Da dove deriva il termine “vamp”?

Il termine “Vamp” o “Femme fatale”, in francese è usato nel gergo comune, per indicare una donna solitamente dominatrice del maschio; in italiano diremmo anche una donna mangia-uomini: bella, lussuriosa, maga ammaliatrice e sensuale che sceglie le sue prede e si rende irresistibile ai loro occhi.

Theda Bara vampira
Theodosia Goodman (Theda Bara) nei panni di una vampira. Da qui il termine “Vamp”

Il termine si riferisce alla parola Vampira, poiché, questo tipo di donna, succhia le energie vitali dell’uomo che si sottomette alla sua volontà ed al suo fascino indiscutibile, come un vampiro, portandolo alla follia, alla perdizione, alla distruzione. La famosa Theodosia Goodman è stata una delle prime “Vamp” della storia. Nel 1915, interpretò il ruolo di una vampira in “A fool there was” decretando la nascita della “Donna Vamp”. In quel periodo l’attrice venne considerata, come la prima donna ad incarnare quel senso dark, oscuro per l’avventatezza e l’audacia come la provocazione delle “tenebre”.

La Vamp Theodosia Goodman, aveva capelli nero corvino, pelle eburnea, trucco molto carico ed intenso. Ammaliava il pubblico maschile con la sua indiscussa sensualità, disinvoltura e spregiudicatezza. Una donna maliziosa e disinvolta che però non celava mai la cattiveria e il desiderio di annientamento del maschio, tipico della dark lady. Una seduttrice incallita che fa perdere il senno della ragione a qualsiasi uomo. Lo pseudonimo della bella Theodosia Goodman era Theda Bara, anagramma di “arabh death“, che significa morte araba.

Theodosia Goodman (Theda Bara)
Theda Bara (Theodosia Goodman) in due scene

La Vamp è un personaggio molto diffuso e ricorrente nel mondo della scrittura e del cinema ed è stato rappresentato in varie opere cinematografiche così come in diverse opere di letteratura mondiale. Diverse sono le donne del cinema che sono state proclamate, vere e proprie “Vamp” o “femme fatale” (letteralmente donna fatale) ma anche nella letteratura troviamo vari esempi di donne, tra cui: la Fosca di Iginio Ugo Trachetti, alcune eroine che troviamo nei romanzi di Gabriele D’Annunzio, nella Salomè di Oscar Wilde, Lulù di Wedekind fino ad arrivare alla Venere in pelliccia di Leopold von Sacher-Masoch. Impossibile dimenticare donne così avvenenti, appariscenti ed eccentriche che hanno una sorta di stile che le avvicina al mito della “diva”.

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Stefano Moraschini

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