Perché si chiama atlante il libro delle carte geografiche?
Atlante è una figura mitologica. Secondo un’antica leggenda, Atlante, figlio di Giapeto e della ninfa Climene, decise di sfidare Giove, mettendosi a capo dei Titani, per farlo abdicare dal suo trono ma senza ottenere i risultati sperati.
I ribelli Titani vennero puniti da Giove, mentre Atlante venne condannato a trasportare sulle spalle e per tutta l’eternità il globo terrestre. Per questa ragione, le prime raccolte a stampa di carte geografiche della fine del Cinquecento, mostravano sulla copertina l’illustrazione di Atlante che teneva sulle spalle il globo terrestre.
Le carte geografiche
Da questo preciso momento, il nome venne associato ed usato come nome comune del libro contenente le cartine geografiche. Il primo atlante sistematico di geografia moderna risale ad Abraham Ortelius che nel lontano 1570, uscì con la pubblicazione “Theatrum orbis”; in seguito Gerardo Mercatore pubblicò “Atlas sive cosmographicae mediationes de fabrica mundi“, facendo riferimento ad Atlante che portava il globo terrestre sulle spalle. Gerardo Mercatore riprese gli studi e gli scritti di Tolomeo e nel 1578 raccolse una serie di ventisette carte.
Con il passare del tempo, negli anni vennero realizzate altre pubblicazioni. Tra quelle più note, annoveriamo le pubblicazioni di Adol Stieler risalenti al 1817. Oltre all’atlante creato da Adol Stieler dell’Istituto Perthes di Gotha, in seguito ne vennero pubblicati altri, tra cui quello di Andree nel 1881 e il Times Atlas of the world di Debes nel 1895 in lingua tedesca, l’Atlas Universel de Gèografie in francese, di Vivien de Saint-Martin e Schrader nel 1911, l’Oxford Atlas in lingua inglese, l’Atlas Mira in russo nel 1954 ed infine il Gran Atlas Aguilar in spagnolo nel 1969-1970.
Gli atlanti del Ventesimo Secolo
Nel XX secolo, nel nostro paese, i più noti atlanti furono: “L’Atlante Internazionale” del Touring Club Italiano ed “Il Grande Atlante” dell’Istituto Geografico De Agostini di Novara, di cui ne furono artefici il geografo e sismologo Mario Baratta, insieme al cartografo Luigi Visentin, direttore scientifico di De Agostini.