Cortile di fattoria (opera di Paul Cézanne)

Paul Cézanne, come Claude Monet, esprime, a suo modo, l’adesione all’Impressionismo. I suoi soggetti, infatti, spesso sono i paesaggi e non le persone. E nella tela “Cortile di fattoria“, realizzato nel 1879, la presenza del luogo come soggetto dell’opera è preponderante. E’ un paesaggio triste e greve.

Cortile di fattoria - Cour de ferme - Paul Cézanne
Cortile di fattoria (Cour de ferme) – Paul Cézanne (1879) – Olio su tela – cm 63 x 52 – Musée d’Orsay, Parigi

Cortile di fattoria: analisi del dipinto

Nel quadro “Cortile di fattoria“, Cézanne ritrae una fattoria abbandonata, dove non c’è anima viva, né traccia di alcun animale. Tutto appare morto. La fattoria si trova ad Auvers, un luogo frequentato anche da altri impressionisti (ricordiamo La chiesa di Auvers di Van Gogh) e dove spesso si incontrano Cézanne e Pisarro. La differenza fra questi grandi pittori sta proprio nella scelta di dipingere per Cézanne solo i luoghi e per Pisarro di rendere i luoghi contesti in cui vivono animali o persone come soggetti fondamentali.

Cézanne rivendica la scelta di costruire intorno ai paesaggi una dimensione quasi spirituale, in cui il contesto è l’unico protagonista della tela. Fino alla fine della sua vita, il pittore cercherà di mostrare che dietro all’immagine di un luogo, appare la sensazione che questo suscita. Non si tratta però solo di evocare una sensazione, ma di mostrare la vitalità di un paesaggio anche se, come in questo caso, esso appare completamente abbandonato. La vista è ostacolata dai muri che si trovano sia a destra che a sinistra e che, in un certo modo, aumentano l’inquietudine del paesaggio. Come se lo spettatore dovesse attraversare quegli ostacoli per approdare con inquietudine, ma anche con la curiosità di chi vuole scoprire un posto desolato, verso la casa abbandonata.

LEGGI ANCHE  Françoise con in braccio un cagnolino nero (quadro di Mary Cassatt)

La casa ha tutte le finestre chiuse. Davanti al casolare vediamo un albero spoglio che sembra tendere i suoi scheletrici rami verso il cielo. Lo sguardo è costretto all’interno di un ambiente chiuso, proprio perché una casupola dal tetto di paglia chiude la visuale attaccandosi al muro. Dietro alla casa si intravedono altri alberi e poi una collinetta. Il cielo è l’unico punto di fuga che permette alla vista di fuggire oltre la piccola fattoria. Solo le pennellate, che rispecchiano la luce sugli alberi e sui muri, ricordano che Cézanne un tempo è stato un impressionista. Ma il suo percorso adesso è solitario e cerca solo il rapporto fra natura e la presenza dell’uomo.

Ci siamo impegnati per scrivere questo articolo. Speriamo ti sia piaciuto. Se ti è stato utile, lascia un messaggio in fondo.

Avatar photo

Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

Speriamo questo articolo ti sia servito. Noi ci siamo impegnati. Lascia un commento, per favore: