Danila Comastri Montanari, Signora del giallo storico

Danila Comastri Montanari è nata a Bologna il 4 novembre 1948. Laureata in Pedagogia e in Scienze Politiche per vent’anni insegna e viaggia ai quattro angoli del mondo. Nel 1990 scrive il suo primo romanzo, Mors Tua, e da allora si dedica a tempo pieno alla narrativa, privilegiando un genere, quello del giallo storico, che le permette di conciliare i suoi principali interessi: lo studio del passato (in particolare le civiltà antiche) e l’amore per gli intrecci mystery.

Danila Comastri Montanari
Danila Comastri Montanari

Dalle note biografiche che troviamo sui suoi libri sappiamo che è “accanita fumatrice, apprezza gli alcoolici, rifugge dalle diete, frequenta stazioni termali e scavi archeologici, legge polizieschi, saggi di storia, classici latini, greci e cinesi. È una fanatica utente di internet. Vive in una grande casa al centro di Bologna con il marito, due gatti, un pappagallo, duecento piante, diecimila libri e cinque computer.

A partire dal 1990 scrive gialli storici incentrati sulla figura di Publio Aurelio Stazio, nobile senatore della Roma di Claudio (metà I secolo d.C.). Al momento sono stati pubblicati 16 romanzi: Mors tua, In corpore sano, Cave canem, Morituri te salutant, Parce sepulto, Cui prodest?, Spes ultima dea, Scelera, Gallia est, Saturnalia, Ars moriendi, Olympia, Tenebrae, Nemesis, Dura Lex, Tabula rasa.

Oltre alla serie succitata, l’autrice ha pubblicato anche altri due romanzi gialli storici che si svolgono in epoche storiche diverse dalla classicità: La campana dell’arciprete (ambientato nelle campagne emiliane del 1824) e Terrore (ambientato a Parigi nel 1793), nonché quattro antologie personali: Il panno di mastro Gervaso, Una strada giallo sangue, Ricette per un delitto e Istigazione a delinquere. Una sessantina di altri racconti sono invece raccolti in antologie colletive.

Nel febbraio 2007 ha pubblicato il saggio Giallo antico. Come si scrive un poliziesco storico, edito da Hobby & Work, sull’argomento omonimo; in appendice sono contenuti i racconti I pirati del Chersoneso, Assassinio al tempio di Vesta e Il giallo del serpente.  Tutti i romanzi sono disponibili negli Oscar Mondadori.

Intervista

Danila, quando e come nasce la tua passione per la scrittura?

A quarant’anni, quando ho avuto un po’ di tempo libero: come mi piace spesso ripetere, prima avevo troppo da vivere per trovare il tempo per scrivere. Mia figlia bambina cominciò a giocare in cortile con gli amici ed io restavo sola in casa per un paio di ore al giorno, senza però potermi allontanare. Così cominciai. Non avevo mai scritto in precedenza una sola di riga di narrativa, nemmeno un diario nell’adolescenza (feci il mio primo racconto dopo aver pubblicato già due romanzi), perché, pur avendo fin dalla prima infanzia l’abitudine di inventarmi un mucchio di storie complicatissime, non sentivo mai il desiderio di metterle nero su bianco, mi bastava pensarle.

Come sono stati gli inizi? Hai avuto subito successo?

Si, sono sempre stata una persona molto fortunata: ho iniziato il primo libro, Mors tua, a dicembre, a febbraio l’ho spedito al Giallo Mondadori, ho vinto subito il premio Tedeschi, e ai primi di giugno ero già pubblicata, sei mesi in tutto. Naturalmente ho mentito spudoratamente, assicurando la redazione del Giallo di avere già pronto il seguito, per poi tornare a casa a scriverlo di corsa, sperando che la casa editrice non cambiasse idea sulla nuova proposta…

La tua scrittura attinge alla storia. E’ un lavoro complesso, che richiede molto studio. Come riesci ad intrecciare realtà e fantasia?

Attingo a una storia che frequento fin dall’adolescenza, anche se naturalmente ogni romanzo necessita di una ricerca specifica sulla sottocultura in cui è ambientato (ad esempio, il mondo dei ludi gladiatori in Morituri te salutant, l’ambiente della scuola e delle banche in Parce sepulto, i circoli filosofici in Cui prodest? ecc…). La correttezza dell’ambientazione mi interessa fin quasi al fanatismo, tuttavia se un giorno dovessi scegliere tra una scena efficace e una ricostruzione rigorosa, privilegerei senza dubbio la prima: a mio parere un autore deve innanzitutto coinvolgere con la trama e i personaggi, soltanto dopo divulgare o informare.

Come si sviluppa il tuo lavoro, e come nasce un tuo romanzo?

Di solito conosco l’inizio, spesso anche la fine. Dopo viene il difficile, far quadrare tutto il resto, ovvero scrivere il libro!

Il romanzo storico insieme al giallo, a partire dalla serie dedicata alla figura di Publio Aurelio Stazio, nobile senatore romano della metà del I secolo d.C. : la storia dell’antica Roma si presta a tessere intrighi e delitti, ma come mai hai scelto proprio questo personaggio?

Conoscevo abbastanza bene l’ambiente ed ero certa che un po’ lo conoscesse anche il pubblico. E poi Roma è Roma! Al mio protagonista ho dato gran parte della mia personalità e della mia mentalità, al di là delle differenze di sesso, aspetto, condizione economica e sociale, epoca e civiltà di riferimento.

Nelle tue opere, sei stata ispirata da qualcuno?

I romanzi che scrivo riflettono i libri che ho letto, i film che ho visto, i luoghi che ho visitato, le conversazioni di cui ho goduto e persino, mutatis mutandis, alcuni episodi della mia vita, di solito quelli che i lettori ritengono forse improbabili, perché troppo “romanzeschi”. In un libro però misi gli urinatores (i sommozzatori romani) dopo averne parlato a lungo con un anziano appassionato di archeologia subacquea, e in un altro feci sposare Paride, il castissimo intendente di Publio Aurelio, perché una affezionata lettrice ottantunenne mi aveva detto al telefono quanto sperava che prima o poi anche lui si sistemasse con una donna… I miei lettori sono fonti preziose di idee e spunti, nonché giudici importantissimi di tutto ciò che scrivo, gli unici della cui opinione io tenga conto.

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Quali sono le tue letture preferite, manuali di storia a parte?

Narrativa di genere, meglio ancora se seriale: romanzi di indagine, polizieschi o thriller (non soltanto anglosassoni o latini, ma anche scritti in Cina, Giappone, Israele, Turchia, Islanda ecc…), gialli di ambiente (storici di tutte le epoche, o a sfondo etnologico, religioso, medico, legale ecc…), romanzi di avventura, fantascienza, spionaggio, qualche sporadico fantasy. Classici latini, greci e cinesi. Molta saggistica storica, antropologica e scientifica.

Secondo te, come è cambiato e sta cambiando il modo di fare letteratura?

Per una scelta precisa, da decenni frequento soltanto la letteratura di massa. Rarissimi sono i romanzi letti da me negli ultimi trent’anni all’interno della narrativa cosiddetta “blanche”, quindi non sono abilitata a rispondere a questa domanda.

Hai altri interessi, oltre alla scrittura?

Troppi per citarli tutti. Un tempo ero un’accanita viaggiatrice e andavo forsennatamente su e giù per il mondo intero, soprattutto nei continenti extraeuropei, con qualunque mezzo, dall’aereo al carro-bestiame, dalla nave all’autostop, dal bus alla moto, dal mulo al treno. Adesso che le mie condizioni fisiche mi permettono di spostarmi molto poco, internet ha ovviato a molti dei miei bisogni, portando il mondo a casa mia (ve l’ho detto, sono fortunata, è arrivato proprio al momento giusto!)

Amo moltissimo le piante, i gatti, il bricolage per arredamento e vestiti (senza istruttori, e senza corsi, mi piace provare e se qualcosa non viene bene butto via tutto: sono allergica a qualunque tipo di corso strutturato, lasciai la scuola superiore per studiare da privatista e nelle due diverse facoltà che ho frequentato assistetti a una decina di lezioni in tutto). Mi interessano molto la divulgazione scientifica, la didattica di varie materie, le scienze politiche in genere, compresa l’economia (che però spesso è fuori dalla mia portata, troppo difficile!), la linguistica e l’arte figurativa soprattutto fino al XVI secolo; amo svisceratamente l’antropologia e l’archeologia, soltanto per studiare e visitare i lavori altrui, però, visto che in vita mia ho scavato per un solo pomeriggio.

Infine mi piacciono gli stabilimenti termali e la cucina di tutti i paesi, nessuno escluso, da assaggiare e riprodurre. Mi piace chiacchierare, stare su Facebook, giocare a carte e a molti giochi da tavolo o da consolle. Sono un’appassionata di videogames di strategia in linea (all’ultimo, che ho lasciato pochi giorni or sono, ho partecipato per due anni e mezzo di seguito, almeno una volta al giorno). Sono una fanatica utente del web, in collegamento da mane a sera, e adoro il computer fin da quando bisognava programmarselo in basic; quello che sto usando ora è Aristarco IX: tutti i miei computer si sono sempre chiamati così in onore di Aristarco di Samo, lo scienziato greco che concepì il sistema eliocentrico 1800 anni prima di Copernico e di Galileo.

Un tempo mi piaceva molto ballare, adesso le mie condizioni fisiche non me lo consentono più: però balla mia figlia, mille volte meglio di me. Mi piacerebbe anche cantare, ma essendo stonata come una campana, non mi viene mai consentito e posso sfogarmi esclusivamente quando sono sola. Ah, sì, amo molto anche la logica, la matematica e un mucchio di altre cose, che ora non mi vengono in mente.

Puoi raccontarci un episodio curioso della tua carriera?

Potrei raccontare le figuracce che facevo ai convegni letterari, dove da tempo non vado più, perché di letteratura conosco pochissimo e di critica letteraria assolutamente niente, quindi il senso dei dibattiti di solito mi sfugge: sono soltanto una romanziera, non una letterata.

… E quello che ti ha più emozionato?

Ciò che mi emoziona sempre è vedere i miei libri scritti in molte lingue, magari con i titoli vergati in altri alfabeti o addirittura in ideogrammi: quando divenni una lettrice accanita, poco dopo i tredici anni, spesso mi domandavo come dovevano sentirsi gli autori dei romanzi che mi arrivavano tra le mani, nell’immaginare che qualcuno, dall’altra parte del mondo, stava leggendo i loro pensieri e condivideva il loro immaginario, e partecipava alla loro vita. Ora lo so: è una gioia immensa!

Che cosa non rifaresti mai, se potessi tornare indietro nel tempo?

Rifarei tutto ESATTAMENTE come prima: ho avuto una vita bellissima, interessantissima e molto felice, non la cambierai con nessun’altra!

Quali sono i tuoi progetti?

Stare su Facebook, navigare sul web, seminare piante, giocare con i gatti, guardare che cosa combinano mio marito, mia figlia e il mio primo nipote appena nato. Leggere un mucchio di romanzi altrui. E, se mi viene un’idea interessante, scriverne uno nuovo anch’io.

Una tua massima di vita…

Dolce frutto del bastare a se stessi è la libertà (Epicuro)

www.diciemme.eu

 

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Laura Bondi

Scrittrice (Autrice del BestSeller 2012 di Amazon "Il Diario di una Cameriera", "Il posto segreto del cuore", "Cofanetto Rosa" ed il nuovo "Incubo a Dubai"), Blogger, Insegnante, Traduttrice, Laura Bondi per Biografieonline intervista personaggi famosi o emergenti e scrive contenuti di carattere culturale.

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