoletto e al collo porta un nastro nero con un pendente composto da un rubino e da alcune perle. L’abito che indossa è una gamurra, un tipico abito medioevale, le cui maniche erano intercambiabili e veniva indossato d’inverno perché aveva diversi strati necessari per proteggere dal freddo.
Una spilla appoggiata alla rientranza del muro è ugualmente composta da rubini e perle. L’abito e i gioielli, non sfarzosi, determinano però l’alto lignaggio di Giovanna. Accanto alla dama si possono vedere un rosario, appeso in alto a destra e un libro di preghiere, entrambi gli oggetti testimoniano l’indole di Giovanna.
Attaccato al muro si vede un cartellino sul quale, in latino, è scritto:
“Potesse l’arte riprodurre il carattere e lo spirito. Non ci sarebbe nessun quadro più bello di questo”.
Questo ritratto segue alla perfezione le regole della ritrattistica fiorentina del quattrocento. Il cliente posava di profilo, eretto e con le mani giunte in grembo. La schiena dritta e il collo eretto sviluppavano una linea di demarcazione fra le due parti del quadro. Il Ghirlandaio si è ispirato all’arte classica e ai suoi canoni per realizzare un quadro che esalta perfettamente la bellezza di Giovanna Tornabuoni.